Shade a Battiti Live: il rapper torinese ammette di aver utilizzato l’autotune per non stonare, ma nega di aver cantato in playback.
Il 3 agosto 2020 è andata in onda in prima serata su Italia 1 la seconda puntata di Battiti Live. Tra i protagonisti del cast, ha spiccato particolarmente Shade, uno dei rapper più atipici della scena italiana. Mentre molti artisti hanno preferito cantare in playback, negandolo con fermezza, Vito ha avuto l’onestà di ammettere di aver cantato bene grazie all’aiuto dell’autotune.
Non una finta esibizione, dunque, ma un’esibizione corretta. E i fan hanno apprezzato la sua sincerità. Mentre andava in onda la seconda puntata, come la precedente in differita, l’artista ha voluto utilizzare i social per chiarire ai propri fan che non ha cantato in playback. In risposta ad alcune critiche, ha infatti ammesso di aver usato l’autotune.
Queste le sue parole: “Non avendola mai provata né cantata live e non cantando live da praticamente 4 mesi, a sto giro mi sono sentito più sicuro a usarlo. Nelle prossime puntate canterò senza. Non volevo fare playback, ma nemmeno stonare, ci tenevo venisse bene, tutto qui!”.
L’autotune è un software nato poco più di venti anni fa grazie alla Antares Audio Technologies e finalizzato alla correzione dell’intonazione del cantante per evitare sporcature ‘naturali’. Nel tempo il suo utilizzo si è ampliato, diventando un effetto vocale molto apprezzato. La prima grande hit a fare ampio uso dell’autotune è stata la celebre Believe di Cher. Nella trap è invece diventato uno dei tratti distintivi. Insomma, se in genere viene considerato un ‘trucco’ quando utilizzato dal vivo da alcuni artisti che non dovrebbero averne bisogno, in generale è ormai accettato proprio come effetto vocale, alla stregua di altri già accettati in passato.
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