Teatro, arrivano i pupi di Mimmo Cuticchio

Teatro, arrivano i pupi di Mimmo Cuticchio

Un sogno nel sogno la 37esima edizione del Festival teatrale La Macchina dei Sogni, diretto da Mimmo Cuticchio, dal 14 al 18 ottobre, nel Museo archeologico regionale Antonino Salinas e realizzato con il sostegno dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Mostre, spettacoli, installazioni dialogheranno con la prestigiosa collezione archeologica custodita all’interno del museo. Il sottotitolo “Il Palazzo delle cento stanze”, indica proprio questo percorso che incrocia il teatro contemporaneo con la storia siciliana.
“Se non avessi fatto il puparo – dice Mimmo Cuticchio – avrei voluto fare l’archeologo. Ho conosciuto Vincenzo Tusa, papà di Sebastiano, che allora era un ragazzo e la voglia di ricerca e di capire è stata sin da allora forte in me. Il Museo archeologico regionale è la più importante istituzione pubblica museale dell’Isola è uno scrigno di valore artistico-culturale inestimabile, un tesoro che mi ha portato a pensare al Palazzo delle cento stanze. La Macchina dei sogni è il sogno che dura sempre”.
    Il Festival intreccia la contemporaneità con il mito offrendo spunti di riflessione sui drammi che vive l’uomo contemporaneo. Il teatro incontra il museo Alcuni spazi del Museo ospiteranno una mostra di arazzi ‘pezzati’, ideati e realizzati da Tania Giordano. Il viaggio tra gli arazzi sarà accompagnato dai testi di Tiziana Lo Porto, scrittrice e traduttrice che, insieme a Giordano, è stata allieva del primo corso della scuola per pupari e cuntisti nel 1997. Il testo sarà parte integrante degli arazzi esposti, le parole tesseranno una trama di racconti e una geografia di avventure. “Nel sodalizio che da diversi anni mi lega alla famiglia artistica e di sangue di Mimmo Cuticchio, da Selinunte alla collina di Ibaneta a Roncisvalle, questa 37esima edizione de ‘La Macchina dei Sogni’ rappresenta una tappa fondamentale, anzi un importante punto di arrivo”, sottolinea Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico regionale Salinas, secondo cui ciò che da angolazioni diverse intendiamo entrambi per cultura – vivere le radici identitarie come tensione costante tra memoria della tradizione e contemporaneità, dominare solidamente il mestiere per innovarlo – “trova adesso in questa macchina scenica appositamente concepita per il Salinas il terreno direi ideale di sperimentazione. Dentro un museo archeologico per la prima volta si consumerà sotto gli occhi del pubblico un’azione scenica che coinvolge allo stesso tempo narratore, opera, visitatore”.   L’allestimento di Giordano e Lo Porto diventa la scenografia dello spettacolo itinerante “Viaggio avventuroso tra storie, miti e leggende”, ideato e diretto da Mimmo Cuticchio (dal 14 al 18 ottobre alle 10,30 e alle 16). Il volo delle piume d’oro degli uccelli accompagnerà il viandante tra i fili della narrazione dell’epica guerra di Troia, che viene tessuta dal telaio regolato sulla pietra di Palermo. La forza, la debolezza, il pianto, l’amore, il dolore, la morte, il duello, l’amicizia, il potere, la spada, l’elmo, la lancia, l’auriga, il sottile velo. Dalle gesta degli eroi all’orizzonte sconfinato dei personaggi, che chiedono di essere raccontati, rivissuti e rivisitati in nuove possibilità interpretative. Dalla bella e violata Europa agli dei umili e obbedienti come Enea, dagli scaltri e furbi come Ulisse re dei naufraghi all’abile arciere Paride bramoso di mele d’oro, dallo sguardo agghiacciante di Medusa, un tempo dolce fanciulla indifesa alla saggezza implacabile di Atena, dalla disperata, amorevole e determinata Demetra al seducente e focoso Giove, dalle madri e sorelle che perdono i propri figli come Andromaca ai guerrieri leali come Ettore. Tutti saranno plasmati e restituiti nel loro amore per l’avventura, il valore e le virtù.
Gli spettacoli della compagnia Figli d’Arte Cuticchio “L’ira di Achille” (16 e 17 ottobre alle 21) per la prima volta a Palermo, si svolge su tre piani scenici: gli uomini/pupi, i sacerdoti-pupari e gli dei-attori, in una felice contaminazione tra diverse tradizioni orali e performative. La drammaturgia segue passo dopo passo l’Iliade dando spazio alla musica, al ritmo incalzante delle scene e dei dialoghi, ma soprattutto al piacere puro, intatto, assoluto del racconto, che riscopre l’antica arte dei rapsodi omerici, riporta indietro nel tempo e la storia prende corpo e voce attraverso i pupi, gli opranti e gli attori. Giacomo Cuticchio ha scritto appositamente la suite musicale per lo spettacolo, ideato, montato e diretto dal padre Mimmo. L’epica si fonde con il contemporaneo in una messa in scena che vede in azione nuovi pupi creati sulle figure dei greci e dei troiani, nel rispetto di quei canoni tradizionali che la Famiglia d’arte si tramanda di generazione in generazione. Analogamente, strumenti antichi e moderni vengono armonizzati nella colonna sonora che accompagna, in una progressione dialettica, i fatti rappresentati, seguendone i ritmi di improvvisazione tipici del teatro dei pupi.
Ci sarà anche Medusa (18 ottobre alle 21,40) in forma di proiezione sul grande schermo, dove convivono le tradizioni dell’opera dei pupi e dell’opera lirica. La proiezione sarà preceduta da una conversazione con Maurizio Bettini, saggista, scrittore, filologo e latinista che parlerà dell’affascinante universo dei miti e delle loro narrazioni. Per il Festival arriveranno a Palermo anche uno spettacolo del Centro teatrale bresciano e uno della compagnia del Teatro del Drago di Ravenna. Il primo è “Cassandra o dell’incanto” di Elisabetta Pozzi (14 ottobre ore 21) che procede attraverso memorie letterarie che riguardano il personaggio mitologico, un collage di ricordi narrati in prima persona. La drammaturgia dello spettacolo si avvale del contributo di Massimo Fini, con il quale l’attrice ha costruito il finale, una sorta di tragico epilogo in cui Cassandra vede il futuro dell’uomo moderno, che con la sua incapacità di porsi dei limiti è ormai diventato “un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero”. Da Ravenna arriva, invece, “Fagiolino asino d’oro” (15 ottobre ore 21) con Fabio Pignatta, Mauro e Andrea Monticelli, diretto da Renato Bandoli, uno show d’arte varia che richiama un decadente circo ottocentesco incentrato su una struttura scenica-coreografica di disorganizzati artisti ambulanti. La comicità semplice e immediata è uno degli elementi che lega i tre differenti generi presenti nello spettacolo: il teatro dei burattini, l’arte antica dei cantastorie, la giocoleria degli artisti di strada. La rappresentazione è ispirata a “L’asino d’oro” di Apuleio, ma il protagonista della storia è Fagiolino, l’eroe dei burattini tradizionali dell’Emilia Romagna. Per i più piccoli, il programma prevede “Fiabe africane” e “La forma delle storie” (16 e 17 ottobre alle 18), due spettacoli della compagnia La Voce delle cose di Bergamo. “Tutti coloro che si sentono ingranaggi delle ‘Macchine dei sogni’ non possono mancare. Facciamoci accompagnare in questo viaggio favoloso dal maestro Mimmo Cuticchio che mai finisce di stupirci”, afferma l’assessore Samonà. 
    Una parte speciale del Festival è “La memoria dei sogni”. Si tratta di un tour virtuale attraverso il web, tra fotografie e video. Il tour realizzato da Valerio Bellone, sarà disponibile online sul sito dell’associazione Figli d’Arte Cuticchio (www.figlidartecuticchio.com) e accompagnerà i visitatori nei dedali del Teatro dei Pupi di via Bara all’Olivella, autentica macchina di sogni. Lungo il tratto di strada che dal Teatro Massimo porta al Museo archeologico, si estenderà un’installazione scenografica con i manifesti di tutte le edizioni del Festival: si materializzano davanti agli occhi del visitatore, come scatole cinesi, tutte le immagini e i temi delle trentasei edizioni. Il sogno continua.

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