SANTORO RIENTRA SU RAIDUE SENZA SCENDERE IN PIAZZA “RENZI? SUPERIORE A TUTTI”

SANTORO RIENTRA SU RAIDUE SENZA SCENDERE IN PIAZZA “RENZI? SUPERIORE A TUTTI”

Il giornalista da domani presenta «Italia», tra mini talk e docufilm. Prima puntata sui ricchi

michele-santoroTorna alla Rai con grandi ambizioni, Michele Santoro, «felice di non aver dovuto usare strumenti giudiziari, come l’altra volta». Il suo programma Italia, annuncia, domani sera inaugurerà un linguaggio nuovo, tra televisione e cinema, “oltre” il giornalismo d’inchiesta. La realtà vista come un film e commentata da ospiti che non saranno nel tradizionale talk show. Per ora, niente piazza e molto montaggio. “Si chiama come il dirigibile di Nobile – dice – perché vuole essere una sfida come quel viaggio al Polo Nord, che finì in tragedia, ma solo al ritorno. Un’avventura alla ricerca del senso, in una tv a pezzi”. La prima puntata andrà in onda domani in prima serata su Rai2 e sarà dedicata alla ricchezza. «Non sogno alla portata di tutti come nell’epoca del berlusconismo – dice Santoro, alla conferenza stampa – ma esperienza da vivere una notte nei locali dei vip, concedendosi per poche ore ciò che loro hanno sempre». Solo che il reportage centrale sarà a Ibiza, nel locale principe dello sballo, l’Amnesia. Non proprio una novità, uno dei «temi sepolti» che per lui bisognerebbe portare in tv e il luogo è noto come pista per folle di giovani in cerca di eccessi, non come riserva per ricchi. L’inflazionato Flavio Briatore sarà l’esperto del lusso in sala e i sindaci di Milano Giuseppe Sala e di Napoli Luigi De Magistris proporranno diverse vie per la bella vita nelle loro città. Intorno, lo storico dell’arte Tomaso Montanari con il suo manifesto anticementificazione, rapper napoletani e artisti dai “gesti forti”.
Sarà la prima di 6 “suonate”, composte da Santoro e dalla sua squadra per andare in video a mesi di distanza. La Rai sembra molto cauta sull’esperimento santoriano, vuole “rodarlo” col contagocce, ammette il direttore di Rai2 Ilaria Dallatana. Anche se al direttore generale Antonio Campo Dall’Orto piace l’idea di Michele che “la creatività generi disordine”. Non troppo però, sotto controllo.
La seconda puntata sarà il 15 dicembre, poi due con questo cliché, e le ultime diverse, battezzate “M”, come Michele e come Mostro, da scoprire.
“Il conduttore sarò io – dice Santoro -, anche se quello che oggi fa più audience è Renzi, quando va in trasmissioni scomode. Lui che cerca sempre il bene, ha capito che se si espone al male gli ascolti salgono, ha bisogno di una agora conflittuale, perché la gente vuole vedere il potere messo alla prova. Questo deve fare il servizio pubblico». Poi lo premia: «Con tutti i difetti e le critiche, Renzi conferma di essere un politico una spanna superiore ai suoi avversari”.
Lui però non pensa di ospitare uno dei «duelli» che ora il premier cerca. Ma confessa: “Mi piacerebbe invece chiudere Renzi e Grillo in una stanza e creare un format che chiamerei La soluzione, da mostrare al pubblico solo quanto sarà trovata”. Poi rivela: “Beppe mi chiamava: Tu hai una grande forza in mano, perché non fai politica? Ma io voglio fare il giornalista, gli rispondevo”.
L’ossessione di Berlusconi Santoro ce l’ha sempre. Dice che “parlare di editti bulgari adesso è una scemenza”, che all’ex Cavaliere ha «esposto critiche spietate, ma sempre con grande rispetto personale”. Certo, “se mi chiedete se è stato uno statista la risposta è no”. Soprattutto, Berlusconi lo cita perché gli regalò il 34% di audience a Servizio pubblico, nel 2013, quando spolverò la sedia di Travaglio. Gran maestro lui? Macché: “Fa il successo il combinato disposto di ospite e programma, come si dice oggi per il referendum”. Già, il referendum. Santoro dice che non intende “orientare” sul Sì o sul No gli spettatori, che come autore il tema non l’appassiona, ma se la Rai gliela proponesse farebbe una trasmissione “con un titolo esplicito”. E aggiunge: “Credete che se dicessero a Togliatti, De Gasperi e Nenni di affidare la Costituzione a chi dice che destra e sinistra sono uguali lo farebbero?”.

Il Giornale

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