“Prima tremavo un po’ ma ora sto bene, sono contenta di essere qua, oggi dobbiamo essere sinceri. È un periodo tosto, ma tutto va messo nel giusto contesto, perché la mia storia è piccola rispetto alle tragedie che accadono ogni giorno nel mondo. Sono stati due mesi e mezzo tosti, in cui mi sono trovata al centro di un’ondata d’odio. Si potrebbe pensare che io sia preparata ad affrontare una cosa del genere, ma niente prepara alla violenza di certi attacchi, quando senti che sei attaccato da tutte le parti. È stato difficile anche per me, seppure queste cose le abbia vissute tante volte sulla mia pelle”. Così Chiara Ferragni, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa sul NOVE.
Sulla pericolosità dei social media: “I social media sono fantastici quando tutto va bene e diventano un incubo quando tutto va male, di questo bisogna esserne consapevoli, ma quando lo si prova sulla propria pelle è sempre molto diverso. È un po’ un gioco, quando sono tutti lì ad osannarti naturalmente ci si sente invincibile, mentre quando si viene criticati aspramente, anche a ragione a volte, è tutto più difficile, ci si sente accerchiati”.
Sulle vicende degli ultimi mesi: “Il 15 dicembre 2023, quando c’è stata la sentenza dell’Antitrust, è stato uno spartiacque. Fino a quel momento pensavo di aver fatto delle classiche operazioni commerciali in totale buonafede e pensavo di non aver fatto nulla di sbagliato. In quel momento mi sono resa conto che evidentemente se alcune persone avevano frainteso le mie intenzioni, quello che avevo detto e scritto, voleva dire che le cose dovevano essere fatte in un altro modo e dovevano essere fatte meglio”.
Sulla comunicazione dell’operazione del pandoro Balocco: “In fase contrattuale abbiamo chiesto che venisse fatta questa donazione di 50mila euro, ma a noi faceva comunque piacere comunicare la beneficenza. Siamo dell’idea che la beneficenza non sempre debba essere fatta in maniera privata, io stessa l’ho fatta privatamente tante volte, però quando la si fa pubblicamente può creare fenomeni di emulazione, può accendere un faro su delle cause sociali. A me è successo a Sanremo, quando ho deciso di devolvere il mio intero cachet all’associazione D.i.Re., che si occupa di aiutare donne che subiscono violenza fisica, psicologica, economica, e non mi sono limitata a donare il cachet, ma ho cercato di farle parlare in tutte le sedi possibili. La stessa cosa è successa durante il Covid, per creare effetti emulativi, quando io e Federico abbiamo fatto una donazione iniziale di 50mila euro l’uno, che se non avessimo comunicato sarebbe rimasta a 100mila euro. Nel caso del pandoro Balocco, se effettivamente c’è stato un fraintendimento e le persone hanno capito male, le cose potevano essere fatte meglio, c’è stato un errore.”
Sulla percezione di sé: “Ho capito che non devo cercare di essere sempre forte, tutta d’un pezzo e perfetta. Tutti sbagliamo e commettiamo errori, è bello far vedere le imperfezioni. Quando ero piccola guardavo le modelle, le attrici, le cantanti, immaginavo il loro successo e mi dicevo che se un giorno fossi mai arrivata ad ottenere quel successo mi sarei sentita la persona più in pace al mondo, niente mi avrebbe scalfita. Io sono arrivata ad avere degli obiettivi molto più grandi dei sogni che avevo da bambina, eppure le insicurezze che avevo da bambina sono le stesse che mi porto adesso. È importante parlare delle nostre fragilità e delle insicurezze che non vanno mai via, bisogna imparare a conviverci e avere un gruppo di supporto che ti può aiutare anche quando non si crede più molto in se stessi”.
Sui rapporti commerciali e la beneficenza: “Adesso c’è una normativa più chiara per questo tipo di operazioni. Tre giorni dopo che è scoppiato il caso Balocco ho fatto un video perché ero terrorizzata dal non dimostrare la mia buona fede. Volevo che le persone sapessero che in quello che era stato fatto, se anche le cose potevano essere fatte meglio, c’era buona fede. Per cui mi sono messa a fare questo video – che poi è stato analizzato varie volte, in cui mi ero anche truccata decentemente e sono stata accusata di essermi ripresa struccata – perché l’idea era far passare il concetto che se avevo sbagliato, ero pronta a restituire tutto quello che le mie società hanno guadagnato, perché ero in buona fede. Chiedo scusa e non farò mai più operazioni di questo genere, perché se creano fraintendimenti è sbagliato farle, io non mi voglio più trovare in questa situazione in futuro. Per cui sì, col senno di poi è meglio scollegare rapporti commerciali e beneficenza”.
Sul racconto della vita sui social: “Io ho raccontato tanto ma non tutto. Quando si pubblica tanto come me si rinuncia a una parte della propria privacy in favore del racconto personale, ma io sono sui social media da quando avevo 15-16 anni, ho cambiato social media ma il mio racconto è sempre stato lo stesso: sono io, quello che faccio, la mia vita e i miei sogni. Quindi in realtà non c’è differenza fra mondo virtuale e la vita reale. I social sono una piccola parte della mia vita e quello che mostro è la me autentica, chi mi conosce lo sa che ci sono mille cose di me che non racconto sui social media, ma quello che si vede è autentico. Alcune persone se ne rendono conto, altre purtroppo vedono qualcos’altro”.
Sulle dietrologie della tempistica della crisi di coppia con Fedez. “Si pensa sempre che un personaggio dietro lo schermo sia un personaggio artificiale, quindi dietro qualsiasi mossa io faccia si pensa sempre che ci sia un pool d’esperti, qualcuno che mi consiglia, io stratega che decido ‘Adesso io e mio marito ci allontaniamo per far credere a questa crisi’ quando purtroppo non è così, mi piacerebbe essere una tale stratega, sarebbe meglio della realtà delle cose; no, purtroppo non è una strategia. È l’idea di essere un personaggio pubblico, tu rinunci alla tua privacy e nei momenti in cui chiedi privacy è difficile anche averla”.
Come far capire che una cosa è vera. “Vorrei saperlo anch’io. Ci sono persone che anche in questo momento mi sento di ringraziare tantissimo, oltre a quelle che mi sono state vicine, i followers, perché le persone che ti seguono da tempo imparano a capirti e tante volte riescono a scrivermi messaggi anche solo guardando una mia foto anche quando non dico niente; ci sono persone che riescono a comprenderti al 100%, poi ci sono tante altre che vedono del marcio, qualcosa di diverso dalla tua intenzione. Però fa parte del gioco dei social media. Io cerco di essere il più autentica possibile però ci sarà sempre qualcuno che non la vede così, non posso farci più di tanto, non c’è una bacchetta magica per quello”.
Sulla privacy e la coppia. “Siamo stati una coppia molto social. La privacy non esiste, l’abbiamo deciso noi, non è neanche colpa dei media. Io avevo un racconto personale da quando avevo 16 anni, Federico è stata una persona che era molto simile a me in questo tipo di racconto, quando ci siamo incontrati è stato il botto naturalmente sui social perché ognuno raccontava l’altro a modo suo. Abbiamo entrambi rinunciato un po’ della nostra privacy in favore del nostro racconto personale, è una scelta, a noi andava fare così. Io sono cresciuta con questa idea, raccontare me stessa, e se sono chi sono lo devo a quest’idea di raccontare me stessa. Naturalmente ci sono lati più negativi ma fanno parte di tutto il gioco”.
Sulla dietrologia scaturita dal video con la tuta grigia. “Fa ridere tutta questa dietrologia dietro questo video, ero vestita così da sabato, questo video l’ho fatto lunedì mattina, mi ero anche truccata a modo mio, invece ci hanno letto chissà che cosa… Non puoi farci niente, chi vuole credermi è giusto che mi creda, le persone che hanno imparato a conoscermi penso che mi credano, penso riescano a vedere il mio modo di essere autentica, ci sono tante altre persone che non lo vedranno mai e non vogliono crederci e va bene così, io non posso riuscire a convincerle purtroppo”.
Quello che non rifarebbe, col senno del poi. “Non rifarei questo tipo di operazioni, continuerei a fare quello che ho fatto in passato, cioè o attività completamente benefiche o attività commerciali che sono comunque il motore delle mie due società che danno lavoro a quasi 50 persone, anche questa parte ci serve. Io non immaginavo questi fraintendimenti, quando ho visto che c’è stata una sentenza che diceva che ‘ci sono stati dei fraintendimenti, queste cose dovevate farle in maniera diversa’, posso solo dire che mi dispiace. In quel momento non me ne sono accorta, era abbastanza chiaro il tutto, però evidentemente dovevano essere fatte e soprattutto spiegate in maniera diversa”.
Su Fedez. “Con Federico ci sentiamo, siamo due persone adulte che si vogliono bene, quindi naturalmente non è che da un giorno all’altro chiudiamo i ponti e chi si è visto si è visto; è un periodo di crisi, ne abbiamo avuti anche in passato, questa è una crisi un po’ più forte, quindi vediamo, non so…”.
Se pensa di cambiare qualcosa nel modo di comunicare. “Sì, ma non solo il modo di comunicare, proprio nel modo di vivere, ho fatto tutto troppo velocemente, non mi sono mai fermata a vivere il presente; quindi l’augurio che faccio a tutti quanti è di imparare a vivere più bel presente. Sai quante volte mi son resa conto il ricordo di qualcosa che ho vissuto era più piacevole di quando lo vivevo in quel momento? È anche colpa dei social ma non soltanto, abbiamo il cervello sempre proiettato al futuro e tante volte non riusciamo veramente a goderci i momenti più belli e più importanti; quindi fermarsi un attimo in certe cose, mandare avanti le mie aziende perché sono un’imprenditrice, questa cosa la farò sempre, però imparare anche a godermi di più il presente”.
Lanciando il telefono? “Non l’ho mai lanciato ma ogni tanto ho avuto questo istinto, però la cosa più bella è ogni tanto metterlo via e provare a concentrarsi su quello che sto vivendo”.
Un consiglio ai giovani. “Rendersi conto che i social non sono tutto; per me sono stati la parte più preponderante del mio lavoro, spero lo saranno anche in futuro, ho conosciuto persone stupende, sono arrivate a fare il lavoro dei miei sogni grazie ai social, sono un mondo bellissimo, hanno anche tanti lati negativi, però c’è tutta una vita fuori che va vissuta. Anche nei primi giorni in cui mi sono sentita dentro questa gogna mediatica avevo il terrore di uscire di casa, di confrontarmi con le persone perché mi sentivo accerchiata dai media, dalla televisione, dai social media anche; invece nel momento in cui sono uscita di casa ho trovato persone fantastiche che continuavano a chiedermi le foto come prima, che mi davano sempre una parola di supporto, che mi facevano sentire bene, che credevano alla mia buona fede, quindi uscire fuori nel mondo reale mi è servito tantissimo ed è una cosa che voglio fare sempre di più”.
Da dove ricominciare domani. “Non lo so ancora, domattina andrò in ufficio, è proprio un vivere step by step, giorno dopo giorno, capire cosa fare, migliorarsi, cambiare le cose che non hanno funzionato fino adesso e sperare che ogni giorno sia migliore del precedente”.