Ha segnato il debutto alla regia d’opera della star hollywoodiana John Turturro il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, messo in scena al Teatro Massimo di Palermo, che Rai Cultura trasmette giovedì 6 febbraio alle 21.15 su Rai5. Il nuovo allestimento, realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Torino, l’Opéra Royal de Wallonie-Liège e la Shaanxi Opera House, è proposto con le scene di Francesco Frigeri, i costumi di Marco Piemontese, le luci di Alessandro Carletti e la coreografia di Giuseppe Bonanno. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Massimo è impegnato Stefano Ranzani. Protagonisti sul palco George Petean (Rigoletto), Ivan Ayon Rivas (Duca di Mantova), Maria Grazia Schiavo (Gilda) e Luca Tittoto (Sparafucile). Completano il cast Martina Belli (Maddalena), Carlotta Vichi (Giovanna), Sergio Bologna (Conte di Monterone), Paolo Orecchia (Marullo), Massimiliano Chiarolla (Matteo Borsa), Giuseppe Toia (Conte di Ceprano),Adriana Calì (Contessa di Ceprano), Antonio Barbagallo (Usciere) e Emanuela Sgarlata (Paggio della Duchessa).
Primo titolo della “trilogia popolare”, composto su libretto di Francesco Maria Piave e rappresentato alla Fenice di Venezia nel 1851, “Rigoletto” è ispirato al dramma storico di Victor Hugo, “Le roi s’amuse”. Ambientato a Mantova nel XVI secolo, il soggetto è incentrato sul conflitto interiore che divide Rigoletto fra il ruolo pubblico di buffone di corte e il tenero sentimento che lo lega alla figlia Gilda. Lo spessore tragico con cui Verdi dipinge musicalmente la triste condizione di Rigoletto e dei personaggi che lo circondano restituisce con grande maestria l’intera gamma delle emozioni umane. Racconta il regista John Turturro: “Marco Piemontese ha sviluppato costumi che sembrano usciti da un’oscura storia gotica. I personaggi sono rappresentati in modo semplificato, nell’ottica di renderli facilmente identificabili. L’unico colore che è in primo piano è il rosso, che appare improvvisamente quando Monterone lancia la sua maledizione; rosso che è vestito anche dai due agenti della morte di Gilda, Maddalena e Sparafucile. I fiori rossi sul vestito di Gilda diventano più grandi man mano che si avvicina all’incontro con il suo tragico destino. Francesco Frigeri si è impegnato a ridurre la scena alla sua potente essenza e a suggerire le vite intime dei protagonisti: la nostra idea è quella della sottile decostruzione del mondo realistico, e vorremmo aiutare i personaggi ad emergere nel modo più umano possibile, lasciando che la storia e la musica si dispieghino, senza aggiunta di orpelli”. Regia televisiva a cura di Claudia De Toma.