Il peggio (e il meglio) della tv: l’antologia della settimana (in onda e non solo)
1.I tiratardi della stagione: vince Alessia Marcuzzi
Che Paese è un Paese senza memoria? E allora per non dimenticare fasti e nefasti (soprattutto) della stagione 2015-2016, l’antologia di questa settimana è un rvm di quello che è stato.
I tiratardi della stagione sono sempre i soliti noti: Antonella Clerici (che chiude il programma a mezzanotte e 53), Giovanni Floris (stesso tempo) e Alessia Marcuzzi (che arriva in cima da sola, all’una e 05 e soprattutto è recidiva) . Quattro ore di durata non si possono chiamare «programma tv» ma piuttosto «sequestro di persona», con l’aggravante dello sfruttamento dei minori («Ti lascio una canzone»), atti politici osceni in luogo pubblico («diMartedì»), abuso della credulità popolare («Grande Fratello»), circonvenzione di incapaci («L’isola dei famosi»)
2.Lo stereotipo donne-e-motori
Si parlava di motori e lei è scivolata su una buccia di banalità, lo stereotipo donne-e-motori. All’ora di pranzo come se fosse l’una di notte. La conduttrice Maria Leitner del Tg2 Motori ha cercato di superare a sinistra Manuela Moreno (sempre Tg2, versione notizie) che si era presentata in abito attillato di latex, tipo Lara Croft del giornalismo. Maria Leitner, nuova Laura Antonelli a due e quattro ruote, invece ha scelto un velo di tulle, del tipo vedo-non vedo, in realtà vedo parecchio. La buona notizia per il Tg2 è che Daria Bignardi sta a Rai3, perché a occhio per «dress code sobrio» intende un’altra cosa
3.Il reality di Salvini
Cinquanta sfumature di Salvini. Essere Matteo Salvini è il Truman Talk Show della stagione. Mai che fosse una sera a casa sua, il leader della Lega Nord ha passato l’anno sempre sotto l’occhio della telecamera, assomigliando sempre meno a un politico — beh, vince facile — e sempre più a un concorrente da reality. Più che per Palazzo Chigi sembra pronto per il Grande Fratello Vip
4.Costanzo, il motore immobile
È come aprire una porta che restituisce sempre la fotografia di un tempo indistinto — dove non si capisce se sei nel passato o nel presente. Può essere il 1985, oppure il 2005, o addirittura il 2016. Ma non è cambiato niente, come il presepe, fisso e immobile, con i suoi personaggi sempre uguali. La capanna è lo studio con i drappi, i re Magi sono i soliti ospiti, il Messia è sempre «Maurizio Costanzo». Che con il suo «Show» offre l’eterna replica di se stesso, il mito dell’eterno ritorno nello stesso punto, che è partenza e arrivo. O forse non si è mai mosso.
Si è mosso invece nell’intervista a Davide Maggio. Capoprogetto di «Domenica in», Costanzo si è lamentato del fatto che in Rai ha dovuto evitare la cronaca in fascia protetta: «Mi arrabbio non per l’interferenza politica ma per il fatto che io all’interferenza politica ho aderito, altri se ne sono fregati Viene da chiedermi “come mai?”. Forse perché la conduttrice de La vita in diretta è sposata con un amico di Renzi?! Che ne so io!» Ogni riferimento a Cristina Parodi, moglie di Giorgio Gori, sindaco pd di Bergamo e amico di Renzi è voluta
5.Sky scopre la radio
L’Hd, la pausa in diretta, il replay istantaneo, il 3D, la possibilità di farsi la regia dell’evento: «Perfezione dell’innovazione tecnologica, raccontiamo lo sport come nessuno sa fare» (come da claim in una pubblicità). Persi i diritti della Champions (comprati da Mediaset), Sky si è trovata a dover affrontare le partite della coppa più importante senza immagini. Così ha piazzato i suoi telecronisti di punta in una specie di garage a far la radiocronaca delle partite agli abbonati durante i notiziari trasmessi su Sport 24. Quando la «perfezione dell’innovazione tecnologica» ha un nome antico: radio
6.Massimo Giletti va in guerra
Massimo Giletti («L’Arena») è andato in Kurdistan (ma è tornato). Sicuramente intervistare un militante dell’Isis pentito è stato uno scoop, però l’effetto teatrale è stato pirandelliano, da sindrome tripolare: prima è in studio in giacca e cravatta a parlare con Sgarbi e Klaus Davi, poi lo vedi lì sul campo, con l’elmetto insieme ai militari, quindi compare con il cappellino da rapper del deserto
7.Lo chef spennato
Chef stellato o chef spennato? Non solo il bagno di Magalli, ma anche la doccia di Léveillé. A «Pechino Express» lo chef stellato Philippe Léveillé — nudo e spennato tipo pollo — si è messo in mostra sotto l’acqua a rinverdire i fasti delle docce di Edwige Fenech. Prima di partecipare al programma lo aveva promesso: «Mi piace molto l’idea di poter tornare a fare il pirla a 52 anni». Missione compiuta
8.Inc. Cool 8 per tutti
Il miglior personaggio reinterpretato da Crozza è Tim Cook. Crozza immagina l’amministratore delegato di Apple a capo di una multinazionale occulta che ci spinge a consumare di più e il cui unico scopo è inventare nuovi modelli per mettercelo nel… Non a caso la multinazionale si chiama Inc. Cool 8 (inculeit). L’Inc Cool 8 si materializza quando devi stipulare un contratto telefonico: «Ti abboni con una telefonata di due secondi, ma per disdire si spalanca l’inferno: 210 telefonate, 8 fax, 6 raccomandate, una lettera scritta in latino da un monaco amanuense medioevale, un quadro a olio dell’impianto telefonico, un sacrificio animale con un ovino vergine. Tempo medio per uscire da una compagnia telefonica: tre generazioni. Si abbona il nonno e ne esce il nipote. Inc Cool 8»
9.Miss Gaffe 2015
Ha un bellissimo sorriso Miss Gaffe 2015. Il concorso — da alcuni chiamato anche Miss Italia — fin dal lontano 1946 elegge la ragazza che più si distingue per un’espressione inopportuna che genera imbarazzo, per quella straordinaria capacità di lasciare basita la platea senza accorgersene, per quel talento naturale a sparare un’idiozia piramidale di cui non ti vergogni, ma gli altri si vergognano per te. Come per certi programmi che cambi canale per venire in aiuto a chi li sta facendo. Alice Sabatini in diretta su La7 prima di ricevere la corona a domanda rispondeva: «Vorrei vivere la Seconda guerra mondiale, tanto sono donna e non avrei fatto il militare». Poi per far capire che non era un caso e la vittoria era meritata ad altra domanda il giorno dopo su Canale 5 ribatteva: «Il personaggio italiano della storia che ammiro? Michael Jordan». Capace che se le chiedi «L’infinito» di Leopardi risponde «leopardare»
10.I padri della Patria: Conti, Zingaretti, Hill
I padri della Patria (televisiva, dunque quella che conta) sono Carlo Conti, Luca Zingaretti e Terence Hill con i loro tre segreti di Fatima (Sanremo, Il Commissario Montalbano e Don Matteo). In comune hanno il dna dell’insondabile e dell’impalpabile, quell’inspiegabile e indefinito che è nella sostanza aleatoria e volatile di molti best seller televisivi
11.L’isola degli audiosi
Apritemi l’audio. Chiudetemi l’audio. Mi senti? Io ti sento. Colleghiamoci con la Palapa. Me parese todo estupendo. Apritemi l’audio. Tizio stai facendo una bella Isola (qualunque cosa voglia dire). Chiudetemi l’audio. Ci sentono ora? Brava, Caia stai facendo una bella Isola (qualunque cosa voglia dire). Chiudetemi il collegamento con la Palapa. Me parese todo estupendo. Aprimi l’audio. Chiudimi l’audio. (Così, fino all’una di notte, per 10 puntate, è andata avanti «L’isola dei famosi»: è stato un successo)
12.Le ragazze di Bombolonolis
«Ciao Darwin» è la trasmissione dove le donne — se sono vestite — devono rimanere in camerino per tutta la durata del programma. Molto più intelligente del programma che messo in piedi, Bonolis ha puntato sulla cifra estetica, con riferimento ai grandi maestri del genere: Bombolo e Alvaro Vitali. «Ciao Darwin» era la sostanza dei loro film fatta a format televisivo
13.Anna chi la capisce Oxa
Anna Oxa, la sfinge di Bari, è sempre rimasta impassibile a quello che le succedeva intorno (per sua informazione era ad «Amici», ma forse non se ne è mai accorta). Virginia Raffaele ha provato a scalfirla: «Grazie a Anna Oxa per non essere stata con noi, non ha mai finto di divertirsi». Finita la trasmissione Anna Oxa ha fatto le valigie («lascio l’Italia per motivi di sicurezza») e affidato la sua paura a un messaggio su Facebook dall’italiano a spanne che meritava la stessa espressione che lei ha messo su per tutto il programma. Poi ha minacciato: «Ricordatevi, che se accade qualcosa all’incolumità dei miei figli e all’incolumità mia, tutti sapranno la verità e nessuno nasconderà tutto ciò che volete nascondere quando mi attaccate». Dal torpore dell’indifferenza al tunnel del complottismo. Ma una via di mezzo?
14.Signorini, il Dalai lama padano
Onore ad Alfonso Signorini, che — a differenza di molti — non se l’è mai presa quando è stato preso di mira in questa rubrica. Anzi. Quindi a sua grande richiesta, la sua apparizione in totale delirio mistico al «Maurizio Costanzo Show» in tunica verde, tipo Dalai Lama padano
15.Non perdiamoci di vista (intervallo)
Questa antologia si nutre di televisione, ma come certifica il nostro filosofo di riferimento (Daniele Piombi) la stagione è al termine (e senza neppure la cerimonia funebre degli Oscar tv). A giugno arriva il letargo, piovono molte repliche, altrettanti film, qualche numero zero che poi se andrà abbastanza male verrà messo in palinsesto. È arrivato dunque il momento dell’intervallo (in molti casi più avvincente di quello che va in onda)
Corriere della Sera