NO EXPO E VIOLENZE A MILANO, ALESSANDRO SALLUSTI: “TRATTATIVA TRA STATO E BLACK BLOC”

NO EXPO E VIOLENZE A MILANO, ALESSANDRO SALLUSTI: “TRATTATIVA TRA STATO E BLACK BLOC”

sallusti(Libero) Una trattativa tra Stato e Black bloc: va giù diretto Alessandro Sallusti, illness commentando nel suo editoriale sul Giornale le devastazioni del Primo Maggio a Milano. “La verità non la sapremo mai. Perché in questi casi la verità può essere indicibile – esordisce -. C’è stata una trattativa tra Stato e black bloc per evitare che una tragedia macchiasse in modo indelebile Expo 2015, pregiudicandone il successo? In altre parole: lo Stato ha permesso che una banda di delinquenti mettesse a ferro e fuoco un quartiere di Milano ottenendo in cambio che nessuno si facesse davvero male e che la cosa finisse lì?”. La risposta arriva subito: “Molto probabile, direi praticamente certo”. “Le forze dell’ordine eseguono gli ordini alla lettera – spiega Sallusti – Se la disposizione è di menarle di santa ragione loro menano, se l’ordine è di prenderle loro le prendono. Se c’è da arrestarne cento, cento saranno. Se per salvare la faccia basta ammanettarne cinque – dico cinque, come è accaduto venerdì – i primi cinque pirla finiscono in questura e lì finisce”. Chi ci guadagna, così? “Il ministro degli Interni fa la figura dell’incapace – cosa che gli riesce bene a prescindere – ma salva il posto. Regione e Comune si affrettano a dire che pagheranno i danni a cittadini e commercianti che hanno subito danni: quarantotto ore di bailamme e di sdegno su giornali e tv e poi è tutto dimenticato. Ma soprattutto l’ Expo è salvo e, scommetto, per i prossimi sei mesi nulla più accadrà di sconveniente o grave, almeno su questo fronte”. La “Ragione di Stato”, conclude Sallusti, “non è un male assoluto, ma questo Stato ha abbassato di molto l’asticella della ragione”. Tutta colpa della “sindrome G8 di Genova”, che ha indebolito secondo il direttore “i concetti di diritto e di difesa. Guai se un no global finisce all’ospedale dopo che la polizia italiana è stata bollata come torturatrice dalla Corte europea. Meglio rischiare che la testa se la spacchi un poliziotto o un cittadino”. Occhio, però, avverte Sallusti: “Dalla ragione di Stato alla vigliaccata di Stato il passo è breve”.

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