Lettera aperta dopo l’espulsione per gli insulti sessisti: “Chiedo perdono alle nostre donne forti e generose”
“Non mi riconosco nella persona che ha pronunciato quelle frasi” ma “affronterò serenamente le conseguenze del mio comportamento inappropriato”. All’indomani dell’espulsione dalla casa del Grande Fratello Vip, Clemente Russo affida a Facebook una lunga lettera di scuse per le frasi sessiste pronunciate durante una conversazione con l’altro concorrente Stefano Bettarini. Una conversazione dai toni confidenziali epperò puntualmente registrata dalle telecamere del reality show.
“Considerati i toni e le modalità della mia uscita di scena non posso dirmi stupito dei contraccolpi, talvolta dolorosi come pugni sul ring”, scrive il pugile, reduce da una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016. Russo si rivolge “all’Amministrazione Penitenziaria, e a tutti i colleghi del Corpo di Polizia Penitenziaria” nonché al ministro Andrea Orlando, che sulla vicenda era intervenuto chiedendo al Dap di verificare la compatibilità dei comportamenti “misogini e omofobi” con lo statuto delle Fiamme Azzurre, di cui Russo fa parte.
Clemente ci mette una pezza, invocando il perdono delle “nostre donne, forti e generose come poche” e appellandosi, a sua discolpa, alle condizioni di “anormalità” vissute nella casa del Grande Fratello. E’ una “minima attenuante”, dice. “Accettando la partecipazione nel programma non avevo tenuto in giusto conto le conseguenze di innaturale asocialità nella quale si è inseriti durante la forzata convivenza nella ‘casa’, tanto da non riconoscermi ora nella voce che ha pronunciato le frasi ‘incriminate'”.
“Io mi sento una persona profondamente diversa – insiste – A mente fredda capisco che avrei potuto esprimermi in modo diverso”. Ingenuo, leggero, impreparato, insomma. Ma moralmente integro. Così si decrive Russo: “Sono un marito e soprattutto un padre che ama profondamente la propria famiglia e farebbe di tutto per difenderne l’integrità. Questi sono i valori dei quali mi sono sempre fatto portatore, in pubblico e nel privato”.
Basterà a sanare il danno di immagine e a evitare sanzioni?
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