I dati della musica in streaming verranno conteggiati per le classifiche dei dischi più venduti in Italia

I dati della musica in streaming verranno conteggiati per le classifiche dei dischi più venduti in Italia

Lo annuncia la stessa Fimi, la Federazione dell’industria musicale italiana

È una forma di ascolto della musica sempre più popolare in Italia, ormai comune tra i consumatori: da venerdì 7 luglio la classifica Top of The Music by FIMI/GfK degli album integrerà per la prima volta i dati dello streaming audio di tutte le piattaforme attive nel nostro Paese con i dati del download e delle vendite dei dischi fisici.
I dati degli stream audio rilevati da GfK Retail and Technology Italia – spiega in una nota Fimi, la Federazione dell’industria musicale italiana – entrano quindi anche nel sistema di misurazione dei consumi di musica degli album, confermando il trend di utilizzo da parte dei consumatori di piattaforme di streaming audio. L’andamento dello streaming è cresciuto progressivamente segnando un trend positivo che nel 2016 ha registrato un +30%, con un +40% in incremento rispetto al 2015 per i ricavi derivati dagli abbonamenti. Questi ultimi rappresentano oggi il 51% di tutto il segmento digitale.
«L’integrazione dello streaming nella classifica album – sottolinea Enzo Mazza, ceo di Fimi – segue quanto già avvenuto per i singoli digitali, in un mercato di ascolti sempre più integrati in cui l’acceso ai contenuti musicali non sembra poter essere limitato ad un solo tipo di supporto, ma richiede la capacità di osservare e riflettere il consumo reale e l’andamento effettivo del mercato. Questo genere di integrazione sarà ovviamente considerata anche ai fini delle assegnazioni delle certificazioni oro e platino».
GfK Italia, che provvede ad elaborare la classifica integrando vendita supporti fisici, download e audio streaming, utilizza un fattore di conversion rate per rendere compatibili i diversi modelli di business. Tutti gli stream, free o a pagamento, sono conteggiati a patto che abbiano una durata superiore ai 30 secondi. Sono quindi escluse le tracce streaming con durata inferiore ai 30 secondi, gli streaming via radio e gli ascolti su piattaforme di video streaming. Il fattore di conversione – conclude la nota – sarà rivisto su base quadrimestrale data l’evoluzione spinta del mercato discografico.

La Stampa

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