L’intemerata al Gf Vip contro Russo e Bettarini fa arrabbiare il sindaco di Eboli, presa a paragone di arretratezza dal direttore di Chi. La telefonata di scuse: “Non volevo offendere nessuno”
Chi di rampogna ferisce, di rampogna perisce. O quasi. L’intemerata a Clemente Russo e Stefano Bettarini al Grande Fratello Vip è costata ad Alfonso Signorini una tirata d’orecchi da parte del sindaco di Eboli, nel salernitano, citata dal direttore di “Chi” come esempio di arretratezza culturale e sociale.
La frase incriminata “Guardando allo spaccato di questa casa ci sembra di assistere ad una Italia ferma ad Eboli, un’Italia arretrata” ha scatenato una bagarre politico-letteraria che si è, però, risolta con una telefonata chiarificatrice tra i due.
Offeso dal paragone, il primo cittadino Massimo Cariello ha indirizzato una lunga lettera a Canale 5 e al giornalista citando il celeberrimo romanzo di Carlo Levi, “Cristo si è fermato ad Eboli”: “Se anche volessimo assumere quale criterio di formazione di quella frase il capolavoro di Carlo Levi – ha scritto il sindaco -, voglio ricordare, sempre ad Alfonso Signorini, che il romanzo-cronaca di Levi indicava proprio Eboli quale “avamposto della civiltà”, non quale riferimento di arretratezza”. E poi conclude rivolgendo un invito all’opinionista del Grande Fratello Vip: “Uno scivolone, quello dell’opinionista di Canale 5, arrivato proprio nella puntata in cui erano sotto giudizio le frasi inopportune ed offensive di altri. Difendo la mia terra, la mia città e la mia comunità, quarantamila cittadini residenti che non possono sentirsi definiti figli di un’Italia arretrata. Detto questo, invito Alfonso Signorini a visitare la nostra città, ricca di storia e fermenti culturali: sarà nostro gradito ospite ed assaporerà quale livello di civiltà e vivibilità esprime Eboli da sempre».
Il caso, però, è rientrato subito. Stando a una nota del Comune, infatti, Alfonso Signorini ha telefonato personalmente al primo cittadino per scusarsi dello scivolone: “Mi scuso con lei e con tutti gli ebolitani – avrebbe detto Signorini secondo quanto riporta lo stesso sindaco – per una frase che ho detto, ma che non ha reso giustizia a quanto effettivamente pensavo. La mia intenzione era sia di indicare la città di Eboli quale avamposto di civiltà, sia di denunciare uno stato di arretratezza delle aree dopo Eboli in un determinato periodo storico del passato, come la letteratura e la storia ci hanno insegnato. Nessuna offesa, e non solo ad Eboli, era nelle mie intenzioni, anche perché la mia storia personale dice chiaramente quanto io sia legato al Sud. Approfitto del suo cortese invito per dirle che appena mi sarà possibile ho intenzione di visitare la sua città, che in ogni caso conosco già ed amo”.
Giovanni Vasso, il Giornale