“Baglioni è sempre stato un sovversivo, Passerotto’ è in realtà un migrante e lui ne ha parlato 40 anni prima che arrivassero. Anzi, in realtà è lui che li ha sobillati, loro non sapevano che li stava aspettando da tempo”. Claudio Bisio usa le canzoni di Baglioni per dimostrare che il direttore artistico del festival è sempre stato un rivoluzionario, per questo finito al centro delle polemiche e delle reprimende del governo.
Bisio ha specificato di non aver citato ‘Passerotto’ “perché è un brano del ’74, e quindi Baglioni ha ampiamente superato quota 100 e non vuole mollare il posto di lavoro”, ma perché “altrimenti per quale motivo sarebbe stato ‘accoccolato ad ascoltare il mare’? Un mio amico ornitologo mi ha fatto notare che il passerotto nasce in Africa e migra in Europa migliaia di anni dopo”, ha detto Bisio.
E mentre quelli arrivavano, “lui cantava ‘Io me ne andrei’! Furbetto”, ha proseguito l’attore. “Se aveste letto le sue canzoni per tempo avreste capito che è sempre stato ossessionato dai migranti“. Da “migravamo come due gabbiani” di ‘Sabato pomeriggio’ a “cento ponti da passare” di ‘Avrai’, fino a “sirene di navi urlavano al vento” di ‘Un po’ di più’, sono tante le citazioni di Bisio a conferma della passione di Baglioni sul tema.
Per concludere, “Guccini a confronto è un cantante da oratorio, De Gregori da Zecchino d’Oro“. Ma non finisce qui: nei testi, Bisio sottolinea l’antimilitarismo del direttore artistico: “Cosa ci va a fare a Porta Portese, se non a comprare dei blue jeans al posto di questa divisa?“, o in ‘Poster’, dove “un uomo si lamenta ad alta voce del governo e della polizia“. E avanti così in una serie di citazioni che si concludono con l’entrata sul palco di Baglioni che intona insieme all’attore ‘Io sono qui’.
Ilaria Floris, Adnkronos