(di Tiziano Rapanà) Il troppo cinismo mi sconfigura la curiosità. E non ho voglia di sapere più niente del presente e del passato. E il futuro è un’incognita che mi limito a vivere senza quell’annusata da cane da tartufo, che vuole saperne di più. Fossi almeno dotato del talento della preveggenza, nemmeno quello. Perché la musica odierna non mi dice niente e posso ascoltare qualsiasi cosa e non cambia nulla. Un concerto vuole rimarcare la distanza dall’oggi che non esiste, che è moda senza la idealtipica pirotecnica della sfilata. L’attualità mi sfinisce e allora voglio correre a Napoli, la città dell’amore, per assistere al concerto. Avrò tempo? Tecnicamente sì, non so, ma voi andateci. Il 23 settembre, nell’area dell’ex base Nato di Bagnoli, si terrà uno straordinario concerto d’autore con cinque assi della musica nostrana: Don Backy, Mariella Nava, Mimmo Cavallo, Michele Pecora, e Gianfranco Caliendo. Ora potrei rifare il parquet della mia stanzetta di parole con la retorica fresca di giornata, tutta dedicata ai cinque cantautori. Servirebbe? Perché non ha senso scrivere e la grandezza è tutta nella collana di note, che hanno realizzato. Il tempo, questo terrificante eversore della felicità, non aiuta e le radiografie fatte all’oggi non presentano tracce di miglioramento: anche volendo non si può prospettare un futuro migliorare, l’ottimismo sembra uno sforzo inutile. Un concerto come gratificazione, come sospensione del giudizio, che vedrà anche la partecipazione dello straordinario talento di Giada Caliendo. Le cose miglioreranno, forse.