Decreto anti rave party, da Bianca Balti a Fiorello: reazioni del mondo dello spettacolo

Decreto anti rave party, da Bianca Balti a Fiorello: reazioni del mondo dello spettacolo

Diversi artisti e personaggi famosi stanno prendendo posizione contro il primo testo firmato dal governo Meloni con il quale si vietano i raduni illegali con più di 50 persone in luoghi o situazioni pericolosi

Da Fiorello a Bianca Balti, da Morgan a Fiorella Mannoia, sono alcuni tra gli artisti e i personaggi del mondo dello spettacolo che stanno prendendo posizione contro il primo decreto firmato dal governo Meloni con il quale si vietano i rave party e i raduni illegali con più di 50 persone. La cosiddetta norma anti-rave, in realtà parla di “invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Per questo tipo di reato si prevede, tra le altre cose, dai 3 ai 6 anni di reclusione per gli organizzatori, con la pena diminuita per chi si limita a partecipare.

BIANCA BALTI: “AVREI AVUTO L’ERGASTOLO”

Bianca Balti, una delle più famose modelle italiane, ha preso posizione su Instagram: “Con tutti i rave a cui sono stata sarei ancora dentro con l’ergastolo”, ha scritto come didascalia ad alcuni scatti che la immortalano in diversi raduni. “Il decreto rende illegale qualunque raduno con più di 50 persone che sia ritenuto dalle autorità pericoloso. Non specifica raduno musicale perciò persino politico o sindacale. Qualcosa che non esiste nemmeno in Russia. Il prossimo decreto cosa? Caspita il mondo va avanti e l’Italia torna indietro”, ha proseguito la modella.

FIORELLO: “FERMATE LE RIUNIONI DI CONDOMINIO”

Anche Fiorello, nei giorni scorsi, ha commentato la notizia durante “Edicola Fiore”, ironizzando: “Il povero popolo non sa, ma in questo momento anche noi siamo passabili di galera. Se c’è una cosa da fermare… fermate le riunioni di condominio, quelle sì che sono pericolose”. “Anche noi siamo passibili di denuncia, siamo una decina”, ha scherzato parlando con gli amici del bar. “Dovete essere chiari: chi scrive che lo stop riguarda solo i rave, chi ipotizza che non ci si possa più radunare in assemblea”.

MORGAN: “NO A DIVIETI E ARRESTI PER RAVE PARTY”

“Ci sono aspetti torbidi e contorti nei rave party: ma il punto non è vietarli, arrestare i partecipanti e metterli in carcere; semmai, bisogna far sì che non siano attraenti per i giovani, proponendo idee alternative migliori”. È la posizione che esprime Morgan, nome d’arte di Marco Castoldi – per il quale il nuovo sottosegretario al ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, ha proposto la guida di un dipartimento musica ‘ad hoc’ da creare all’interno del Mic. Il cantante sottolinea che “prima di vietare i rave party, occorre conoscerli, vanno studiati bene i modi e i luoghi in cui si organizzano, cosa propongono, il livello della musica ascoltata; e offrire alternative migliori. Ad esempio, bisogna anche rendere più viva la nostra realtà quotidiana, che non si riduce soltanto al giorno ma comprende anche la notte, che non va spenta ma tenuta accesa. Smettiamola con gli orari imposti, perché la notte fa parte della vita e la musica, come il pane, si fa proprio di notte”.

L’OPINIONE DI MANNOIA, BUGO E ERRI DE LUCA

“Questo decreto anti-rave puzza”, ha invece scritto sui social Fiorella Mannoia. Mentre Bugo ha affermato: “Vai vai che ce ne frega della bollette e della crisi economica, vai allora con contanti e rave party e ora ong e navigator e poi dai dai avanti col circo noi siamo quelli che lavorano pulizia pulizia sposta la statua via col circo no raduni no immigrati no diversi, vai col circo!”. Agli artisti, si unisce anche lo scrittore Erri De Luca che in un tweet scrive: ”Atto primo scena prima. Il governo individua il grave pericolo delle manifestazioni musicali libere e gratis. Pene da patibolo contro la gioventù”.

LA REPLICA DEL VIMINALE

A placare le polemiche ci prova il Viminale, che in una nota fa sapere: “La norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”.

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