Non è certo un segreto che Madonna sia una perfezionista e che lavorare con lei non sia facilissimo, ma la scrittrice Diablo Cody era convinta di riuscire comunque a conciliare i loro diversi punti di vista nella stesura della sceneggiatura del biopic dedicato alla cantante, con un’attenzione particolare ai primi anni della sua carriera. Invece le discussioni, soprattutto quelle relative alla versione finale del film, hanno superato il livello di guardia, spingendo così il premio Oscar («Juno», 2007) a lasciare il progetto della Universal Pictures, sebbene l’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare solo dopo l’ingaggio di un nuovo sceneggiatore. «Madonna e Diablo hanno trascorso molte settimane a lavorare alla sceneggiatura – ha raccontato un insider al Sun – e hanno fatto buoni progressi, ma Madonna è comprensibilmente molto esigente su come vuole che sia il film, è una perfezionista e poiché si tratta della sua vita, sta molto attenta a come vengono presentate le cose. Diablo aveva invece bisogno di una maggiore libertà per essere in grado di far funzionare la storia e così alla fine ha deciso che non poteva più dare il suo contributo».
A settembre dell’anno scorso era stata la stessa cantante ad annunciare il biopic, di cui è anche co-sceneggiatrice e regista. «Non riesco a immaginare niente di più emozionante che collaborare con Madonna e Diablo per portare la sua vera storia sul grande schermo», aveva detto ai tempi la produttrice Amy Pascal. Quanto al cast, l’ultimo nome sul taccuino di Madonna come possibile candidata a interpretarla era stato quello dell’attrice britannica Florence Pugh (ma in corsa c’era anche Julia Garner, mentre Amy Winters aveva lanciato un appello pubblico per ottenere la parte), ma pare che la scelta sia stata rimandata a dopo la stesura della sceneggiatura. «La Universal Pictures sa che da questo film potrebbe arrivare un grosso guadagno, soprattutto dopo il successo di “Bohemian Rhapsody” e di “Rocketman” – ha concluso la fonte – quindi sta cercando un nuovo sceneggiatore, ma Madonna non ha bisogno di soldi e di conseguenza non darà il permesso di fare un film che non ritenga autentico».
Simona Marchetti, corriere.it