Anyma, la complicità tra amiche è un Baby Doll su sfondo nero: il video

Anyma, la complicità tra amiche è un Baby Doll su sfondo nero: il video

Novembre 2009, avevo 7 anni e ho toccato per la prima volta una chitarra: da quel momento ho capito che la musica sarebbe stata parte integrante della mia vita. Poco dopo arrivano i primi testi, le prime poesie e il mio bisogno di esprimere me stessa attraverso la musica si fa sempre più grande. Ora non riuscirei a immaginarmi una vita lontana da questo mondo e Baby Doll rappresenta solo l’inizio.

“Baby Doll” è un brano leggero con melodie semplici ed immediate, scritto da me e curato dal produttore Milanese Tradez, che racconta una storia d’amore tumultuosa e, allo stesso tempo, piena di passione. Nel mentre, rimarcando più volte questa situazione, voglio mettere in chiaro all’ascoltatore il mio forte desiderio di ottenere riconoscimento e successo nel campo musicale e l’importanza di avere sogni che vadano oltre al materialismo, catapultando chi ascolta il brano in un’atmosfera fatta di immagini e ricca di sensazioni dai tipici richiami adolescenziali.

Riguardo la nascita della canzone, vorrei aggiungere che ho scritto questo brano di getto, pensando a quei momenti in cui il mondo attorno ti vuole trascinare nel divertimento, quando tu, in realtà, hai la testa da tutt’altra parte; in questo pezzo ho inserito alcuni aspetti che caratterizzano la mia vita attuale: la determinazione e l’impegno che metto ogni giorno nella musica, l’indifferenza verso l’ostentazione ed il lusso che tanto caratterizzano i social e anche l’incertezza sull’amore.

Il videoclip di “Baby Doll” racconta una tipica serata tra amiche dove, nella prima parte, mi mostro pensierosa e un po’ giù di morale, mentre vengo costantemente provocata dalla mia migliore amica, che fin dal momento in cui ci prepariamo nella camera dell’hotel, tenta in tutti i modi a farmi divertire, invitandomi a staccare la spina dai miei problemi. Il video è un climax di ascendente complicità tra me e lei, tra camminate sui pontili sul mare di Rimini, chiacchierate sugli scogli sotto i raggi di luna della notte estiva, balli e risate. Il tutto è accostato da alcuni playback in alcuni dei luoghi simbolo della città, come la Fontana dei Quattro Cavalli e la ruota panoramica sul porto, con lo sfondo costante di tinte rosa che riprendono concettualmente l’immaginario di “Baby Doll”; ossia di una “bambolina”, concetto che ritroviamo anche in alcune scene in cui sono all’interno di una scatola da bambola da cui poi mi libererò nel finale del pezzo; l’ultima ripresa sarà appunto la scatola vuota, lasciata al caso, in un bidone dell’immondizia, e il che sta a significare che a volte dovremmo dimenticarci di tutta questa perfezione che perseguiamo perché siamo pieni di problemi, pensieri e difetti e penso sia proprio questo il bello della vita. Per la scelta della scatola, il merito va alla visione artistica che hanno avuto su di me Federico Cappellini e Luca Cedrini, i due ragazzi che hanno curato questo video. Inoltre, ho deciso di indossare un vestito nero in quasi tutte le scene per sottolineare che io ero “la tua Baby Doll” ma ora non lo sono più.

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