Bisio: “Con fibra 5g e tv online mettiamo in rete l’Italia che cambia”
Parla l’Ad Aldo Bisio: “Viviamo in una realtà iperconnessa, lo smartphone è una estensione anche emotiva delle persone. Prossimo step: cashless society”.
L’amministratore delegato di Vodafone Italia Aldo Bisio guarda i dati ed è soddisfatto. Il piano di cablatura delle 10 città con la fibra ultra veloce procede come da programma, e entro il 2020 tre grandi città saranno collegate sulla rete mobile con la tecnologia 5G.
“Stiamo recuperando il ritardo rispetto ad altri paesi –dice – ed anzi presto avremo una posizione di leadership. Questo è importante per la competitività del Paese”.
L’Italia diventa turbo, in sostanza, e tutto si muove intorno alle comunicazioni al telefono. Che oggi è tutto meno che un telefono: si fanno foto, si leggono l mail, ci si naviga in rete, si ottengono indicazioni stradali, si vedono i film. I potere è in mano a quella scatola piatta che abbiamo in mano. Sta diventando sempre più insostituibile. Perché?
Perché oggi viviamo in una realtà che è iper connessa, e il telefonino, o meglio lo smartphone, ti aiuta a rimanere nel sociale, a viaggiare, a seguire le tue passioni, E un’estensione anche emotiva delle persone, non solo con la voce ma anche con immagini e video. E non è solo un fenomeno che riguarda le generazioni più giovani.
Anche gli anziani ne beneficiano, basti pensare ai nonni che rimangono in contatto con i nipoti e le famiglie, anche se lontani. Lo smartphone e’ diventato anche un strumento di grande produttività nel lavoro.
Una specie di Grande Fratello. Non è un pericolo se ne diventiamo dipendenti?
Dipende da come lo si usa. C’è un rischio come per tutti gli strumenti. Le sue potenzialità sono enormi. E anche i vantaggi.
E tutto dipende dalla velocità. E’ lì la grande sfida.
Oggi lo standard è il 4G, che è stato un salto qualitativo rispetto al 3G, e sul qual Vodafone ha fatto un grande investimento. Adesso è alle porte il 5G che, rispetto a suo predecessore, segna un’evoluzione ma con meno discontinuità, e sarà un percors più progressivo. Il 5G avrà più velocità, in download superiore ai 10 gigabit a secondo. Più potenza, ovvero ad esempio potra’offrire 100 Megabit al secondo molte più persone in una stessa cella. Ma il 5G nasce per favorire l’Internet delle cose perche’ riuscirà a servire 1 milione di apparati contro i 10-20 mila del 4G. soprattutto diminuirà drasticamente la latenza, cioè il tempo di risposta della rete, che sarà inferiore ai 5 millisecondi. Questa sarà la vera rivoluzione: solo con questi tempi di reazione due entità dialogano in tempo reale. Ad esempio l’auto senza pilota può camminare in sicurezza solo con il 5G, capace di riconoscere un pedone e frenare.
Sul 5G state investendo parecchio, i tempi saranno rispettati?
Come Gruppo Vodafone siamo all’avanguardia nello sviluppo delle reti 5G. Il nostro impegno in Italia è quello di coprire tre grandi città entro il 2020. La data sarà rispettata se non addirittura anticipata, Stiamo valutando alcune città, sulle quali avvieremo dei test. Il passaggio sarà graduale dal 4G al 4,5G fino al 5G.
Su molti fronti siamo in ritardo, però. Le statistiche ci raccontano che l’internet banking si sta diffondendo con lentezza maggiore in Italia rispetto agli altri paesi europei, e che ancora molte Pmi non ritengono necessario dotarsi di strumenti di penetrazione commerciale basati sulla rete.
E’ vero, siamo più indietro a paesi come Francia e Germania. Questo dipende dal fatto che l’internet banking è associato alla penetrazione dei pc, che in Italia è stata sempre storicamente bassa. L’Italia è invece leader nel settore mobile, e il 4G e lo sviluppo delle app possono cambiare le prospettive. Ci crediamo, tanto che abbiamo integrato PayPal nel nostro wallet per i pagamenti mobili. I nostri clienti che hanno un account PayPal possono utilizzarlo con i Pos nel mondo fisico, non solo nell’e- commerce. Per le imprese internet non è solo una vetrina, ma è il cambiamento dei modelli di produzione e distribuzione delle aziende stesse. Il mobile apre la strada ad una ‘cashless society’, più agile e sicura anche nella tracciabilità del denaro e nel controllo a fini fiscali.
L’offerta quindi è destinata a crescere, e sul mercato ci sono già altri grandi operatori attivi sulla banda larga. Vodafone con Enel e Wind è in Open Fiber, Telecom va da sola e recentemente ha comunicato di non partecipare alla gara per alcune aree a fallimento di mercato.
“Posso commentare la battaglia che combattiamo noi, non quella che decidono di non combattere i concorrenti. Siamo stati tra gli artefici e promotori della discesa in campo di un operatore come Enel e Open Fiber nella arena della rete fissa. Open Fiber colma una lacuna che in Italia esisteva e permetterà di aumentare la competitività del Paese. Abbiamo coperto tutte le 3 grandi citta’ con tecnologia fino alla casa a Milano, Bologna, Torino con offerte a 1 Giga, e siamo partiti già con i primi abbonamenti anche a Perugia. A regime raggiungeremo 250 città e 9,5 milioni di abitazioni. E’ un progetto molto ambizioso, che parte dal presupposto che la fibra è il futuro delle telecomunicazioni, almeno per i prossimi 50 anni. Dobbiamo prendere atto che così come sono esistite nella storia diverse ere, quella del bronzo e della pietra, nelle tlc quella del rame sta volgendo al termine: investire nel rame oggi è antistorico. Con la fibra rimetteremo l’Italia al passo con l’Europa, in posizione di leadership. La competizione, a quel punto, si sposterà dalle infrastrutture ai servizi.
Sta crescendo però anche l’offerta col satellite. E aziende come Eolo o Linkem diventano più aggressive commercialmente
Stiamo guardando ad una tecnologia alternativa alla satellitare, il Fixed Wireless Access, che utilizza il 4G come ultimo segmento, e in futuro il 5G. Più veloce in download e upload, e meno costosa.
Adesso nel panorama italiano degli operatori arriva anche Xavier Niel. Riuscirà ad avere uno spazio, vi fa paura?
Non è la paura quella che ci muove ma il rispetto sì. Se guardiamo a quello che ha fatto in Francia non possiamo prenderlo sotto gamba. Certo, le condizioni del mercato italiano sono diverse da quelle francesi, il livello di prezzi in Italia è già ipercompetitivo e questo riduce gli spazi possibili. Ci stiamo preparando all’ingresso di un nuovo operatore che porterà elementi di novità in un mercato già vitale innovativo.
Ha detto che il livello dei prezzi italiani è basso e che i margini sono ridotti. Per Vodafone Italia nel pianeta mondiale della casa madre è una di quelle che da più profitti.
Quello appena chiuso è stato un trimestre positivo, siamo cresciuti del 3% anno su anno, oltre la media del mercato. Credo che la chiave sia anche aver coniugato una ricetta antica con l’altissimo livello tecnologico del settore. Indubbiamente hi-tech ma soprattutto hi-touch. Il nostro programma Care, che vuol dire “mi prendo cura di te” permette una grande interazione umana tra noi e i nostri clienti: generiamo ogni mese circa 60 milioni di contatti, attraverso call center, negozi, web, e App.
Anche sulla televisione vi state muovendo velocemente
Le statistiche dicono che oggi i video occupano il 60 per cento della rete, nel 2020 il traffico salirà all’80 per cento del totale, considerando tutti i distributori di contenuti.
Sul mercato ci siamo e con Vodafone Tv abbiamo creato una piattaforma integrata che offre Now Tv, Sky, Discovery, Netflix, Chili e altri. La tv del domani sarà avere la narrazione televisiva su molti schermi, a seconda del luogo e delle esigenze.
Sempre più contenuti, in sostanza e anche più informazione, con il pericolo incombente però che questa informazione sia drogata, imprecisa, imperfetta quando non addirittura falsa. Stanno dilagando le fake news. Come ci si può difendere?
Siamo vigili e ossessivi a riguardo. Così come abbiamo già escluso dai nostri investimenti pubblicitari oltre 100 mila siti che diffondevano messaggi di odio o intolleranza, cosi dedichiamo la stessa attenzione ai siti di fake news. E’ una partita a guardie e ladri, che si combatte ogni giorno.
E la privacy?
Questo oggi è un punto molto importante per la tutela degli individui. Siamo molto impegnati su questo tema. Prossimamente uscirà una nuova regolamentazione europea che porrà a tutti i protagonisti dell’ecosistema internet dei livelli di sicurezza e privacy che, come individuo e capo azienda, non posso che auspicare.
E’ d’accordo sull’idea di tassare i Robot?
“Una tassazione implicita già esiste. Se si inserisce un robot in una linea di produzione aumenta il valore aggiunto, l’imponibile di una azienda, e quindi la tassazione. Sarei d’accordo solo se questa tassa venisse usata per accelerare la riconversione professionale delle fasce più esposte.
Lei è un uomo tecnologico. I vecchi libri hanno ancora un senso?
“Sono un avido lettore di giornali, settimanali, libri, e guardo anche molti video. Quello che faccio è che tutte queste cose le vedo su un tablet, che per me è diventato uno strumento insostituibile.
di Fabio Bogo- La Repubblica, AFFARI&FINANZA