Il regista di “Titanic” alla fine l’ha dovuto ammettere: dopo aver testato in laboratorio la “teoria della zattera”, si è convinto che in realtà il protagonista maschile interpretato da Leonardo DiCaprio nel suo film ai tempi campione d’incassi avrebbe potuto salvarsi assieme alla sua amata Rose. Il cineasta lo rivela nello speciale di NatGeo intitolato “Titanic: 25 Years Later”
James Cameron ha finalmente ammesso ciò che ha cercato in ogni modo di smentire: Jack, il leggendario protagonista del suo film Titanic, si sarebbe potuto salvare la vita.
Il regista, celebre per aver diretto tre dei quattro film di maggior incasso di tutti i tempi (tra cui il recente Avatar: The Way of Water, che ha incassato oltre 2,1 miliardi di dollari e si è guadagnato una candidatura all’Oscar per il miglior film), aveva deciso di testare in laboratorio la “teoria della zattera”. Il motivo principale era quello di far capire ai milioni di fan del suo kolossal che un happy ending non ci sarebbe potuto stare, e non soltanto perché avrebbe rovinato una trama perfetta, ma proprio perché fisicamente non sarebbe stato in piedi.
Nello speciale di NatGeo Titanic: 25 Years Later, Cameron vuole andare fino in fondo a questa storia, perché non gli va proprio giù di sentirsi dare del rovina famiglie, nel senso che tra Jack e Rose una meravigliosa famiglia sarebbe senz’altro potuta nascere se quella zattera avesse accolto i deretani di entrambi anziché solo quello della protagonista femminile interpretata da Kate Winslet.
Ebbene, nel suddetto Titanic: 25 Years Later con James Cameron – un nuovo speciale di un’ora che andrà in onda il 5 febbraio su NatGeo – il regista afferma di essere “qui per scoprire una volta per tutte se Jack sarebbe potuto sopravvivere all’affondamento del Titanic” ricreando la sequenza della zattera con due stuntman in “un ambiente di laboratorio controllato”.
Potete guardare una clip ufficiale tratta dallo speciale di NatGeo Titanic: 25 Years Later in fondo a questo articolo.
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“Abbiamo rilasciato Titanic 25 anni fa”, afferma Cameron mentre dà il via all’esperimento dello speciale. “Ma, nonostante tutti i nostri sforzi per rendere il film il più accurato possibile, c’è una cosa che alcuni fan non riescono ad accettare: insistono che Jack sarebbe potuto sopravvivere se si fosse arrampicato su quel pezzo di detriti galleggiante con Rose”.
E questa cosa riesce a buttare giù un uomo che con Titanic si è portato a casa ben 11 Oscar (tra cui Miglior film e Miglior regista per Cameron); ha incassato quasi 2,2 miliardi di dollari al botteghino (il che è stato un record all’epoca, poi battuto da lui stesso con un altro film); ha tramutato Leonardo DiCaprio in una leggenda, in un divo senza pari, in un’icona e un in un idolo dei teenager degli anni ’90 e oltre; è diventato un fenomeno culturale in tutto il mondo, oltre a trasformarsi nella tragedia shakespeariana dei nostri tempi: Jack e Rose sono i Romeo e Giulietta de’ noantri. E se Dio vuole William Shakespeare non si è mai fatto problemi ad ammazzare i suoi iconici protagonisti, anche perché se così non avesse fatto oggi non li definiremmo iconici. Lo stesso dicasi per Jack e Rose? Chissà se Leonardo DiCaprio oggi sarebbe il divo che conosciamo a ogni latitudine se Titanic fosse finito con una “bella” scena finale del matrimonio dei due superstiti, con tanto di cartello disneyano “e vissero felici e contenti”… C’è chi scommette di no.
Eppure a James Cameron non va giù quella storia della teoria della zattera, non gli va giù da quel lontano dicembre del 1997, quando il suo capolavoro uscì al cinema. Senza fare uscire nessuno dei suoi spettatori senza gli occhi gonfi di lacrime.
LA TEORIA DELLA ZATTERA
Per capire quanto questa zattera abbia tolto il sonno non soltanto a Cameron ma anche a parecchi fan, basti pensare che il programma televisivo MythBusters (trasmesso in Italia anche con il titolo MythBusters – Miti da sfatare) che si occupa appunto di sfatare la validità di molte leggende urbane, proponendosi come un programma di divulgazione scientifica, ha condotto dei propri esperimenti che dimostrerebbero che Jack avrebbe potuto adattarsi a quel pezzo di legno a forma di tavola che galleggiava sull’acqua gelida.
Se fino a poco fa avremmo messo tra virgolette quel “dimostrerebbero”, oggi invece le virgolette spariscono, assieme al condizionale: perché finalmente la possibile salvezza di Jack è stata dimostrata. Dallo stesso James Cameron, quindi senza se e senza ma…
L’ESPERIMENTO CONDOTTO DAL TEAM DI JAMES CAMERON
Chiaramente James Cameron ha a disposizione risorse economiche e tecniche ben maggiori di quelle che potrebbe avere i produttori del programma TV MythBusters. E pare che ne abbia fatte scendere in campo parecchie.
Il regista e il suo team hanno iniziato ricreando l’affondamento del Titanic con un modello in miniatura di un carro armato, cercando di rispecchiare “la fisica al lavoro nel miglior modo possibile”. Questo per valutare se la nave si sia spezzata dopo il terzo camino, come effettivamente succede nel film.
Cameron, che rivela di aver osservato personalmente il relitto del Titanic una dozzina di volte attraverso profonde immersioni a bordo di sommergibili, afferma che questa è semplicemente una “prova di concetto”, nel senso che possono solo dimostrare “cosa potrebbe essere successo”.
I test condotti di recente portano Cameron e il suo gruppo di esperti (inclusi ingegneri navali) a determinare che la nave si è divisa tra “20 e 30 gradi”, in maniera simile ai 23 gradi rappresentati nel film, causando l’affondamento verticale della poppa. A quel punto nello speciale si sente James Cameron urlare “TOUCHDOWNNNN!”, e lo vediamo allargare le braccia, in senso di resa.
Riconosce che la poppa potrebbe “affondare verticalmente” o che potrebbe “ricadere con un grande tonfo” ma “non puoi avere entrambe le cose”, quindi “il film è sbagliato su un punto o sull’altro”.
IL PRIMO ERRORE DEL FILM AMMESSO DA JAMES CAMERON
Dunque il primo errore di Titanic che viene ammesso dal regista è che il ripiegamento della poppa è probabilmente sbagliato, il che rende la rappresentazione dell’affondamento del Titanic nella sua pellicola “per metà corretta nel film”.
Si vedono poi alcune clip in cui James Cameron taglia la corda che sta abbassando una scialuppa di salvataggio con un coltellino tascabile, proprio come hanno fatto molti di coloro che stavano fuggendo dalla nave che affondava. Insomma: ha voluto testare personalmente tutto quando.
COME È STATA TESTATA LA TEORIA DELLA ZATTERA
Per testare finalmente la teoria della zattera, il cineasta ha condotto due stuntman della stessa altezza e dello stesso peso di Jack e Rose presso il laboratorio neozelandese del dottor Jim Cotter, specializzato nello studio degli effetti del freddo sul corpo umano.
È stata creata una replica esatta della tavola di fortuna a cui si aggrappano Jack e Rose, quella su cui poi soltanto Rose salirà.
La zattera è stata accuratamente creata fino ad arrivare al “grado di galleggiamento che vedete nel film”, si sente spiegare nello speciale, dopo di che hanno inserito la tavola e gli stuntman in una grossa piscina.
Gli stuntman sono stati dotati di termometri interni e, per il test, la loro temperatura corporea è stata ridotta estremamente, a 95 gradi Fahrenheit (pari a 35 gradi Celsius), quindi qualcosa al di sotto del quale si cadrebbe in ipotermia clinica.
Hanno determinato che Jack sarebbe andato in ipotermia se fosse rimasto in acqua per oltre venti minuti, e dato che la squadra di soccorso ha impiegato circa due ore per trovare Rose, sarebbe davvero morto, come è successo nel film.
GLI STUNTMAN SULLA TAVOLA
Appurato che Jack sarebbe morto anche nella realtà se fosse accaduto ciò che è successo sul set, Cameron e il dottor Cotter sono passati alla seconda fase: far salire i loro nuovi Jack e Rose sulla tavola di legno.
Entrambi dimostrano di riuscire a stare sulla zattera, anche se soltanto la parte superiore del corpo rimane fuori dall’acqua, mentre le gambe restano immerse nell’acqua gelida. Dunque non funziona: probabilmente morirebbero congelati.
Allora James Cameron decide di farli inginocchiare tutti e due sulla zattera, in maniera tale da non far loro immergere nessun arto e nessuna parte del corpo nell’acqua (e per far sì che condividano l’un l’altro il calore corporeo). Tuttavia non funziona nemmeno in questo modo, perché la zattera si rivela troppo instabile.
Ma alla fine la coppia di stuntman trova una posizione adatta, con tutto il corpo sopra la zattera e soltanto la parte inferiore delle gambe sott’acqua. A questo punto Cameron e il suo team stabiliscono che Jack avrebbe potuto sopravvivere “alcune ore”, dunque in tempo per essere salvato.
Ma James Cameron vuole essere pignolo (anche perché non ama perdere): afferma che questo “scenario migliore” in cui Jack sopravvive non è altro che una “fantasia” perché l’esperimento non ha visto Jack e Rose “passare attraverso tutto ciò” che i suoi personaggi hanno fatto prima di arrivare alla zattera.
Quindi il regista fa ricostruire agli stuntmen l’intera sequenza del film: immersi sott’acqua; Jack che prende a pugni un ragazzo che cerca di sottrarre a Rose il suo giubbotto di salvataggio; loro che nuotano verso la zattera e salgono. Se Rose, a questo punto, avesse dato a Jack il suo giubbotto di salvataggio mentre erano entrambi in equilibrio sulla zattera, con solo la parte inferiore delle gambe sott’acqua, avrebbero potuto resistere qualche ora e sopravvivere.
“Giudizio finale: Jack avrebbe potuto sopravvivere”, confessa quindi con un sorrisetto Cameron, “ma ci sono molte variabili”.
“In un esperimento ben illuminato in una piscina di prova, non possiamo simulare il terrore, l’adrenalina, tutte le cose che avrebbero funzionato contro di loro”, continua il cineasta. “[Jack] non è riuscito a eseguire una serie di esperimenti diversi per vedere cosa ha funzionato meglio. La sopravvivenza di Jack potrebbe essere arrivata a costo della vita di lei (di Rose)”, conclude James Cameron.
Come dargli torto? Ma soprattutto: esiste qualche cinefilo al mondo che vorrebbe vedere un happy ending in quel capolavoro degno non solo di una tragedia shakespeariana ma addirittura di una tragedia greca? Se sì, il problema non è di natura fisica, ma semmai estetica… E Titanic non è un documentario ma uno dei più celebri kolossal di fiction (e di pianto assicurato) della storia del cinema.
Di seguito potete guardare una clip ufficiale tratta dallo speciale di NatGeo Titanic: 25 Years Later.