Il produttore-chitarrista ritorna con gli Chic dopo 25 anni. «Il mondo oggi sembra molto simile a quello dei tempi della fondazione del gruppo»
Se alle tre del pomeriggio intervisti una persona che mangiando qualcosa ti dice che è la prima colazione sai di trovarti di fronte a una rockstar: nel caso di Nile Rodgers, è una conferma della quale non c’era bisogno. Storico produttore di Madonna, David Bowie, Duran Duran, Diana Ross, INXS, Sister Sledge, chitarrista, cantante e compositore, Rodgers è anche metà di un gruppo grazie al quale, dal clima politico e sociale degli Usa negli anni 70, emerse il suono disco.Dopo una pausa di 25 anni è a questa band, Chic, che Rodgers torna con un album, «It’s about time», che conta la partecipazione di una galassia di artisti: Hailee Steinfeld, Craig David, Diana Ross, Emeli Sandé, Elton John e Lady Gaga. Si tratta di un disco, sottolinea Rodgers, che è nato perché «il mondo oggi sembra molto simile a quello dei tempi della fondazione degli Chic. Quando tutto va male ci sono canzoni che hanno il potere di fatti sentire trionfante».L’incontro è presso gli Abbey Road Studios. Fuori la gente sosta davanti alle strisce pedonali immortalate dai Beatles, fa la fila per firmare il muretto dell’ingresso o scattare una foto. Dentro, Rodgers è padrone. Il suo «ufficio» è la cabina di comando dello studio 2, proprio quello dei Fab Four. Da marzo è direttore creativo di Abbey Road. «Una star, io? Assolutamente no», precisa. «Sono dietro le quinte. Io creo le star».Si vede che crea bene se il suo nome figura su tre miliardi di dischi venduti nel mondo. «Pazzesco no?». Dall’alto di tali cifre, nessuno come lui può fornire la definizione della qualità che fa di un brano un successo. Per formularla pesca nei ricordi e torna a un giorno quando, ancora alle prime armi, aveva la faccia lunga perché era stato ingaggiato in un club per suonare «Sugar Sugar», di Jeff Barry e Andy Kim.«Il mio maestro, che era un grande, mi disse che non capivo nulla. “Sugar sugar” è una canzone che venduto milioni di copie e sai perché? Perché parla all’anima di milioni di sconosciuti. Mi sono quasi messo a piangere. Ho capito che era esattamente quello che volevo fare io. Due settimane dopo ho scritto “Everybody Dance”».Quella del maestro è una lezione che non ha dimenticato: con il nuovo album, sottolinea, spera «di ripetere il miracolo» di tanti altri suoi dischi. «Mi sembra che stiamo combattendo le stesse battaglie di quando ero un giovane idealista. Mai avrei creduto allora che nel 2018 saremmo stati ancora in queste condizioni: la paura degli emigrati, di ciò che è diverso, la voglia di chiudere le frontiere e tirare su muri, la Brexit. Come disse Pablo Picasso, amo il mio paese, ma perché l’amore deve fermarsi al confine?».Nile Rodgers è un uomo che ripete spesso la parola «amore». Ama il suo lavoro ed è per questo che continuerà, sempre, sino alla fine. Ama le star che ha aiutato a nascere, come Madonna. «Adesso il suo potere è nell’immagine a 360 gradi, l’orfanatrofio, l’impegno, i suoi uomini, è una donna che ha sempre avuto qualcosa in più». Ama, anche, la festa dell’amore e proprio per il 14 febbraio, San Valentino, ha in programma di lanciare il secondo volume di questo nuovo progetto, un altro album, che insieme con il primo propone un racconto della sua vita e del suo tragitto musicale. «E’ il disco più autoindulgente che abbia mai realizzato. Il 14 febbraio sarà l’ultima sera della lunghissima tournée che intraprenderemo con Cher».
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