La posa, a giudicare dall’aspetto austero, quasi ieratico, è quella del padre. E così anche il piglio deciso con cui comanda l’esercito dei collaboratori. Perché, in famiglia come nel lavoro, bisogna farsi rispettare e dare il meglio di sé, soprattutto se si deve raccogliere un’eredità pesante. Disciplina inflessibile, quindi, ma anche tanta umanità: Imma Polese, figlia di Antonio, ne darà prova nella nuova serie de «Il castello delle cerimonie», in onda da stasera alle 22.40 su Real Time.
Il «boss», scomparso a dicembre dello scorso anno, non c’è più. Anche se il ricordo delle sue eccentriche camicie di seta e della formula con cui porgeva gli auguri agli sposi per cent’anni e sempre in buona salute! è più vivo che mai nelle sale della Sonrisa.
L’hotel-ristorante di Sant’Antonio Abate, finito anni fa nel mirino della Procura di Torre Annunziata per presunti abusi edilizi, riapre le porte alle coppie che intendono festeggiare le nozze all’insegna della napoletanità più sfrenata e senza «scuorno» davanti alle telecamere. E la novità principale sarà proprio il ruolo di Imma Polese, chiamata a prendere le redini dell’attività. «Un tempo col mio capo condividevo il tetto, adesso addirittura il letto», scherza Matteo Giordano, marito di Imma e direttore della struttura.
A lui il gravoso compito di conciliare le (talvolta assurde) richieste degli sposi con le esigenze di bilancio della Sonrisa e, soprattutto, con le direttive della moglie. «Imma è molto esigente sottolinea Matteo pretende il massimo da tutti, dal parcheggiatore ai vertici dello staff, affinché le cerimonie riescano sempre meglio». E sembra essersi responsabilizzato anche Antonio junior, uno dei tre figli di Imma e Matteo, che nelle precedenti serie della trasmissione si era presentato come giovanotto gaudente, incline alla vita notturna e con la simpatica faccia da «fessiatore».
«Antonio è un 19enne che ama divertirsi come tutti i giovani della sua età racconta il padre si è iscritto a giurisprudenza, la morte del nonno l’ha fatto crescere tanto. Nelle puntate della trasmissione avrà modo di mettere in mostra le proprie idee, spesso in contrasto con le mie e con quelle della madre». All’ombra del castello, dunque, si annuncia anche uno scontro generazionale. In più, stando alle ultime indiscrezioni, nella nuova serie dovrebbero trovare maggiore spazio anche Agostino e Ciro, fratelli di don Antonio, e lo scugnizzo Agostino, acclamatissimo dagli ospiti della Sonrisa.
Per il resto, la formula resta identica: carrozze che trasportano gli sposi, colombe bianche che prendono il volo, l’immancabile «pono pomellato», cantanti neomelodici, cene luculliane e fuochi d’artificio. Il tutto in un tripudio di paillettes, tacchi che sembrano trampoli, scollature vertiginose e mise improbabili per signore e signori, conditi da un italiano non sempre perfetto. Un assaggio stasera col primo dei dieci episodi in programma. Protagonisti Annamaria e Vincenzo, coppia di napoletani che ha deciso di convolare a nozze dopo un lungo fidanzamento. Ovviamente, come nella migliore tradizione napoletana, non mancherà lo spazio per commemorare chi non c’è più.
«L’assenza di don Antonio si sente sia in casa che nel castello continua Matteo ma in certi casi non si può far altro che stringere i denti e andare avanti con la stessa umiltà e dedizione al lavoro di chi ci ha preceduto». Ecco le doti che hanno consentito ad Antonio Polese di passare da garzone di macelleria a sovrano incontrastato dell’ospitalità partenopea, di trasformare un rudere agricolo alla periferia di Sant’Antonio Abate in uno sfarzoso castello e di superare più di una bufera giudiziaria.
E la signora Rita? La vedova di don Antonio avrà uno spazio tutto suo, visto che Dplay dedicherà una finestra a «Il castello delle cerimonie» con «Le ricette della signora Rita»: da oggi e per cinque settimane, ogni venerdì la compagna di vita del boss cucinerà due piatti all’insegna dell’abbondanza che per tradizione necessitano di cotture lente e non risparmiano le calorie. La signora Rita svelerà i segreti dei piatti campani famosi in tutto il mondo che saranno poi assaggiati da un membro della famiglia. Il tutto in silenzio, nell’ombra della sua cucina, come nei suoi migliori anni al fianco del marito.
Ciriaco M. Viggiano, ilmattino.it