È l’intervista più famosa e scandalosa nella storia della royal family, quella concessa da Lady Diana al programma Panorama della BBC nel 1995.
Due anni prima della morte, quando ormai era un personaggio di fama planetaria, amato dall’Africa all’Australia, la principessa del Galles si confessò di fronte a 23 milioni di telespettatori e al giornalista Martin Bashir, dimostrando un coraggio insospettabile. Raccontò senza più alcun timore il naufragio del suo matrimonio “affollato” a causa dell’ingombrante presenza di Camilla, ammise il tradimento con il capitano James Hewitt, di non aspirare al trono e svelò ripicche e gelosie della sua vita col principe Carlo. Quelle dichiarazioni spaccarono letteralmente il popolo inglese a metà tra sostenitori di Lady D. e detrattori. Proprio in queste ore, però, arriva il colpo di scena. L’intervista sarebbe stata ottenuta con l’inganno. A denunciarlo è il fratello di Lady Diana, il conte Charles Spencer, che punta il dito contro proprio Martin Bashir. La questione è abbastanza intricata. In questi giorni il conte Spencer ha inviato una lettera a Tim Dove, direttore dell’emittente televisiva, accusando Bashir di “pura disonestà”, poiché il giornalista avrebbe ottenuto l’intervista dalla principessa presentando dei documenti falsi. Bashir presentò al conte degli estratti conto bancari che certificavano il pagamento a due dipendenti di palazzo in cambio di informazioni riservate su Lady Diana. Questi pagamenti risultavano effettuati dai servizi di sicurezza britannici.
Dopo aver visto questi documenti, Charles avrebbe deciso di presentare Martin Bashir alla sorella e da quell’incontro sarebbe nata l’idea dell’intervista. Peccato, però, che gli estratti conto fossero falsi. Purtroppo il conte Spencer se ne rese conto quando era troppo tardi. Nella lettera a Dove Charles ha chiarito: “Se non avessi visto quei documenti non avrei mai presentato mia sorella a Bashir”. La questione dei pagamenti fasulli non è nuova e ha già dato il via, qualche anno fa, a un’inchiesta interna dell’emittente. Martin Bashir dovette dare spiegazioni a Tony Hall, ex direttore generale della BBC.
All’epoca il portavoce dell’azienda specificò: “Non fu una buona idea produrre questi documenti e il signor Bashir lo ammette. Ma abbiamo confermato che in nessun modo sono stati utilizzati per ottenere l’intervista con la principessa Diana”. Come se non bastasse la BBC ha in mano un documento manoscritto in cui Lady Diana affermò che rilasciare l’intervista fosse una sua precisa volontà. Tutto chiarito? Neanche per sogno. Charles Spencer non è ancora convinto e vuole vederci chiaro. Come riporta l’Express l’emittente si è scusata per la falsificazione, promettendo di aprire una nuova inchiesta, ma non subito. Martin Bashir, infatti, ha contratto il coronavirus e ora è gravemente malato. Dunque è impossibile che possa dare ulteriori risposte nell’immediato. Secondo la BBC, però, questi estratti conto falsi non influirebbero affatto sull’intervista in sé, né sulla volontà della principessa di raccontare la sua vita (a prescindere dalla già citata nota manoscritta). Tuttavia possiamo farci una domanda: senza quei documenti e l’incontro con il giornalista, Diana avrebbe cercato comunque di rendere pubblici con una intervista i retroscena del suo matrimonio? Difficile dirlo ora. Charles Spencer vuole difendere a tutti i costi la memoria di Lady Diana, dissipare ogni possibile ombra sulla sua vita e ciò è comprensibile. Non ci resta che sperare nella guarigione di Martin Bashir e in possibili nuove dichiarazioni che ci aiutino a dipanare la vicenda.
Francesca Rossi, ilgiornale.it