GABRIELE MUCCINO CHIUDE IL PROFILO FACEBOOK DOPO LE POLEMICHE SU PIER PAOLO PASOLINI

GABRIELE MUCCINO CHIUDE IL PROFILO FACEBOOK DOPO LE POLEMICHE SU PIER PAOLO PASOLINI

gabriele muccino

(di Massimiliano Carbonaro, capsule Tvzap) Il regista posta ‘Tutti in fila… uno due, uno due… e chi non la pensa come voi, olio di ricino’. Gabriele Muccino nella bufera per aver commentato a modo suo Pier Paolo Pasolini scrivendo su Facebook che il suo cinema era amatoriale e che con lui iniziò il degrado della nostra cinematografia. “Non basta essere scrittori per trasformarsi in registi. Così come vale anche il contrario. Il cinema Pasoliniano aprì le porte a quello che era di fatto l’anti cinema in senso estetico e di racconto”, l’accusa di Muccino. Un’analisi lucida e personale, controcorrente nel momento in cui tutti celebrano Pasolini, scatena la furia iconoclasta del web contro il regista romano. Una pioggia di insulti che portano Muccino di prima mattina a chiudere il suo profilo Facebook. Non prima di aver postato nella notte la sua replica a chi lo ha insultato, le cui tracce restano su Twitter.

“Tutti in fila… uno due, uno due… e chi non la pensa come voi, olio di ricino. Ma per favore – scrive il regista di ‘Padri e figlie’ in un post notturno – popolo di Facebook che insulta prima ancora di leggere e cercare di comprendere quello che io ho veramente scritto e non ha mai voluto l’ambizione di trovare consenso o condivisione ma solo di essere raccontato. E’ ancora un nostro diritto dire cosa pensiamo? A quanto pare no. Meglio dare del mediocre, dell’arrogante, della nullità, insulti a destra a manca, una sassaiola da vandalismo intellettuale contro colui che ha osato dire che forse la terra non era al centro dell’Universo. Non mi scalfisce ciò che leggo – aggiunge amaro – ma il giudizio che esce fuori con tanta rabbia e violenza. Il giudizio che inconsapevolmente date di voi stessi e della violenza che esternate e che non era affatto presente in quanto da me scritto”. Quindi ribadisce il suo pensiero, “per l’ultima volta perchè nel prossimo post riprenderò a parlare di cose che mi premono assai di più”. E non parla più semplicemente in veste di regista, ma di esperto e cinefilo: “Il cinema è industria, un film costa, se non rientra dei denari, la pellicola, quando c’era la pellicola, finisce al macero e nell’oblio – scrive -. Dalla metà degli anni ’70 il cinema italiano è morto a causa di improvvisati registi che non sapevano come comunicare col pubblico”.

E quindi il nuovo affondo ‘critico’ su Pasolini regista: “Da quando ci si inizio’ ad improvvisare registi. Ho detto qualcosa che non e’ verificabile? – si chiede Muccino -. Ho detto che Pasolini regista ha aperto la porta ad altri registi improvvisati che a differenza sua non avevano nemmeno l’immensa statura di scrittore e poeta… Ho detto che Pasolini era uno scrittore prestato al cinema e che il cinema non era nelle sue corde piu’ alte. Lo penso, lo pensero’ e avro’ ogni sacrosanto dovere di dirlo anche davanti ad una folla di forcaioli che ha intasato questa bacheca di insulti”.

Quindi la chiosa amara: “Ma li lascerò i vostri insulti, per quanto possa mai riuscire a resistere dal non cancellarli quando mi ci imbatta, essendo voi entrati con le scarpe infangate in casa mia senza avere neanche avuto la premura di togliervele o di lasciare una decente pulizia alle vostre spalle. Ora basta, chiudo questa parentesi penosa di fascismo applicato. Domani olio di ricino a colazione e il mio peccato verrà purificato!”. Uno sfogo notturno a cui fa seguito la scelta, drastica, di chiudere la pagina Facebook.

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