Mara Venier e la rivincita: «A sessant’anni mi davano per finita. E non mi chiamava più nessuno»

Mara Venier e la rivincita: «A sessant’anni mi davano per finita. E non mi chiamava più nessuno»

C’è chi ha l’ansia di stare lontano dal video e chi ha quella di tornarci. Mara Venier appartiene genuinamente alla seconda categoria. «A me sembra di essere stata in onda fino a ieri, invece ora già ripartiamo. Io ci rimarrei tanto volentieri lontana dal video, ma con Domenica In mi scatta una molla, è qualcosa più forte di me, non la posso rifiutare: per me questo programma è casa».

Il 13 settembre torna a casa, quindi.

«L’idea era cambiare la formula, ma l’ultima edizione ha avuto un successo impensabile, l’affetto del pubblico è stato tale da farmi capire che eravamo sulla strada giusta. Rispetto al solito ci sarà ancora più attualità e vorrei riflettere su un fatto in particolare, il più significativo della settimana».

Cosa avrebbe voluto cambiare?

«Pensavo di richiamare la compagnia di giro delle mie prime domeniche, anche per stare meno sotto i riflettori io. Vedremo strada facendo. La prima puntata vorrei che si ricollegasse idealmente alla prima, così avrò di nuovo ospiti Romina Power e Loretta Goggi, con cui avevo chiuso a giugno: era stata una bella chiacchierata tra tre amiche. Non preparo mai le mie interviste».

Che vanno da Romina Power ad Achille Lauro.

«Ho rapporti di affetto con tanti di questi ospiti, devo dire che vengono facilmente. Con alcuni, come Achille Lauro, scatta il mio senso di affetto e di protezione da zia, zia Mara».

Che effetto le fa vivere questo successo quando, anni fa, in Rai sembrava non esserci più posto per lei?

«Sono stata molto delusa allora. Credo che ogni direttore abbia il diritto di cambiare conduttori, fare scelte… ma c’è modo e modo. La mia amarezza nasceva dal fatto di essere stata trattata con poco rispetto, mi sono sentito umiliata per il modo con cui il direttore Leone mi aveva liquidata».

Che modo è stato?

«Mi aveva detto ci vediamo la prossima settimana e non l’ho più sentito. Ma tramite il mio agente ho capito che, in pratica, avevo fatto il mio tempo. Avevo già 60 anni. Da allora non ho mai chiesto di tornare in onda. Il mio rientro a Domenica In è stato casuale».

Sono stati anni difficili?

«Non soffrivo per non avere un programma: ho sempre dato priorità alla mia vita al di là del mio lavoro. Ma mi avevano amareggiata i modi. Da quel momento si era poi creato il vuoto attorno a me e, non bastasse, mia madre stava molto male: quello era il vero dolore. Quando va tutto va bene il telefono squilla continuamente, in quei momenti invece restano le poche persone che hai sempre avuto vicino».

Tra chi le ha fatto squillare il telefono, allora, c’era Maria De Filippi.

«Mi ha teso una mano in un momento terribile non lo dimenticherò mai. Non ci sentiamo tantissimo ma le voglio davvero bene: lavorare quando stavo vivendo quel dolore lancinante per mia mamma è stato ossigeno. Dovevo restare per una puntata a Tu si que vales, sono rimasta tre anni. E mi manca molto quel gruppo di lavoro».

Non vorrebbe averla ospite ora?

«Assolutamente si. Lo scorso anno doveva venire ma poi la Rai bloccò la cosa, non ho mai ben capito chi avesse deciso, né come o perché. Maria ci rimase male e io ancora di più, ma non dispero e mi auguro possa venire ora, lo vorrei tanto».

Quindi non si aspettava che un giorno sarebbe tornata a Domenica In?

«No, non ci pensavo proprio. Peraltro, ormai mi divertivo a Mediaset, dove ho tuttora rapporti belli, di amicizia con tutti, compreso Piersilvio. Lì ho anche guadagnato un pubblico giovane a cui devo questa mia seconda carriera: mi seguono 2 milioni di persone su Instagram ma prima che Alessia Marcuzzi mi iscrivesse manco sapevo cosa fosse…».

Dicevamo di Domenica In…

«Per me era impensabile tornarci. Poi un giorno in treno per caso mi trovo seduta vicino a Orfeo che mi dice: cosa aspetti a tornare a casa? Pensavo fosse una battuta, una settimana dopo lui e Teodoli mi hanno offerto Domenica In. Mio marito mi ha detto: se dici sì sei matta. Invece io per prima ho chiamato Maria che mi ha detto: falla».

L’ultima edizione è stata quella del Covid.

«Una domenica non sono andata in onda, non me la sentivo, ho avuto paura. I vertici mi hanno capita, Salini mi ha detto: sei libera di scegliere ma sappi che non sei “una” conduttrice della Rai, ora rappresenti la Rai in un momento in cui deve parlare al cuore delle persone. Lì ho pensato: è vero, ho un’età a rischio, la paura è tanta ma il pubblico in questi anni mi ha dato così tanto che ora, non mi ha fatto mai sentire sola… ora devo esserci io per loro».

Come ricorda quelle prime domeniche in lockdown?

«Ero morta di paura, tra una pubblicità e l’altra piangevo: in studio eravamo in quattro, mi truccavo e pettinavo da sola. Lì ho dovuto inventare un’altra domenica. Non bastasse, mi sono rotta un piede, di domenica: sono andata in onda con un dolore atroce».

Gianni Ippoliti, in tv ha fatto ironia sul suo incidente e si è molto arrabbiata.

«Arbore, che è un maestro, mi ha insegnato che si può fare ironia su tutto ma non sulle malattie, le disgrazie e l’età. E, arrivata alla mia, non faccio più finta di niente e le cose che non mi piacciono le dico: sarà che quei giorni ero immobile a letto, mi spostavo in sedia a rotelle».

Altri ospiti della prima puntata?

«Favino, attore che amo tantissimo. L’ho visto in Hammamet e mi ha fatto impressione: era Bettino (Craxi, ndr.), mi sembrava di rivedere lui. Eravamo in ottimi rapporti».

Che effetto le fa vedere la sua Venezia vuota?

«Da quando è mancata mamma non ci sono più tornata. Non ci riesco, da sei anni: ho paura di essere sopraffatta dal dolore. La mia è vigliaccheria. Ma vederla così mi ha spinta a ripromettermi di tornare: questo è l’anno giusto».

Chiara Maffioletti, Coriere.it

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