“Leggo sempre più spesso di giovani cantanti, che stritolati dalla macchina dell’industria musicale e dalla troppa pressione, decidono di ritirarsi oppure stanno molto male. È diventato tutto folle… i ragazzi vengono presi dal nulla e senza alcuna gavetta o reale percorso formativo, vengono sparati subito ai massimi livelli possibili del music business. Si pretende che ogni due mesi sfornino la hit, che riempiano stadi e palasport senza prima aver suonato mai neanche in un club. E se qualcosa comincia a non funzionare, li fanno scomparire in un istante“. Federico Zampaglione dice la sua, sulla scia delle ultime notizie che hanno visto l’annuncio dello stop di Sangiovanni e le conseguenti parole di Ghemon.
Qualche settimana fa, infatti, il rapper Ghemon aveva commentato la vicenda sui social, affrontando una tematica abbastanza scomoda per gli artisti: “Nessuno parla per paura di ritorsioni, per non passare come quelli frustrati che non hanno un pezzo della torta o peggio ancora a venire esclusi. Ho sempre preferito sorvolare o incassare con stile. Ho molto rimandato, pensando a come sarei passato se avessi scritto una cosa così. Mi va bene passare per qualsiasi cosa tranne che per quello che non ha parlato quando era il momento. Abbiamo bisogno dei dischi di un altro Tenco, non del suo tragico finale. Lo dico perché magari potevo essere io se non avessi tenuto botta”.
“Tutto questo ricorda tristemente il paese dei balocchi nella favola di Pinocchio, compreso il triste epilogo in cui i giovani vengono trasformati in asini e buttati a mare – continua Zampaglione, anima dei Tiromancino – Che tristezza, che orrore!! Abbiate rispetto della musica e di chi la ama e magari vorrebbe viverla e farne un mestiere. Non fate a questi ragazzi quello che non vorreste fosse fatto ai vostri figli!”.