La presidente della Commissione Antimafia: “Mi auguro ci sia un ripensamento”. Maria Falcone: “Costernata, notizia incredibile”. Fico: “Esigo trasparenza massima”. Il precedente dei Casamonica
“Mi auguro che in Rai ci sia un ripensamento. Ma se questa sera andrà in onda l’intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che Porta a porta si presta a essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò all’Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai”. Così la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, sull’annunciata intervista di Porta a porta a Salvo Riina. La risposta di Bruno Vespa non si è fatta attendere: “Certo che andrà in onda, perchè non dovrebbe?”.
Secondo indiscrezioni raccolte in ambienti Rai, infatti, un primo tentativo del dg Rai Antonio Campo Dall’Orto e della presidente Monica Maggioni di convincere Vespa a rinunciare spontaneamente alla messa in onda dell’intervista sarebbe andato a vuoto. Forti anche della richiesta in tal senso dei sindacati dei giornalisti, i vertici Rai avrebbero fatto presente al direttore di Raiuno Andrea Fabiano l’inopportunità di esporre il servizio pubblico a una seconda bufera come quella suscitata dall’intervista di Vespa ai Casamonica. Vespa, però, non avrebbe accettato di rinunciare alla messa in onda.
“Apprendo costernata, considero incredibile la notizia: da 24 anni – ha dichiarato Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa Nostra – mi impegno per portare ai ragazzi di tutta Italia i valori di legalità e giustizia per i quali mio fratello ha affrontato l’estremo sacrificio ed è indegna questa presenza in una emittente che dovrebbe fare servizio pubblico”.
Dura anche la reazione di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo: “E’ vergognoso che il servizio pubblico della Rai dia spazio a queste persone, così come è vergognoso che ci siano editori che fanno raccontare a questi personaggi un cumulo di falsità dove dipingono il padre come il più tenero dei padri e invece sappiamo tutti di cosa si tratta: si tratta di un assassino”. “Spererei – ha aggiunto – che gli italiani questa sera spengano la televisione”.
Sulla vicenda è intervenuto il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S): “Il Direttore Generale della Rai Campo dall’Orto ha autorizzato la presentazione del libro del figlio di Riina a Porta a Porta da Bruno Vespa? E’ stato autorizzato dal nuovo direttore di Rai 1 Andrea Fabiano? – ha scritto Fico su Facebook – Chiederemo le richieste di autorizzazione. Ci sono degli accordi tra la trasmissione di Vespa e la casa editrice del libro di Riina? Esigo trasparenza massima”. “Non si capisce quale negazionismo ci sia nell’intervista a Porta a Porta al figlio Riina – ha replicato Fabrizio Cicchitto (Ncd) – l’intervista non è una esaltazione ma anzi è uno strumento per approfondire l’analisi di un fenomeno vedendo dall’interno un’esperienza fondata sull’assassinio e sullo stragismo, quella dei Corleonesi che ha costituito una delle espressioni più cruente e più pericolose della criminalità organizzata che fortunatamente lo Stato ha sconfitto”. Sette senatori del Pd (Lucrezia Ricchiuti, Donatella Albano, Maria Cecilia Guerra, Maurizio Migliavacca, Gianluca Rossi, Vincenzo Cuomo e Laura Puppato) hanno scritto una lettera al presidente della Commissione di vigilanza Rai Roberto Fico per chiedere “convocare al più presto una seduta della Commissione di vigilanza per verifcare presupposti e misura di sanzioni sulla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per questi episodi che oggettivamente rischiano di far sembrare la televisione pubblica il salotto in cui le associazioni criminali sono di casa”. La polemica segue di qualche mese quella sulla puntata del programma di Bruno Vespa in cui erano stati ospitati Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote di Vittorio Casamonica, i cui funerali show il 20 agosto, a Roma, avevano provocato molte critiche. Dopo quella trasmissione era stato convocato per un’audizione in Commissione Antimafia il direttore di Rai Uno Giancarlo Leone. Le reazioni avevano spinto la rete a garantire uno spazio “risarcitorio” in una successiva puntata, aperta con l’intervista all’allora assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella.
Repubblica