“Non vi fermate, dovete costruire la vostra torre, la Torre di Babele sempre più grande, sempre più alta e bella, siete o non siete i padroni della terra?”. A 45 anni dalla sua pubblicazione, esce per Sony Music / Legacy Recordings uno dei capolavori della discografia rock italiana: La torre di Babele, uno dei migliori album di Edoardo Bennato. Il disco sarà pubblicato venerdì 8 ottobre su tutte le piattaforme digitali e nei negozi di dischi in una speciale edizione celebrativa con la rimasterizzazione dei nastri originali e con 16 brani live, pubblicato in doppio Cd, in Lp+Cd e in digitale. Era il 1973 quando Bennato riceveva la raccomandazione dall’allora direttore della Ricordi Lucio Salvini di riprendere gli studi di Architettura e lasciare il suo mondo di “canzoni e canzonette”. Fino ad allora il suo primo disco, Non farti cadere le braccia, aveva venduto pochissimo. Anche il riscontro con il pubblico era stato tiepido. Poi accade qualcosa. Il cantautore, chitarra in mano, tamburello ed armonica, si piazza di fronte alla sede Rai di Viale Mazzini a Roma. A quel punto torna alla riscossa la Ricordi, che concede un’altra chance all’artista e arrivano altri dischi.
Nel 1974, Bennato pubblica il concept album I buoni e i cattivi. Sempre nel 1974 esce un 45 giri contenente due nuove canzoni: Meno male che adesso non c’è Nerone e Parli di preghiere. La prima traccia sarà inserita nell’album successivo, Io che non sono l’imperatore del 1975.
La torre di Babele esce nel 1976, un’epoca storica caratterizzata da inquietudini sociali, dalle manifestazioni studentesche, sempre molto animate e da uno stato di instabilità politica, alle porte degli Anni di Piombo. La cover del disco – autore persino della copertina del suo album, così come quasi di tutte le cover della sua discografia – rappresentava dunque la progressione dell’uomo nella sua ricerca e costruzione delle armi in tutta la sua fase evolutiva; “costi quel che costi”, come canta Edoardo, gli uomini dovevano costruire una torre che arrivi fino al cielo per sfidare l’entità divina e dimostrare la superiorità dell’uomo “su ogni altro animale”. “Con La torre di Babele volevo provare a spiegare il senso biblico di un’umanità cieca nella sua rincorsa alle armi, tale da arrivare a sfidare la divinità stessa in un escalation incontrollata ed incontrollabile. Gli uomini arrivarono a concepire di costruire un torre talmente alta da arrivare al cielo ed a Dio – spiega Bennato – In copertina disegnai l’umanità dedita alla guerra, un immaginario scatto fotografico della famiglia umana e la sua innata propensione bellica. Si parte dall’uomo di Neanderthal in basso a sinistra e poi man mano che ci si sposta da sinistra a destra e dal basso verso l’altro, le armi diventano sempre più sofisticate”. “È un’immagine che rappresenta il concetto biblico della Torre di Babele, con gli uomini determinati a sfidare la natura e Dio stesso, che alla fine li punì per questa loro presunzione – continua il cantautore di Bagnoli (periferia Ovest di Napoli) – Tutti i brani di questo disco seguono un filo conduttore ben preciso e riflettono la mia posizione in contrapposizione ad ogni forma di conflitto. Avevo intuito il modo migliore per descrivere i mali della società era quello di ridicolizzarli ed è per questo che le varie canzoni trattano in modo provocatorio ed ironico i vari argomenti legati alla guerra ed all’odio tra i popoli che non riescono a comunicare tra loro e quindi sentono l’esigenza di confrontarsi con la forza”. Di grande valore storico e narrativo sono le due registrazioni realizzate tra il 1976 e il 1977, in compagnia del bluesman italiano, Roberto Ciotti, e con il percussionista e cantautore Tony Esposito, recuperate da Edoardo e dal fratello Giorgio Bennato, presenti nella nuova edizione del’album.
Repubblica.it