Poco resta dell’iconica reginetta glam derivata dall’immaginario pop americano dei primi tempi. Lana Del Rey è una diva senza tempo. Questo risulta evidente all’Ippodromo La Maura, a Milano, sotto un cielo grigio e davanti a oltre 67.000 fan venuti ad ascoltare la pioniera del sadcore di Hollywood, con i suoi ritmi lenti e testi malinconici che raccontano di ‘beauty queen’ che si innamorano di ribelli senza causa e scie chimiche nel cielo sopra gli esclusivi country club della Valley.
Diventata famosa nel 2012 con ‘Born to die’, oggi Lana Del Rey è una star completa sul palco degli I-Days. I fan sanno bene che dark comedy, ‘dream pop’ nostalgico e atmosfere cinematografiche saranno gli ingredienti della serata. Ed eccoli accontentati. Per loro, Lana rappresenta la perfezione. Lo dimostra l’esercito di ragazze che sfoggia corone di fiori, fiocchi, vestitini di pizzo, stivali texani e occhiali a forma di cuore, imitando il suo stile.
Ammirata sia dai boomer che dai millennial, Lana. Alcuni l’hanno seguita fino in Versilia l’anno scorso, mentre altri la vedono per la prima volta. Non è forse casuale che l’artista statunitense, fresca del successo al Coachella (il festival musicale californiano più trendy al mondo, adorato dalle star e dal jet set internazionale), dove si è esibita insieme a Billie Eilish, e del Primavera Sound, abbia scelto il palcoscenico milanese per la sua unica data in Italia. Gli organizzatori lo hanno definito come il suo più grande concerto mai tenuto nel nostro Paese e gli ampi spazi dell’Ippodromo La Maura ne sono la prova.
Con una voce malinconica e ammaliante, coreografie che prevedono interazioni con il corpo di ballo e accenni di pole dance, la cantautrice newyorkese, che si è autodefinita ‘la versione gangster di Nancy Sinatra’, è in splendida forma mentre canta della sua estate malinconica, fatta di amori fugaci e nostalgia romantica. Sale sul palco con un look scintillante da diva anni Sessanta: mini-abito color champagne, diadema floreale e stivali sparkling, mentre gli arrangiamenti per le esibizioni dal vivo spesso si distaccano dall’elettronica soft originale. Predilige il pianoforte e talvolta echi di big band da film anni ’50, in uno spettacolo che fonde moda e arte che negli anni ha conquistato schiere di fan in tutto il mondo. “Ciao Milano, sono molto felice di essere qui, siete speciali” dice, e il pubblico si esalta.
Il concerto, aperto dalle esibizioni di Clara e Dardust, ha un’atmosfera onirica e una scenografia decadente, con un patio bianco coperto di piante rampicanti. Davanti a questo sfondo, la cantautrice interpreta i grandi successi della sua carriera ventennale: da ‘Born to Die’, a ‘Pretty when you cry’ e ‘West Coast’, fino al suo manifesto, ‘Summertime Sadness’, che il pubblico canta a squarciagola. Poi ancora ‘Young and Beautiful’ e ‘Video Games’, ipnotica ballata che ha consacrato Lana tra i big della musica mondiale, oltre a brani come ‘A&W’ e ‘Grants’ tratti dall’ultimo lavoro discografico ‘Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd’, pubblicato nel marzo 2023 e accolto molto positivamente dalla critica.
Lana Del Rey canta un’epoca e un immaginario che evocano nostalgia per un tempo che non esiste più e che forse non è mai esistito, velati dalle incertezze della contemporaneità. Nel suo caso, la definizione di ‘dream pop’ sembra quanto mai appropriata per descrivere le sensazioni che regala al pubblico milanese. Un concerto dall’iconografia cinematografica dove alterna brani intimi a hit esplosive, con tanto di ologramma. E viene in mente un’altra grande diva, Sophia Loren, che durante un’intervista di qualche anno fa disse: “Se non hai mai pianto, i tuoi occhi non possono essere belli”. Un messaggio che Lana, dal palco, fa arrivare forte e chiaro ai suoi fan.