Tiziano Ferro, un docufilm per raccontarsi: «Paure, amore e dolore. Questo sono io»

Tiziano Ferro, un docufilm per raccontarsi: «Paure, amore e dolore. Questo sono io»
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«La dipendenza non finisce mai. La forza di parlare la si trova solo dopo avere preso coscienza. Perché raccontare il problema è troppo facile. Il peso dalle spalle non te lo togli con un film, una canzone, un libro. Adesso con l’alcolismo, e prima ancora con il coming out, la liberazione arriva prima ancora di decidere di raccontare».  Sereno. Sorridente. A tratti commosso. Tiziano Ferro in collegamento dalla sua casa di Los Angeles dove vive con il marito Victor Allen oramai da qualche anno, spiega quello che sta dietro il documentario

forte ed emozionante, FERRO, in uscita in più di 240 paesi il 6 novembre 2020 per la regia di Beppe Tufarulo in esclusiva su Prime Video. Un film «fin troppo vero che va a scapito dell’estetica di un documentario tipico della musica pop. C’è anche la mia disperazione nel backstage dello scorso Sanremo per essere rimasto senza voce durante l’esibizione e ci sono le parole del manager Giannini… Sia quel che sia, me ne frego. A me interessava il messaggio» Quale? «Vedere quella versione di me che non voglio vedere e che quando la vedo non riconosco. Abituato in tv sempre truccato, qui non è stato così». 

Sei mesi di riprese con una telecamera al seguito anche nei momenti più familiari. L’amore per Victor, le paure, il pianto, la sofferenza, il dolore, la voglia di farla finita, il rifugio nell’alcol. «Ho iniziato a bere per non pensare – racconta all’età dei suoi 40 tondi – Sono consapevole che sono salito sull’ultimo treno in terza classe, cresciuto in una Latina dove c’era violenza, bullismo, omofobia. C’era chi pretendeva di sapere come stavo senza chiedermi come stessi. Vivevo una realtà parallela. Mi martellavo le mani perché mi sembrava inaccettabile vivere la vita da omosessuale. Pure per tanti discografici». Bulimia. Omosessualità. Alcolismo. L’essere famoso. É un film da vedere tutto. Non è pieno di musica, applausi e led. Ma è terribilmente vero. Bravo Tiziano. Per il coraggio, soprattutto. Dischi nuovi? «Per ora il primo disco di cover nel cassetto da tempo che non era in previsione». E che esce lo stesso giorno del film: “Accetto Miracoli: l’esperienza degli altri”. 


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