«Io sono praticamente cresciuto in un bar, sono irlandese». George Clooney scherza, quando parla delle sue similitudini con il protagonista del suo ultimo film da regista, The Tender bar, su Amazon Prime video, dal 7 gennaio. Scherza, ma non troppo. «In realtà c’è molto di vero in questa mia affermazione. Da bambino ho passato molte estati in Kentucky, nel bar di mio zio George. Sono stato chiamato George in suo onore, era un ottimo bevitore. Avevo circa dieci anni, la stessa età del ragazzino protagonista del mio film. Ho così potuto relazionarmi con questa storia».
La storia è quella, autobiografica, dello scrittore premio Pulitzer J.R. Moehringer, ora alla ribalta delle cronache per aver curato le memorie del principe Harry in uscita a breve e preannunciate foriere di scandali alla corte britannica.
The Tender bar, al contrario, è una storia molto semplice, una storia di crescita in un ambiente popolare, di colletti blu. In una famiglia in cui in assenza di un padre è lo zio Charlie a svolgere il ruolo di figura paterna. Charlie è il proprietario di un bar, The Dickens, in cui si respira aria di letteratura. Charlie, interpretato da Ben Affleck, in forma strepitosa, è autodidatta ed è un grande fan dello scrittore da cui il suo bar prende il nome. J.R, il ragazzo protagonista interpretato nella prima parte del film dal piccolo Daniel Ranieri e poi, nella versione adulta, da Tye Sheridan, ne assorbirà l’amore per la letteratura sino a trasformarla in una professione di successo.
George Clooney racconta di come ha scelto il bambino protagonista del film, alla sua prima esperienza sul set: «C’era un video virale su internet, di questo ragazzino dalla incredibile verve, che, filmato dalla mamma, inveiva nei confronti della situazione creata dalla pandemia. Il conduttore televisivo Jimmy Kimmel lo aveva invitato nella sua trasmissione. Durante la mia esperienza nel ruolo di un pediatra, a E.R. Medici in prima linea ho lavorato con molti bambini e credetemi, so cosa significa. Li vorresti uccidere tutti. Loro e i genitori. Non è affatto facile lavorare con i bambini, ma appena ho visto Daniel in tv ho capito che lui era differente, ho chiamato Jimmy Kimmel e gli ho detto di dire al ragazzo di non prendere nessun altro impegno. È davvero un fenomeno. C’è una scena, in auto con lo zio. Sette pagine di copione che nessun attore, non io, non Ben Affleck, avrebbe potuto recitare in un’unica sequenza. Lui l’ha fatto, buono alla prima. Ora probabilmente farà mille film. Forse gli abbiamo rovinato la vita, sicuramente l’infanzia, ma credetemi è fenomenale».
Clooney è riuscito a utilizzare anche la propensione per il linguaggio scurrile del ragazzino nel film. C’è una scena in cui la versione adulta e quella bambina di J.R. dialogano insieme. «È una conversazione che tutti noi abbiamo avuto almeno una volta nella vita dice l’attore e regista – quando ti chiedi se hai realizzato i sogni di quando eri bambino. E, insomma c’è un unico caso in cui un ragazzino di dieci anni può mandare a farsi fottere un adulto, ed è quando quell’adulto è lui stesso cresciuto. È una scena improvvisata».
Il film segue la storia del ragazzo, da quando lui e la mamma (Lily Rabe), a causa delle difficoltà economiche tornano a vivere nella casa dei nonni e dello zio il nonno è interpretato dallo scienziato di Ritorno al Futuro Christopher Lloyd sino all’ammissione a Yale, ai primi tormentati amori, a successi da giornalista al New York Times. «È una storia di crescita, la storia di un giovane uomo e delle figure maschili di riferimento, quando non c’è tuo padre nella tua vita. Charlie è lo zio che tutti noi vorremmo aver avuto».
A interpretare Charlie ha voluto Ben Affleck sin da subito. I due condividono una lunga storia di collaborazioni professionali e persino un iconico personaggio interpretato da entrambi, Batman. «Sì, Ben Affleck è stato bravino in Batman ma lui è stato eletto uomo più sexy dell’anno solo una volta, io due. Ora non è qui perché è impegnato nella campagna per il secondo titolo», scherza Clooney, con la sua consueta dose di autoironia. Insieme i due artisti hanno ottenuto l’Oscar per aver prodotto Argo, il film che dieci anni fa, vinse tre statuette, miglior sceneggiatura, montaggio e miglior film. «Ben Affleck è un attore meraviglioso dice Clooney a cui, per la verità, non sono state offerte molte parti adeguate a far emergere il suo talento. Ora ha un’età che lo rende perfetto per certi ruoli, l’attore giusto nel tempo giusto per questo Charlie».
Clooney infine spiega le ragioni dietro alla realizzazione di un film di buoni sentimenti, che lascia il pubblico con il sorriso sulle labbra: «Volevo fare qualcosa che facesse stare bene, siamo stati tanti mesi chiusi in casa, a litigare, avevamo tutti bisogno di una storia positiva».
Sara Frisco, ilgiornale.it