L’attrice debutta oggi su RaiTre nel programma contro il femminicidio. Sul web critiche preventive, lei: “Ho studiato per fare bene il lavoro”
Occhi neri profondi, Asia Argento è una ragazza di quaranta anni con l’aria da dark lady e il sorriso infantile. Ha cominciato a recitare a 9 anni con Sergio Citti, a 13 era già protagonista per Cristina Comencini, a 14 ha interpretato la figlia di Nanni Moretti in Palombella rossa, due David di Donatello (Perdiamoci di vista di Verdone e Compagna di viaggio di Del Monte), ha girato tre film da regista. Poi ha deciso che non avrebbe più fatto l’attrice. Qualsiasi cosa faccia (dalla giurata per Raffaella Carrà alla concorrente a Ballando con le stelle) la polemica è in agguato, anche adesso, che debutta come conduttrice di Amore criminale, il programma contro la violenza sulle donne, in onda da oggi su RaiTre. Prende il posto di Barbara De Rossi (“Se mi avessero sostituito con la Morante o la Guerritore avrei capito di più” ha dichiarato l’attrice al Fatto). Web scatenato: la figlia del re dell’horror trasformerà la trasmissione in un horror? “È una vita che sono fraintesa” sorride Asia “non è vero che mi scivola tutto addosso, ma ci sono cose più importanti che rispondere alle polemiche. Ho lavorato al programma con umiltà, ho studiato tanto; le critiche e le lodi ci sono state e ci saranno. Dico solo: giudicatemi per ciò che faccio”.
Però la scelta di fare la conduttrice è curiosa, no?
“Non faccio la conduttrice, curo il filo del racconto. Sono una fan di Amore criminale, avevo visto tutte le puntate, è un tipo di narrazione che conosco e sento di poter fare”.
Com’è arrivata al programma?
“L’autrice Matilde D’Errico mi ha chiesto d’incontrarci. Mi ha spiegato che voleva cambiare lo studio e la trasmissione. Mi ha cucito il programma addosso. È stato bellissimo lavorare con lei e Maurizio Iannoni. Ci ho messo tutta me stessa, ho studiato i dettagli. Incontri donne che hanno vissuto situazioni dolorosissime, sono sopravvissute: se fai un programma sulla vita delle persone, non puoi essere impreparata”.
Emotivamente com’è andata?
“È stata dura, i casi ti coinvolgono, ti fai tante domande”.
Cosa l’ha colpita?
“In queste storie c’è sempre un bisogno di controllo da parte del partner e l’insicurezza da parte della vittima, che pian piano diventa succube. Amore criminale ti aiuta a essere più consapevole, a accendere le spie e a stare attenta ai segnali. Tutti i soggetti violenti sono incapaci di provare empatia, pensano alle persone come fossero oggetti”.
Chi è il primo nemico delle donne?
“La mancanza di autostima. Quando pensano di aver trovato l’uomo della vita, le donne finiscono per fare tabula rasa di amici e familiari. Si isolano, o vengono isolate. La paura, che fra le emozioni è la più paralizzante, fa il resto. Ci sono vari tipi di violenza, economica, psicologica, sessuale. Nessuno è immune. Lo stalking è un atto violento”.
Sua figlia Anna Lou ha quindici anni: parlate di questi temi?
“Il programma l’ho sempre visto con lei, tante puntate sono state spunto di conversazioni che non avremmo avuto modo di fare”.
Cosa le ha detto?
“Che deve amare se stessa, coltivare l’autostima. Se un uomo ti ripete: “Sei brutta, non sai fare niente” ti distrugge e devi allontanarlo”.
Che mamma è?
“Sento un dovere morale nei confronti dei miei figli, li ho messi al mondo e vengono prima di me. Al tempo stesso devo esserci come persona, curare me stessa. Ci vuole una bella organizzazione per crescere due figli da sola, con i padri assenti”
Anche suo padre era assente?
“No, papà è stato un padre fantastico, ha cresciuto me e mia sorella. Ci portava dappertutto, era un uomo d’altri tempi, sentiva la responsabilità. Giorni fa ero alla libreria Feltrinelli, un intero reparto era pieno di saggi sull’assenza del padre… Oggi le donne sono capofamiglia e fanno il doppio della fatica”.
Perché ha smesso di recitare?
“Ho smesso per tre anni, dopo 32 anni di carriera, ma amo recitare. Ho aspettato le occasioni giuste. A marzo debutterò al teatro Eliseo di Roma con Rosalind Franklin-Il segreto della vita di Anna Ziegler con la regia di Filippo Dini; fra poco comincio un film americano qui in Italia. Mi ha fatto bene questa pausa, avevo smesso anche dai tredici ai sedici anni. Lo consiglio sempre ai bambini a cui insegno recitazione: prendetevi i vostri tempi”.
Repubblica