I capitani della Juventus maschile e femminile a fianco a scopo benefico, per dimostrare che la disabilità è una ricchezza e offre un «ponte» virtuoso verso l’integrazione
Due capitani, la stessa sensibilità e la stessa voglia di mettersi in gioco, uscendo dal perimetro del campo ed entrando nel mondo reale. Giorgio Chiellini e Sara Gama – rispettivamente capitani della squadra maschile e femminile della Juventus Fc – sono due persone intelligenti, consapevoli dei loro privilegi e sempre attenti a considerare il mondo un posto dove le diversità siano una ricchezza, non un limite. Giorgio e Sara ora sono insieme per sostenere un’iniziativa a scopo benefico indirizzata al mondo della disabilità.
E’ un bel segnale da parte di un mondo come quello del calcio che spesso viene ritenuto lontano dalla vita vera.
Chiellini da un paio d’anni lavora al fianco dell’associazione «Insuperabili» di Torino, frequentando – quando gli impegni professionali glielo permettono – una squadra di calciatori affetti dalla sindrome di down. Il numero 3 bianconero e della nazionale – proprio nella giornata mondiale dedicata alla disabilità – ha dato il benvenuto a Sara Gama, il suo equivalente in campo femminile (anche lei indossa la maglia numero 3), calciatrice leader della Juventus e pilastro della nazionale.
E così la campionessa delle J-Women diventa testimonial per promuovere l’attività delle 17 scuole calcio di «Insuperabili Onlus Reset Academy» per atleti disabili presenti in tutto il territorio italiano. «Sono contenta di far parte anch’io di una squadra importante come quella di Insuperabili e soprattutto vicino a un capitano come Giorgio», ha commentato Sara Gama. Nella squadra ci sono anche altri atleti di fama, come il «Papu» Gomez, l’argentino stella dell’Atalanta e Cristiana Girelli, la bresciana compagna di squadra di Gama nella Juventus e nella nazionale azzurra.
Quella di Sara Gama è una storia che racconta di sogni, sacrifici, integrazione. Padre congolese, mamma triestina, sarà è cresciuta a Trieste e nel calcio ha trovato la sua dimensione, senza dimenticare di essere – prima di tutto – cittadina del mondo: parla quattro lingue e da quando gioca si è sempre distinta per le prese di posizione e la solidarietà verso gli ultimi. Insieme – «Chiello», Sara e altri campioni del calcio – proveranno a dare un’accelerata agli obiettivi dell’associazione «Insuperabili», che ormai da sette anni (è stata fondata a Torino nel 2012) promuove il gioco e le discipline parasportive tra i giovani portatori di disabilità e prova a valorizzare quel che ognuno sa fare (anche rincorrendo un pallone), perché ciò significa riconoscerne la dignità umana, e riconoscersi in questa dignità.
A far parte della Onlus ci sono centinaia di ragazzi che giocano e si divertono nelle varie sedi dislocate in tutto il paese (da Napoli a Roma, da Genova a Milano) e pensano – giustamente – che rincorrere un pallone sia un buon modo per sentirsi in armonia con se stessi e con il mondo. Per far capire a tutti che la disabilità può diventare una risorsa, può rivelarsi una ricchezza, può infine diventare un ponte virtuoso nel processo di integrazione che coinvolge il mondo in cui viviamo.
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