Il valore della numerazione sul telecomando dipende sì dalla posizione, help così che a numeri più bassi in genere corrispondono posizioni più appetibili per i canali televisivi, treat ma non sempre questo è vero. Perché l’audience dipende da almeno altri due fattori: intanto, pilule ovviamente, dalla qualità della programmazione, e poi anche dai canali vicini. «Ci sono dei cluster di canali sui quali i telespettatori fanno zapping che non corrispondono soltanto ai primi posti del telecomando», spiega Ernesto Apa, partner dello studio legale Portolano Cavallo che ieri ha organizzato un workshop sulla digital economy con un focus anche sul mercato televisivo in evoluzione. «Si spostano nelle vicinanze di un canale che seguono e fanno zapping su quelli vicini. Ecco perché il vicinato è importante e nel mercato degli Lcn (i numeri dell’ordinamento automatico dei canali) questo fattore conta». Certo se si prende un canale che ha già un discreto successo in una numerazione alta e lo si sposta in una più bassa (dal 21 al 30) le aspettative sono di un incremento dell’audience e quindi della raccolta. Ma c’è un gruppo di canali tematici che non si preoccupa proprio del numero sul telecomando: quelli per bambini. «I piccoli sanno dove andare», dice Apa, «a questi canali basta essere vicini ai più famosi (K2 e Boing, ndr) e il resto è fatto». Per il 2016 sono in vista ancora nuove compravendite di Lcn per gli operatori nazionali, «un mercato che ha una dimensione importante e una valenza strategica per gli operatori». Ovviamente a essere appetiti sono i numeri che vanno dal 21 al 70 (in realtà entro i primi 50), che rappresentano la risorsa scarsa, nonostante il telecomando consenta di avere 999 posizioni. Il motivo è proprio il modello di numerazione che parte con una e a due cifre, più semplici da ricordare. Questo mercato, infatti, probabilmente non ci sarebbe stato, se si fosse deciso di utilizzare le tre cifre per tutti i canali, partendo dal 101 anziché dall’1 come fa Sky. La scelta, a un certo punto, era stata al vaglio dell’Agcom dopo i primi ricorsi sul primo piano Lcn, ma è stata accantonata perché nel frattempo gli operatori avevano già investito sulla propria posizione in termini di immagine e comunicazione. Nonostante la numerazione entri a far parte del brand di un canale, tanto che oggi chi vuole farsi trovare non parla solo del nome della tv ma anche della sua posizione, non è comunque tutelata come marchio. Questo significa che l’attribuzione potrebbe teoricamente cambiare cambiando le regole dettate dall’Agcom. Nella realtà, però, anche il nuovo piano dell’Lcn fermo per tre anni e ora sbloccato da una sentenza della cassazione (si veda ItaliaOggi del 2/2/2016) chiede che il ministero nel fare le nuove assegnazioni riconfermi ove possibile i canali dal 21 al 70. L’importanza dell’Lcn verrà meno quando la tv sarà fatta soprattutto di app e pochissimo di tv lineare. A quel punto sorgerà però un nuovo problema per il legislatore: «la disciplina per l’assegnazione degli Lcn tiene conto anche del pluralismo e di aspetti concorrenziali. Al momento non ci sono norme per disciplinare il meccanismo d’accesso delle app nelle smart tv».
Andrea Sacchi, ItaliaOggi