Viterbo si sveglia in trincea. I segnali stradali lasciano il posto ai sacchetti di sabbia. Le auto in sosta rimosse. Splendono al sole i sampietrini e i carri armati. E… ciak si gira. Iniziano stamattina alle 8 le riprese della miniserie Catch 22, tratta dall’omonimo romanzo di Joseph Heller che narra le vicende di un aviatore americano durante la Seconda guerra mondiale. Regista e attore George Clooney, arrivato nella città dei papi con un carico di attori di Hollywood e centinaia tra tecnici, producer e infaticabili lavoratori. Che per tre oggi avranno l’arduo compito di far rivivere a Viterbo i tempi della guerra. Quindi fuori le auto dal centro e makeup per gli alberi di piazza della Morte, sfoltiti e resi meno invadenti per assicurare scene realistiche.
Vietato il traffico veicolare e pedonale nelle zone dove si girano le scene della serie. E via a tutto ciò che ricorda gli anni Quaranta. Come le pecore libere di brucare. Sono circa 200 gli ovini fatti arrivare a piazza del Comune per rendere più reali le scene. E se ci sono gli animali domestici di certo non possono esserci le auto. I disagi, come spiegato dal sindaco Arena, sono concentrati in tre giorni e riguardano principalmente il quadrante del centro storico che comprende via Cavour, piazza del Plebiscito, via San Lorenzo, piazza della Morte e piazza del Gesù. Dove si gireranno le scene principali. In particolare, da questa mattina alle 8 e fino alle ore 5 di venerdì 4 agosto sarà interdetto il parcheggio del Sacrario e parte di quello di Valle Faul, così come l’ascensore che sale al Duomo.
Contestualmente sarà istituito il divieto di sosta in tutte le vie del centro storico interessate dalle riprese. Inoltre domani, dalle ore 12 sarà interdetto il traffico in via Cavour con deviazione a via delle Fabbriche o via Saffi. Lo stesso giorno sarà momentaneamente interrotto anche il traffico pedonale. Per agevolare i residenti a lasciare le auto fuori dalle mura sono stati predisposti due servizi navetta gratuiti, uno dallo stadio Rocchi e uno da piazzale Gramsci.
Maria Letizia Riganelli, Ilmessaggero.it