Il cantante in sala prove si lascia andare a uno sfogo raccontando i dubbi che lo assalgono al momento di esibirsi
Ad “Amici 22” non tutti i ragazzi stanno vivendo il serale alla stessa maniera. E le insicurezze si nascondono spesso nelle persone più impensate. E’ il caso di Aaron, il cantante della squadra Zerbi-Celentano, che racconta la sua paura ad affrontare l’appuntamento del serale. “Quando sono là me la faccio sotto – si sfoga mentre si trova in sala prove -. Mi sento piccolo, apprezzato meno degli altri e mi sento uno dei tanti. Io voglio sentirmi come uno che sta raccontando la sua vita, quello che sta facendo. Non voglio sentirmi anonimo”.
La terza puntata del serale di “Amici 22” ha lasciato il segno in Aaron. Il cantante si è trovato a dover far fronte alle critiche di coach e giudici, in particolar modo di Cristiano Malgioglio, con cui lo scontro è stato particolarmente acceso. Dopo l’interpretazione di “L’emozione non ha voce”, Malgioglio ha accusato il ragazzo di non saper cantare in modo dolce e Aaron non ha subito in silenzio. “In realtà sto lavorando proprio su questo e mi dispiace – ha detto poi a bocce ferme -. Allora penso sia proprio una questione di timbrica, perché non ero arrabbiato lì. Forse avendo un timbro arrogante faccio più fatica a sembrare romantico. Non so più come fare”.
Ma ad acuire la crisi di Aaron sono stati anche gli appunti di due sue compagne, Angelina e Benedetta, che di fatto hanno dato ragione a Malgioglio. “Quel brano era più dolce rispetto a come l’hai fatto tu – dicono -. Il problema è proprio parlare della voce, lui giudicava l’intensità”. “Sono un po’ stanco perché faccio sempre tanta fatica in puntata mentre vedo che alle prove sono tanto centrato – era stata la risposta di Aaron -. In puntata mi sento come le mie battute, fuori luogo”.
Una volta in sala prove il ragazzo affronta queste sue difficoltà cercando di trovare una soluzione. “Qua riesco a non essere anonimo, là canto” dice e quando la vocal coach gli chiede cosa deve fare per risolvere la situazione, lui risponde: “Mi devo portare le chiavi”. Le chiavi a cui si riferisce sono quelle per aprire le porte del suo mondo. “Io ho questo mazzo di chiavi – continua -, se vado sul palco e il mazzo non me lo porto dietro non posso fare niente”. Ma per il futuro è ottimista: “Sono contento perché adesso qui ce la faccio, mentre prima nemmeno qui riuscivo. Piano piano lo farò anche al serale”.