Il frontman del gruppo rock alternativo che negli anni Novanta conquistò il mondo con “Smells Like Teen Spirit” è considerato il portavoce della generazione X. Una figura tormentata, prima dal dolore per il divorzio dei genitori, poi dall’abuso di droghe e dalla relazione burrascosa con Courtney Love. A 27 anni scelse il suicidio e in una lettera scrisse: “È meglio bruciare che spegnersi lentamente”
La musica, il dolore mai superato per il divorzio dei genitori, la droga e l’amore tormentato per Courtney Love, poi il suicidio a soli 27 anni. Nato ad Aberdeen il 20 febbraio 1967, fa Kurt Cobain, indimenticabile frontman dei Nirvana, angelo maledetto del grunge che con Smells Like Teen Spirit che venne considerato portavoce della generazione X, è morto 29 anni fa, il 5 aprile 1994 a Seattle.
IL DIVORZIO DEI GENITORI
Kurt Donald Cobain nasce il 20 febbraio 1967 al Grays Harbor Hospital di Aberdeen, nello Stato di Washington: il padre è Donald Leland Cobain e fa il meccanico, la madre è Wendy Elizabeth Fradenburg, barista e segretaria. Quando nel 1975 i due decidono di divorziare, Kurt Cobain cambia radicalmente, diventa triste e introverso, e in un’intervista del 1993 dirà: “Per qualche ragione me ne vergognavo. Mi vergognavo dei miei genitori. Non riuscivo più a guardare in faccia alcuni dei miei compagni di scuola perché desideravo disperatamente avere una famiglia normale. Mamma, papà. Volevo quel tipo di sicurezza e lo rinfacciai ai miei genitori per parecchi anni”.
LA PRIMA CHITARRA E L’INCONTRO CON BUZZ OSBORNE
A 14 anni Kurt Cobain riceve in regalo da una zia una chitarra elettrica slide della Blue Hawaii e un amplificatore: suona gli AC/DC e i Led Zeppelin e inizia a scrivere le sue canzoni. È un periodo difficile, nel quale passa dalla casa del padre a quella della madre varie volte, mentre entrambi mettono su famiglia con altre persone. Il padre si risposa e ha un altro figlio, mentre la madre inizia a frequentare un uomo che la maltratta, e alla violenza domestica assiste anche Kurt. Nel frattempo incontra per la prima volta Roger “Buzz” Osborne, cantante e chitarrista dei Melvins che gli fa conoscere gruppi come Black Flag, Butthole Surfers e MDC. Inizia la scuola superiore e, appoggiato da familiari e professori, si concentra sull’arte, ma nel 1985 lascia gli studi dopo aver realizzato che non ha abbastanza crediti per concludere l’anno. A quel punto la madre, con cui è tornato a vivere da poco, gli dà un ultimatum: trovare lavoro o andarsene. E dopo una settimana Kurt Cobain trova tutte le sue cose imballate sul marciapiede fuori di casa.
I NIRVANA E IL PRIMO ALBUM BLEACH
È il 1987 l’anno della nascita dei Nirvana, fondati da Cobain e Krist Novoselic. Alla batteria si susseguono Chad Channing e Butch Vig, ma la formazione definitiva arriva nel 1990 con Dave Grohl. Nel 1989 a Seattle, una delle scene musicali più vivaci dell’epoca, i Nirvana registrano e pubblicano l’album Bleach con l’etichetta indipendente Sub Pop Records e raggiungono il successo, mentre inaugurano la loro “tradizione”: finire i concerti distruggendo gli strumenti per terra o contro gli amplificatori.
LE ULTIME SETTIMANE E IL SUICIDIO
Mentre i Nirvana sono all’apice del successo, Cobain nella vita privata sprofonda nella depressione e nell’uso di stupefacenti. Non tollera la popolarità e la pressione dei media e teme che la sua musica non sia capita, tanto che rifiuta un contratto da otto milioni di dollari per suonare al festival di Lollapalooza. Il 2 marzo del 1994, dopo l’ultimo concerto del tour europeo dei Nirvana al Terminal Einz a Monaco, Cobain vola a Roma per prendersi una settimana di riposo insieme alla moglie e alla figlia, ma durante la notte Courtney Love si accorge che il marito è in overdose. Viene salvato, ma una volta tornato negli Stati Uniti si isola, pur accettando di seguire un programma di disintossicazione a Los Angeles. L’1 aprile vede la figlia per quella che sarà l’ultima volta, e la sera vola a Seattle, dove il 5 aprile si suicida sparandosi un colpo di fucile alla testa nella serra della sua casa sul lago Washington. Il corpo del 27enne Cobain viene trovato dopo qualche giorno dall’elettricista Gary Smith e in seguito l’autopsia conferma un “colpo di fucile autoinflitto alla testa”. Gli esami tossicologici rilevano inoltre un’altissima dose di eroina nel sangue, circa 1,52 milligrammi per litro al momento del suicidio, e la presenza di Valium. Prima di togliersi la vita, Cobain scrive una lettera, indirizzata al suo amico immaginario d’infanzia Boddah, alla moglie Courtney Love, alla figlia Frances e ai fan. Il messaggio contiene una frase tratta da una canzone di Neil Young – “It’s better to burn out than fade away” (“È meglio bruciare che spegnersi lentamente”) – e parla dei suoi amori: “Ho una dea di moglie che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda troppo com’ero, piena di amore e gioia, che bacia ogni persona che incontra perché tutti sono buoni e nessuno le farà del male. E questo mi terrorizza al punto che vado avanti a stento. Non posso sopportare il pensiero che Frances diventi il miserabile, autodistruttivo rocker che sono diventato io”. Poi chiede a Courtney Love di resistere, per la figlia “che sarà molto più felice senza di me”.