Martedì l’ultima puntata nel pomeriggio di Rai 2 del grande successo americano che rilanciato gli avvocati in televisione
A un anno di distanza dalla messa in onda americana, anche in Italia giungono a compimento le stagioni di «The Good Wife»: martedì 7 febbraio, su Rai 2, che l’ha programmato alle 16.30, neanche si trattasse di una serie per adolescenti o per casalinghe disperate, dopo una messa in onda a dir poco ballerina e penalizzante. Speriamo – per chi se la fosse persa – che quando sarà il turno della pay, Fox Life la pubblicizzi adeguatamente.
Eppure «The Good Wife», vincitrice di due Emmy e Golden Globes (sempre alla sua protagonista, Julianna Margulies), ideata da Robert e Michelle King, è stata una delle migliori serie realizzate nelle ultime stagioni da uno dei grandi network in chiaro americani: per qualità degli interpreti e della narrazione, agilità della scrittura e temi affrontati (spesso con lungimiranza in anticipo sugli stessi fatti di cronaca). Legal drama classico con qualche risvolto sentimentale, è tra i primi ad avere anche raccontato, seppure in secondo piano, compromessi e retroscena della vita politica americana con forti agganci all’attualità e ai cambiamenti sociali di quel paese, che sarebbero poi esplosi con «House of Card». Moglie tradita di un politico al centro di un sexgate (sul modello della coppia presidenziale Bill e Hillary Clinton), Alicia Florrick è stata – tra sbandamenti, determinazione, ambizione, intelligenza – donna come in molte avrebbero voluto essere.
«The Good Wife» ha chiuso nel momento in cui il legal drama, di cui per anni è stato l’isolato portabandiera, per quei corsi e ricorsi insondabili del gusto e delle mode, vive una stagione di gran spolvero. Sta per debuttare il suo spin off, «The Good Fight», 10 episodi dal 19 febbraio, di cui è protagonista Diane Lockhart (Christine Baranski), per anni capo e socio di Alicia, che dopo uno scandalo finanziario apre un nuovo studio in società con Lucca Queen (Cush Jumbo), già socia di Alicia proprio durante la stagione 7.
Ma è un momento d’oro per gli avvocati in tv, e scendono in campo i pezzi da 90: il produttore Dick Wolf ha aggiunto un «Chicago Justice» al suo infinito franchise di pompieri, poliziotti, medici in quel di Chicago (dal 5 marzo su Nbc) e Shonda Rhimes, dopo «Le regole del delitto perfetto», raddoppia su Abc con una serie ambientata presso la Corte Federale di New York. Jennifer Lopez sta producendo una serie scritta da Michael Rauch («Royal Pains») su una coppia di gemelli identici d’aspetto, agli antipodi come caratteri, che come avvocati in aula formano un team imbattibile.
di Adriana Marmiroli, La Stampa