Indovinare qual è la parola che ricorre maggiormente nei testi di Sanremo è fin troppo facile. Anche senza averli letti si potrebbe scommettere e vincere. Ovviamente si tratta di «amore». Senza frasi pieni di sentimenti, infatti, che Festival sarebbe? Elodie, però, ha stabilito un vero record: il suo pezzo contiene la dolce parolina ben volte 28 (davvero troppo). In media, però, il termine è in calo rispetto agli altri anni. Per il resto? Pochi fiori, molte notti, tanto riflessioni (e un boom del verbo «capire»).
Al Bano
Di rose e di spine: la descrizione in cinque parole di ogni relazione. Alti e bassi, giorni felici e litigate. Una dichiarazione forte per gridare il proprio amore. Al Bano non si risparmia e canta: «Io ti amo sempre più. Io ti amo ancor di più. Di questo amore senza fine. Di rose e di spine». Le paroline chiave ci sono tutte: cuore, sole eterno, fuoco, infinite vie. Proprio il classico dei classici. La cover, invece, è Pregherò di Adriano Celentano.
Bianca Atzei
Ora esisti solo tu è un brano che Francesco Silvestre ha scritto apposta per lei. L’ha anche chiamata nel cuore della notte per dirglielo. Anche qui tutto gira attorno alla fine di una storia poco sana e all’inizio di un nuovo amore. «Amore prendimi per mano, voglio correre veloce, come due pazzi verso il sole», recita il testo. Insomma, la rinascita dopo il fallimento amoroso. Niente di nuovo. Per la cover punta su Con il nastro rosa di Lucio Battisti.
Alessio Bernabei
Nel mezzo di un applauso celebra un amore. O meglio la favola d’amore dei nonni di Alessio Bernabei, entrambi scomparsi da poco. Il ritornello è l’apice di questo omaggio: «L’universo intero, l’universo intero applaude noi, l’universo intero applaude noi». Una frase gioiello in un testo delicato e malinconico: «Se vuoi trovami cercami nell’imprevisto». La cover scelta da Bernabei, invece, è Un giorno credi di Edoardo Bennato.
Michele Bravi
Il diario degli errori, ovvero l’elogio degli sbagli. Fin dal titolo è chiarissimo che si tratta di una sorta di mea culpa per gli errori commessi durante una relazione. Certo a 22 anni è po’ presto per una lista così, ma tant’è. «Ho sempre fatto tutto in un modo solo mio. E non ho mai detto resta se potevo dire addio», canta Michele Bravi. E ancora: «Sono andato dritto come un treno. Ho cercato nel conflitto la parvenza di un sentiero». Per la cover sceglie La stagione dell’amore di Franco Battiato.
Clementino
Ragazzi fuori è il ritratto delle nuove generazioni in cerca di un punto fermo. «Scugnizzi» un po’ scapestrati che vivono «nell’era delle menzogne e del buio». Nel brano, scritto con Marracash, la Iena non modifica di una virgola il suo stile rappando anche in dialetto napoletano. «Siamo ragazzi soli perdonateci signori di queste intrusioni. Ma quali illusioni». E ancora: «Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori. Storie di ragazzi fuori. Le mie storie di ragazzi fuori».
Chiara
Nessun posto è casa mia è un brano delicato che parla della lontananza. Di chi trova il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e di cambiare. Di chi prova a cambiare tuffandosi – magari anche da solo – in una situazione nuova, sconosciuta. «Avrà sempre occhi stanchi e mi mancherai. Poi mi abituerò. Perché si torna sempre dove si è stati bene. E i posti sono semplicemente persone», canta Chiara. perché in fondo casa è dove sono le persone che amiamo. La cover: Diamante di Zucchero.
Gigi D’Alessio
La prima stella è dedicata alla mamma Antonietta, che D’Alessio ha perso quando aveva 18 anni. Un pezzo commovente in cui il cantante napoletano racconta i cambiamenti del mondo. E racconta anche alla madre – morta di tumore – che oggi «dal vecchio male ci si può salvare». Una specie di ninna nanna al contrario cantata da un figlio alla mamma che non c’è più: «Quante volte ti ho cercato. E ti ho parlato. Ed ho sperato. mentre guardavo con gli occhi in su. Che la prima stella accessa quella fossi tu». La cover: L’immensità di Don Backy.
Lodovica Comello
Il cielo non mi basta è la storia proibita tra due amanti. Il racconto di un amore appassionato e un po’ folle. «Mi prenderò solo un po’ di te. Un istante di complicità. Un deserto di felicità. Che passerà e lascerà la polvere», canta la Comello. Il testo è semplice, anzi semplicissmo. E francamente parecchio ripetitivo. La cover: Le mille bolle blu di Mina.
Elodie
Tutta colpa mia, che vede tra gli autori anche Emma, parla di come può reagire una persona quando una relazione è in crisi. Elodie descrive quel tira e molla che le coppie affrontano nei periodi difficili: «Noi due siamo diversi. Ma come due pazzi. Ci urliamo contro. E poi passeremo la notte dicendo. Amore amore amore andiamo via». E a proposito di «amore»: la parola appare ben 28 volte (davvero troppo). La cover: Quando finisce un amore di Cocciante.
Giusy Ferreri
Fa talmente male parla di una relazione tormentata. Del dolore che a volte una relazione può provocare. Nel titolo c’è anche un gioco di parole a sottolineare ulteriormente che l’amore può ferirci e portarci verso l’abisso. «Vorrei sentirti dire. Che a tutto ci sarà una soluzione. Non sento più il rumore della tua voce. Il tuo silenzio è già fatale. ogni istante fa talmente. Fa talmente male», canta Giusy in un pezzo che mescola sentimento e grinta. Per la cover punta su Il paradiso di Patty Pravo.
Francesco Gabbani
Occidentali’s Karma prende in giro le manie degli occidentali. Quell’ossessione per la cultura orientale che in realtà non riusciremo mai a capire fino in fondo. Dopo il travolgente Amen Gabbani torna con una brano che trascina e fa riflettere. E anche se all’apparenza sembra solo una serie di parole strampalate (c’è perfino «una scimmia nuda che balla»), il messaggio è di quelli da ascoltare attentamente: «Tutti tuttologi col web. Coca dei popoli. Oppio dei poveri. AAA cercasi (cerca sì). Umanità virtuale». La cover: Susanna di Adriano Celentano.
Fiorella Mannoia
Che sia benedetta: con questo brano Fiorella Mannoia torna all’Ariston dopo 29 anni. La canzone, che porta anche la firma della cantautrice Amara, è un inno alla vita che «per quanto assurda e complessa ci sembri» in realtà è perfetta. Una dedica «a chi trova se stesso nel proprio coraggio. A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggi. A chi lotta da sempre e sopporta il dolore». E leggendo queste frasi si capisce bene perché la Mannoia sia la grande favorita. La cover: Sempre e per sempre di Francesco De Gregori.
Ermal Meta
Vietato morire racconta una storia di violenza domestica, una storia che Ermal Meta ha vissuto sulla sua pelle. Il brano inizia descrivendo un bambino che viene accompagnato a scuola da una mamma con un occhio nero. «Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai. E ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai», canta Ermal citando le parole della madre. La cover: Amara terra mia di Modugno.
Marco Masini
Spostato di un secondo è, in un certo senso, la versione musicale del film «Sliding Doors». Una riflessione sul potere del tempo, perché nella vita in un attimo tutto può cambiare. In un secondo si rimedia agli errori del passato o si fanno scelte che cambiano il futuro. Scelte che possono stravolgere anche il corso di una storia d’amore: «Come sarebbe il mondo. Se tutto fosse spostato di un secondo. Adesso ti vedrei. Scegliere di restare. E invece te ne vai. E io, io ti lascio andare». Per la cover Masini punta su Signor tenente di Giorgio Faletti.
Fabrizio Moro
Portami via è un grido di aiuto. E allo stesso tempo un omaggio che Moro fa alla figlia di 3 anni, che l’ha aiutato a superare un periodo difficile: «Portami via dai momenti. Da questi anni invadenti. Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia». La cover: La leve calcistica della classe ’68 di De Gregori.
Nesli e Alice Paba
Do retta a te non è semplicemente una canzone d’amore, è un pezzo sulla fiducia. Perché dare retta a qualcuno è tutt’altro che facile. A volte si da retta al cuore, a volte al destino, altre volte ancora al tempo – come racconta il testo scritto da Nesli. Do retta a te è la storia di una coppia in crisi, un dialogo tra un uomo e una donna alla deriva. Per la cover, invece, Nesli e Alice scelgono Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, a cui hanno dato una versione punk-rock molto nervosa. Un brano potente in cui i due cantano all’unisono: perfetto per un singolo estivo.
Ron
L’ottava meraviglia sottolinea quanto sia importante avere accanto la persona giusta. Condividere un percorso comune, invecchiare insieme perché – canta Ron – «l’ottava meraviglia del mondo siamo io e te…siamo io e te». In una società in cui le difficoltà sono molte «c’è una strada da fare, da percorrere insieme. Su un treno, su un aereo o soltanto coi sogni». La cover scelta: Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli.
Raige e Giulia Luzi
Togliamoci la voglia parla di sesso. E il duetto tra il rapper torinese e la cantante (che ha esordito come doppiatrice) è tutt’altro che romantico. Il testo è chiaro: «Togliamoci la voglia stanotte. Ascoltiamo questo istante. E se non ci pensi sarà più forte. Se qualcosa resta, resta qua». Per la cover il duo sceglie Morandi, reinterpretando C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones.
Samuel
Vedrai è una canzone d’amore. Dell’amore visto come speranza a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà: «Vedrai che i desideri si riaccenderanno. Ricostruiremo il luogo in cui poi vivranno. Perché noi siamo l’unica benedizione. L’unica tragedia, l’unica ambizione». La cover: Ho difeso il mio amore dei Nomadi.
Sergio Sylvestre
Con te, brano scritto da Giorgia, racconta la fine di un amore. L’attimo esatto in cui si capisce che una storia è finita. «C’è uno spazio vuoto dentro, è casa mia. Solitudine, una malattia che è mia, mia mia. Con te ho nascosto le mie lacrime. Con te perché adesso ci sta un altro con te». La cover: La pelle nera di Nino Ferrer. Sul palco per reinterpretare al meglio la canzone anche i Soul System
Paola Turci
Fatti bella per te riflette sulla bellezza e il tempo che passa. «Passano inverni. E sei più bella. E finalmente. Ti lasci andare. Apri le braccia. Ti rivedrai dentro una foto. Perdonerai il tempo passato». Una canzone nata da una chiacchierata con Giulia Amania, per dire che ci si può volere bene anche quando si cambia. La cover: Un’emozione da poco di Anna Oxa.
di Alice Castagneri, La Stampa