Dopo che Netflix ha sospeso la produzione della serie si formulano due scenari: la sesta stagione non si farà oppure si farà senza Spacey. Intanto su Twitter il Presidente non smette di cinguettare
Le riprese sospese a tempo indefinito, l’ambiente di House of cards definito dalla troupe “intossicato” dalle molestie. Il futuro della serie tv è più che mai incerto dopo che si moltiplicano le accuse contro Kevin Spacey. L’attore, che grazie al personaggio di Frank Underwood ha ottenuto una popolarità che neppure l’Oscar gli aveva dato, avrebbe dovuto essere sul set mercoledì scorso ma, naturalmente, non si è presentato.
Netflix ha fatto sapere che sta valutando con la casa di produzione della serie, la MRC, come proseguire ma gli esperti ipotizzano due scenari: la conclusione della serie una stagione prima del previsto o la continuazione senza Spacey. E in comunicato ufficiale chiarisce: “Netflix non sarà più coinvolta con altre produzioni di House of Cards che includano Kevin Spacey”.
Si fa sempre più viva infatti l’ipotesi che la produzione della serie tv americana decida di uccidere, nella fiction, il presidente Underwood interpretato da Kevin Spacey. Secondo Variety questa scelta permetterebbe alla saga di continuare incentrando la sesta stagione su Claire, la moglie di Frank interpretata da Robin Wright. Oltre a non troncare la storia, l’obiettivo sarebbe quello di salvaguardare i 300 dipendenti della serie che resterebbero altrimenti disoccupati con la cancellazione della sesta stagione.
You have to know how to finish.
— Frank Underwood (@Frank_Underwood) 3 novembre 2017
Nel frattempo uno degli account Twitter a nome Frank Underwood, ma che non ha alcun legame ufficiale con Netflix o con la serie, continua a “sfornare” aforismi anche in questo difficile momento con chiari riferimenti sia alla fine della serie che alle accuse rivolte a Spacey.
Some people run their course.
— Frank Underwood (@Frank_Underwood) 3 novembre 2017
Tra gli ultimi: “Bisogna sapere come finirla” oppure “il potere non crea i mostri, li rivela” o ancora “dopo tutto noi siamo nè più nè meno di quello che vogliamo rivelare”.
Doubt is what you should be having.
— Frank Underwood (@Frank_Underwood) 3 novembre 2017
Repubblica.it