Il supercampione de L’Eredità, il pugliese Massimo Cannoletta, è stato intervistato dall’agenzia AdnKronos e ha parlato dei suoi progetti dopo la trasmissione, svelando quello che è il suo sogno: fare il divulgatore in tv, come Alberto Angela. «La mia passione è raccontare la cultura, con un linguaggio divulgativo e non accademico, e mi piacerebbe farlo anche in tv»
Le sue parole. «Non so cosa verrà – dice – se arriveranno proposte da qualche direzione televisiva, mi piacerebbe molto e ne sarei onorato»
Il supercampione è ormai da più di un mese a ‘L’Eredità’, con un record di risposte esatte e una somma vinta non indifferente, oltre 200mila euro. «Avevo fatto la valigia per massimo due o tre giorni e mi trovo qui da un mese», scherza Cannoletta, che stasera parteciperà ancora al programma, nonostante l’eliminazione di ieri sera quando è stato battuto dalla concorrente Karen, per una regola del game show di Rai1 condotto da Flavio Insinna che prevede una nuova ‘vita’ per chi, come lui, è arrivato per sette volte consecutive al gioco finale della trasmissione, la ‘ghigliottina’. «Non vorrei apparire immodesto – dice Cannoletta – ma quelle sette ghigliottine consecutive penso di averle meritate».
Sulla celebre frase che con la cultura non si mangia osserva: «Ovviamente a ‘L’Eredità ho guadagnato una somma della quale non mi posso lamentare, ma io vivo e mangio grazie alla cultura da qualche anno perché mi occupo di divulgazione culturale: l’arte, la musica, il mondo sono i temi che mi nappassionano e quello che mi ha sorpreso – spiega – è stato che nell’istante in cui è arrivata la popolarità, inevitabile grazie a una trasmissione di grande qualità e tra le più viste di Rai1 come ‘L’Eredità’, mi sono reso conto che l’Italia ha una grandissima fame di cultura, non nel senso polveroso ma nel senso più vivo del termine». «Non che non ci sia offerta culturale nel nostro Paese – sottolinea – e penso che divulgatori come Piero e Alberto Angela dovrebbero essere patrimonio Unesco. Ma c’è anche il professor Alessandro Barbero, che è bravissimo. Il panorama culturale italiano c’è ed è ricco, ma nonostante l’offerta sia vasta la domanda non è ancora soddisfatta del tutto. Questo significa che siamo un paese vivo e degno della grande storia che abbiamo alle spalle».
Cannoletta elogia lo stile pacato e la conduzione di Flavio Insinna «con il quale ho instaurato una grande capacità di comunicazione», ed elogia lo stile de ‘L’Eredità’ che «rispetto a tanti altri quiz che pongono domande nozionistiche qui si può fare un ragionamento e arrivare alla risposta. Gli autori lanciano una sfida con una domanda che ha al suo interno gli elementi per arrivare alla risposta. Certo, a svantaggio dei concorrenti c’è il poco tempo a disposizione, ma di contro c’è la straordinaria l’atmosfera creata da Insinna e una squadra straordinaria in studio».
Cannoletta, che nella vita fa il divulgatore culturale sui social, nei festival e sulle navi da crociera («i famosi due giri intorno al mondo di cui parla sempre Flavio si riferiscono a una crociera in cui facevo conferenze raccontando i luoghi in cui la nave faceva tappa»), ha un progetto concreto per quando uscirà definitivamente da ‘L’Eredità’: «Appena sarà possibile viaggiare, quando la pandemia sarà finita, mi piacerebbe rinnovare un progetto che ho messo a punto a settembre, quando tutti ci eravamo illusi che il Covid non ci fosse più, e ho fatto un viaggio totalmente autofinanziato da Leuca a Trieste nei posti meno noti, confrontandomi con i miei followers che incontravo lungo la strada e che mi mostravano luoghi sconosciuti, e pubblicando una specie di diario di viaggio».
«Oggi grazie al ‘L’Eredità’ ho molti più followers e se lo rifacessi avrei più interazioni e quindi più posti sconosciuti da scoprire. Inoltre avrei maggiori risorse finanziarie perché dedicherei parte della vincita alla versione 2.0 di questo progetto». Infine Cannoletta racconta il perché della sua scelta di mercoledì sera, arrivato al Triello, ha scelto di non dare una risposta che conosceva favorendo un altro concorrente. «La mia rinuncia è stata una scelta molto netta perché Tommaso è una persona preparatissima e quella sera ha risposto a tutte le domande. Mi sembrava quindi giusto cedergli il gioco. Sono stato altre volte nella sua situazione, e con serenità più assoluta, consapevole che rinunciavo a giocarmi 180mila euro, gli ho ceduto la vittoria. Lo rifarei, volevo che si sapesse ufficialmente che questo signore era stato bravissimo, e quindi era giusto che andasse lui alla ghigliottina», conclude.
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