A 41 anni il campione del mondo lascia il Psg ma non smetterà di giocare. «Sono pronto per nuove sfide». Tra l’America e un suggestivo ritorno in Italia, il futuro di Gigi passerà anche attraverso una scelta condivisa con la compagna Ilaria D’Amico e con i tre figli
Parigi val bene una mossa. Ma la mossa è quella di andarsene, piuttosto a sorpresa, dopo un anno comunque tormentato. Gigi Buffon lascia il Psg. Con dispiacere, ma con la volontà di rimettersi in gioco altrove. In America, probabilmente, dove lo attendono a braccia aperte e dove gli ha consigliato di andare il suo grande amico, Andrea Pirlo, che nella MLS ha giocato un biennio, con la maglia del New York City (2015-2017).
Oppure in Italia, ascoltando il richiamo della giungla e magari tornando nella sua Parma, la squadra dove tutto ebbe inizio. Gigi pare poco propenso ad accettare avventure in campionati sicuramente remunerativi sotto il profilo economico, ma poco competitivi, ci riferiamo alla Cina e al Qatar. Le offerte non mancano. Anche da parte della FIGC, che è pronta ad offrirgli un ruolo di prestigio; mentre per un ritorno alla Juve da dirigente i tempi non sembrano essere maturi. Ma questo significherebbe smettere col calcio giocato. E Buffon non sembra affatto intenzionato a mollare.
Quella tra Buffon e il Psg una storia nata in grande stile – le foto sotto la Tour Eiffel con la compagna Ilaria D’Amico e i figli – ma che si è chiusa inaspettatamente. Non c’erano le condizioni per il rinnovo, non c’era voglia di continuare insieme. Il portiere campione del mondo nel 2006, uno degli ultimi totem del nostro calcio, a 41 anni (compiuti a gennaio), non ha nessuna intenzione di smettere, tutt’altro. Il suo agente, l’ex portiere Silvano Martina, assicura: «Gigi è un uomo felice, ha ancora voglia di giocare: deciderà senza fretta». La contabilità della sua carriera dice che Buffon è fermo a 901 partite ufficiali. Raggiungere quota 1000 – e quindi rimanere sulla breccia altri de-tre anni – non è così impensabile.
Gigi non se l’è sentita di fare il secondo portiere ad Areola. Non sentiva più la fiducia dell’allenatore, il tedesco Tuchel, che quest’anno l’ha alternato spesso con i colleghi. «Sono pronto per nuove sfide umane e professionali». Ha ringraziato il Psg: «Grazie, questa resterà un po’ la mia casa». E ha citato Ernest Hemingway: «Ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi».
Chiude la sua esperienza parigina con uno scudetto, una supercoppa e l’ennesima delusione in Champions League. A ferirlo, è stato un voto, il 2 in pagella che gli ha rifilato l’Equipe. Il club l’ha congedato così: «Grazie per aver onorato la maglia rossoblu». Il suo futuro passa anche attraverso i consigli di Ilaria D’Amico e la chiacchierata che farà con i figli, Leopoldo Mattia, avuto dalla presentatrice televisiva, David Lee e Louis Thomas, avuti invece con la prima moglie, Alena Seredova. Era arrivato a Parigi pieno di entusiasmo, ripartirà altrove, per ritrovare se stesso, Gigi Buffon, nel luogo dove più si riconosce, tra i pali di una porta.
Furio Zara, Vanity Fair