Quali temi affronta nella nuova stagione di Girls?
“Ho scelto di parlare di alcuni temi molto difficili, come l’interruzione di gravidanza. Di più non posso dire, ma sono soddisfatta di quello che ho fatto. Si apre una nuova era per ragazze che diventano donne”.
Lei è ormai un’icona per tante ragazze: come ci è arrivata?
“Ho affrontato molte difficoltà sia nella vita privata che in quella professionale. Ho iniziato a lavorare da giovanissima, a 23 anni avevo già scritto e diretto un film piaciuto alla critica. Certamente mi sento fortunata a fare Girls. Il mio obiettivo è che non sia solo uno show, ma un messaggio positivo per tutte le donne”.
Però l’hanno accusata di parlare solo a donne americane, bianche e benestanti, anche se Girls è amatissimo all’estero.
“Non ho mai avuto la presunzione di credere che la serie rappresenti l’intera America. E’ vero, le protagoniste sono bianche, benestanti e con uno specifico genere di problemi. Ma credo che alcuni di questi problemi siano generazionali. Non sapere ancora chi si è, non conoscere il mondo e non sapere cosa si vuole al di là dell’amore, queste sono sensazioni che oltrepassano i confini del mio paese”
Che rapporto ha con i social media? Di recente si è cancellata da Twitter.
“Sì, voglio prendermi una pausa. Mi dispiace, perché sono molto interessata ai nuovi media, ma credo che si stiano saturando con informazioni troppo personali. Il mondo dei social network sta diventando pericoloso per questo. Non è più un ambiente sicuro soprattutto per le donne, troppi abusi verbali verso di noi”.
Parlando sempre di donne, lei nello show punta il dito sulle pressioni che la società esercita nei confronti delle giovani.
“Quello su cui insisto è che un partner, uomo o donna che sia, non definisce il tuo valore come persona. La struttura della famiglia sta cambiando, molte donne ormai crescono figli da sole o scelgono di non farne. Fare figli deve essere considerata una scelta personale per ogni donna. Quando parlo di femminismo credo che un ruolo importante lo rivesta la capacità di dare ad ogni donna la libertà di comportarsi come vuole”.
Lei è diventata la portavoce di Planned Parenthood, organizzazione che promuove leggi proaborto, accesso libero ai servizi medici per tutte le donne e educazione sessuale nelle scuole.
“Collaboro con Planned Parenthood da tre anni ma negli ultimi mesi ho deciso di metterci la faccia. Credo che quando si parla di interruzioni di gravidanza si faccia molto rumore a livello ideologico, ma ci si dimentica che anzitutto si parla di assistenza medica per tutti. Si parla di aiutare i più poveri, si vuole rimuovere la natura classista del sistema sanitario americano dove solo chi è ricco può permettersi di scegliere se fare o non fare un figlio. Ma la cosa ancor più importante è l’educazione sessuale nelle scuole”.
Il suo show è stato criticato per le troppe scene di nudo. Qual è il limite per non scadere nel volgare?
“Siamo abituati ad associare il corpo nudo alla pornografia mentre invece troviamo atteggiamenti espliciti e provocatori nella pubblicità, nel cinema, anche senza nudi. Un corpo nudo è naturale e volendo mostrare un mondo reale non si può prescindere da questo. E poi la televisione e il cinema pullulano di violenza, eppure continuiamo ad oscurare la nudità. Mi sembra un paradosso e un segno di qualcosa di molto pericoloso a livello culturale.