Addio a Bruno Canfora: ha contribuito a fare grande la Rai degli anni sessanta. È l’autore di pietre miliari come “Zum zum zum” e “Da-da-un-pa”

Addio a Bruno Canfora: ha contribuito a fare grande la Rai degli anni sessanta. È l’autore di pietre miliari come “Zum zum zum” e “Da-da-un-pa”

Il direttore d’orchestra e personaggio di grandi spettacoli tv degli Anni Sessanta è morto a 92 anni

Ha fatto ballare generazioni di italiani firmando alcuni dei brani più celebri della musica leggera. E se è difficile che i giovani conoscano il suo nome, è invece quasi certo che abbiano ascoltato almeno una volta nella vita successi come «Da-da-un-pa», «Il ballo del mattone» o «Stasera mi butto», diventati veri evergreen. Il maestro Bruno Canfora, direttore d’orchestra e personaggio di grandi spettacoli tv degli Anni Sessanta, è morto a 92 anni nella sua villa nei pressi di Perugia. I funerali si sono svolti in forma privata, in totale riservatezza, ma, ora che la notizia si è diffusa, sono diversi i messaggi di cordoglio dal mondo dello spettacolo. «Con grande dolore, solo stanotte ho saputo della scomparsa del Maestro Bruno Canfora. Devo a lui uno dei mie maggiori successi, «Fortissimo». RIP», scrive ad esempio su Twitter Rita Pavone.

Nato a Milano, Canfora frequentò il conservatorio Giuseppe Verdi imparando a suonare prima l’oboe, poi il pianoforte. Durante la seconda guerra mondiale, si avvicinò al jazz e alla musica americana in generale, formando un trio con la cantante Elsa Pejrone, con cui ebbe due dei suoi tre figli. Oltre che celebre direttore di orchestra, Bruno Canfora fu compositore e arrangiatore di tanti brani e sigle di programmi tv entrati nella storia della musica italiana.

Sue, tra le tante, «Da-da-un-pa» e «La notte è piccola per noi» per le gemelle Kessler; «Il ballo del mattone» e «Il geghegè» per Rita Pavone; «Stasera mi butto» per Rocky Roberts; «La vita» per Shirley Bassey; «Vorrei che fosse amore», «Sono come tu mi vuoi» e «Brava» per Mina, che accompagnò in una tournèe in Giappone. Con l’orchestra della Rai fu protagonista di programmi-cult come «Studio Uno» e «Canzonissima», dall’edizione del 1959 con Nino Manfredi, Paolo Panelli e Delia Scala.

Forte anche il legame con il Festival di Sanremo: nel 1963 portò Fermate il mondo, interpretata da Joe Sentieri e Johnny Dorelli e nel 1968 La vita, interpretata da Elio Gandolfi e Shirley Bassey. Diresse, poi, l’orchestra del Festival nel 1961, nel 1988 e nel 1993. Canfora partecipò, inoltre, ad alcuni musicarelli nella parte di sé stesso, ed ha composto le musiche di molte colonne sonore di film.

Aveva lasciato il mondo dello spettacolo nel 1995. L’ultima sua partecipazione fu a «Papaveri e Pavere» con Pippo Baudo e Giancarlo Magalli. «Da allora è rimasto dietro le quinte – dice il figlio Daniele, anch’egli musicista – ma non ha mai abbandonato la musica: è stato molto vicino all’orchestra della Rai, di cui è sempre stato un punto di riferimento, e ha curato fino a dieci anni fa gli arrangiamenti dei brani di alcuni musicisti».

La Stampa

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