Lupita Nyong’o, un Oscar, un blockbuster, un horror: “Ora sono cattivissima”

Lupita Nyong’o, un Oscar, un blockbuster, un horror: “Ora sono cattivissima”

Arriva giovedì nelle sale italiane il nuovo horror di Jordan Peele (un Oscar per ‘Scappa – Get Out’) in cui l’attrice kenyota interpreta una donna che torna alla sua casa d’infanzia sul mare con il marito e i due figli per un’idilliaca vacanza estiva che si trasformerà in un incubo

Tra le orecchie smisurate di Dumbo e l’eroina dell’impero galattico di Kree Captain Marvel, al secondo posto del botteghino americano c’è lei. O meglio Noi. Lupita Nyong’o, premio Oscar per 12 anni schiavo, domina il box office americano con il fenomeno horror Us, 20 milioni di dollari di budget, 71 intascati nel primo weekend, più di 30 questo fine settimana – candidandosi a “cattiva del secolo”. Per il film di Jordan Peele, in Italia il 4 aprile distribuito da Universal Pictures, Lupita, origini keniote-messicane, 36 anni, si fa letteralmente in due: da una parte Adelaide, dall’altra il suo cattivissimo sosia, Red. Dopo aver prestato lingua e corpo al personaggio in motion capture di Guerre Stellari – ricordate il pirata-contrabbandiere Maz Kanata? – e salvato un cucciolo d’uomo a cavalcioni della lupa Raksha ne Il Libro della giungla, Lupita spaventa mezzo mondo. Non è più, infatti, quella di Mercedes McCambridge (Laura Betti nella versione italiana de L’esorcista) la voce più terrificante della storia del cinema; ora tocca a lei. “Per dar voce al mio doppio mi sono ispirata ai malati di disfonia spasmodica, una condizione che consiste nell’impossibilità di emettere la voce ad ogni tentativo di parlare” ci racconta Lupita quando la incontriamo a Austin, Texas. Poche ore dopo sarà costretta a chiedere scusa all’associazione che tutela i malati di disfonia spasmodica in America: “Non pensavo che, dicendo di aver basato la mia interpretazione su una forma di disabilità, avrei finito per offendere quella categoria. Non era mia intenzione. Noi è un film che si tiene alla larga dai giudizi” prosegue. “Jordan Peele ha un grande senso dell’umorismo e un’intelligenza fuori dalla norma. In passato ha fatto un provino da attore al Saturday Night Live quando i produttori di SNL cercavano qualcuno che imitasse Barack Obama. Non cede ai tranelli del messaggio a tutti i costi, sa come far pensare il pubblico. Lavorando con lui ho assistito allo sgretolamento delle etichette: i nostri ‘doppi’, nel film, rappresentano il desiderio di riavere in cambio qualcosa che è stato loro tolto. Aggiungerei, ingiustamente tolto. In Noi si parla di dualità della natura umana, dell’inconscio e della società che reprime la libertà di parola”.Poi, la mitica Nakia di Black Panther scherza sulla sua testa, invasa da fermagli per capelli nel giorno delle interviste: “Il vero messaggio del film sta scritto sul mio cranio, guardate: ho deciso di sfilare sul red carpet con le mollette per l’acconciatura in vista, perché a volte le cose che nascondiamo agli altri saltano fuori per forza. E diventano parte di un tutto, di una verità collettiva”. In passato, l’ex modella si era scagliata con l’edizione britannica della rivista Grazia, accusata di averle lisciato i capelli “per rispettare la loro idea di come sono fatti dei bei capelli”, ritoccando la sua estetica africana. Ora Lupita indossa pure un paio di forbici come orecchini: “Sono un omaggio ad una delle armi da taglio utilizzate in Noi. Se ho avuto paura di rivedermi sullo schermo? Doppia paura! Sono in scena due volte: una da vittima, l’altra da mostro”. Peele, primo afroamericano a vincere un Oscar per la miglior sceneggiatura originale (Scappa – Get Out, 2017), è cresciuto incollato al televisore guardando Ai confini della realtà. Dal primo aprile su CBS All Access debutteranno i suoi primi episodi della nuova stagione: “Non solo sono produttore esecutivo della serie, mi divertirò anche a narrare le storie di terrore” ci dice. “In Mirror Image, una puntata di Twilight Zone degli anni Sessanta, Vera Miles interpretava una donna tormentata dal suo sosia. Quando ho rivisto quel frammento, mi sono messo a scrivere Noi e ho subito fantasticato di sdoppiare Lupita, una delle più brave attrici in circolazione”. E la polemica sulla sua voce? “Non sono la persona giusta a cui chiedere” sorride. “In quest’ultimo film ho imitato il suono di un coniglio morente, e in quello prima… bè, facevo il verso di un cervo acciaccato sull’asfalto”.

Filippo Brunamonti, repubblica.it

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