Gerry Scotti e la forza di guarire dal Covid grazie a una donna. Che gli ha fatto perdere la testa

Gerry Scotti e la forza di guarire dal Covid grazie a una donna. Che gli ha fatto perdere la testa

Il popolare conduttore televisivo poco dopo il suo ricovero in ospedale per aver contratto il Covid, è diventato nonno per la prima volta di una splendida bambina, Virginia. E, come tutti i nonni, è pronto a «rimbambirsi».

Non si è fatto mancare nulla, Gerry Scotti, 64 anni. Volto di punta delle reti Mediaset, il presentatore nella sua vita è stato anche conduttore radiofonico, ha inciso alcuni dischi di successo – spesso sigle di sue trasmissioni televisive – ed ha persino lavorato in politica.

Versatile, entusiasta, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, Gerry – nato in un paesino della provincia pavese da padre operaio e mamma casalinga – ha lasciato l’Università a due esami dalla laurea in Giurisprudenza.

La sua vocazione aveva avuto il sopravvento e – senza avere le spalle coperte o conoscenze importanti – è riuscito a diventare uno dei conduttori più amati e richiesti dalla televisione italiana. Solo grazie alla sua forza di volontà. Senza aiuti, senza spinte.

Gli esordi in radio di Gerry Scotti
Mike Bongiorno stesso, re dei presentatori televisivi, lo considerava il suo erede e secondo un sondaggio svolto dalla rivista Oggi, il 58% dei telespettatori intervistati era d’accordo: simpatico, ma mai sguaiato, signorile ed elegante senza essere formale, Gerry assomigliava in molto al suo illustre predecessore.

Una differenza tra i due, è che Scotti ha mosso i primi passi prima in radio, a fine anni Settanta, su Radio Milano Hinterland, spostandosi, nel 1982, a Radio Deejay, fortemente voluto da Claudio Cecchetto.

In quel momento, Scotti lavorava anche per un’agenzia per la quale inventava testi e campagne pubblicitarie: quando decise di lasciarla per lavorare in radio a tempo pieno, i suoi non la presero benissimo. «Avevo un ottimo stipendio, un sacco di benefit, persino il dentista pagato. Così, quando dissi a casa che volevo darmi allo spettacolo, per poco a mia mamma non prendeva un coccolone», ha raccontato.

E quelli in televisione
Proprio grazie a Radio DeeJay non solo arriva al grande pubblico, ma sbarca anche in televisione con DeeJay Television (dal 1983 al 1987), seguito da Smile e Candid Camera Show.

La sua vocazione per i programmi musicali lo porta anche a presentare su Canale 5 Festivalbar 1988 (dove aveva preso parte come cantante nel 1986), che condurrà per diverse edizioni. Sotto, Gerry in Non dimenticate lo spazzolino da denti, nel 1995.

I game show condotti da Gerry Scotti
Il primo grande successo come conduttore di quiz – forse la categoria nella quale è più a suo agio – è Il gioco dei 9 (dal 1990 al 1992). Poi passa a Campionissimio/Vinca il migliore (1993), Il quizzone (1994-1997), Passaparola («la trasmissione che ha segnato tutto il mio gruppo di lavoro che è stato bellissimo», ha detto, «ha creato un mondo e una suggestione mai visti prima. Come gioco è stato un capostipite»), Chi vuol essere Miliardario (poi diventato Chi vuol essere Milionario, dal 2000 ad oggi, diventando il conduttore con più puntate presentate al mondo), 50-50, The Money Drop, The Winner Is, Avanti un altro, Caduta Libera, The Wall e Conto alla rovescia.

Gerry Scotti re dei talent show, ma sempre fedele a se stesso
«Anche se faccio due cose diverse, il DNA che il pubblico ritrova nel personaggio è lo stesso», ha spiegato il conduttore. «Io penso che quando entro in tv la gente mi batte le mani perché mi riconosce come Gerry Scotti. Il mio modo di fare è così, semplice e diretto e la gente trova in me in realtà quello che vorrebbero trovare in Gerry, il mio modo di essere è un po’ un marchio di fabbrica».

Anche per quanto riguarda i talent show è un punto di riferimento: in questa categoria è il volto de La Corrida – Dilettanti allo sbaraglio (voluto proprio dalla moglie di Corrado come suo successore), Italia’s Got Talent, Lo show dei record, The winner is… e Tù sì sue vales.

L’amore del passato: l’ex moglie Patrizia

Gerry Scotti si è sposato nel 1991 con Patrizia Grosso e dalla loro unione nacque, nel 1992, il figlio Edoardo (sotto con lui), che l’ha reso nonno dell’adorata nipotina Virginia, nel dicembre 2020.

La separazione dalla moglie avvenne nel 2002, mentre il divorzio arrivò sette anni più tardi. «Mi sono separato, ma da buon cristiano sapere che la mia storia non è finita perché ho perso la testa per un’altra mi ha dato tranquillità», ha spiegato nel 2015. «Non mi sarei perdonato di aver buttato la famiglia per correre dietro a una gonnella: quella situazione l’ho subita».

L’amore di oggi: la compagna Gabriella
Dopo qualche anno si è riaperto all’amore grazie all’attuale compagna Gabriella Perino. Classe 1965, architetto. La conoscenza tra i due risale a quando erano ragazzi. Poi, per caso, si sono rivisti nel 2004, accompagnando i loro figli nella stessa scuola. «Il nostro ritrovarci è stato ineluttabile», ha spiegato Gerry. «È una donna di grande carattere, mi aiuta negli aspetti pratici della vita, e ha sopportato di vivermi accanto nonostante i rifettori».

«Siamo finiti, a un certo punto, ad affrontare le stesse problematiche, essendo entrambi separati con figli. Ora siamo felici per la serenità che viviamo insieme vedendo i nostri ragazzi crescere sereni e uniti». Mentre Gerry è padre di un solo ragazzo, la Perino è madre di due figli, una femmina e un maschio.

«Siamo andati a vivere insieme solo cinque anni fa, quando i nostri figli maggiori, Edoardo e Beatrice, hanno compiuto 18 anni», ha raccontato nel 2015. «Quando è successo, i figli ci hanno detto: “Che cosa aspettavate?”. Ma, in cuor suo, credo che Edoardo abbia apprezzato».

Da zio Gerry a… nonno Gerry
«Mio figlio Edoardo, durante il lockdown, ha fatto con sua moglie quello che probabilmente hanno fatto molti italiani», ha dichiarato a Silvia Toffanin. «Ha cercato e voluto un figlio. Per voi resterò sempre lo zio Gerry, ma tra poco in famiglia sarò il nonno Gerry». Edoardo, suo figlio, ha infatti da poco regalato al padre il privilegio di avere una nipotina.

E gliel’ha rivelato in un modo tenerissimo. «Ci siamo trovati ai giardini a Milano. Lui mi è venuto incontro con un pacchettino che conteneva un ciuccio», ha spiegato. «Sono felice per loro. Ho solo un cruccio però. Io, figlio unico, ho fatto un figlio unico. Ora mi aspetto dei nipotini multipli. Ne vorrei altri due, però deve essere d’accordo anche la moglie di Edoardo». Sua nuora, Ginevra, è una giovane ma molto promettente giornalista che lavora a Mediaset.

«Mi rimbambirò anch’io», aveva concluso parlando della nipotina Virginia, omaggio al suo vero nome, Virginio, «come ho visto rimbambirsi i miei amici quando hanno vissuto questa esperienza». Anche Gerry Scotti ha preso il Covid 19

L’arrivo di Virginia, poco prima della fine del 2020, è stata una bella notizia dopo un periodo difficilissimo per il conduttore. Scotti ha infatti preso il Covid. «Dopo una settimana di dolori sono andato in ospedale per un controllo. Mi hanno detto di fermarmi», ha raccontato.

Gerry si trovava in un reparto Covid «e il panorama intorno erano persone molto malate, con caschi e respiratori. Io ero quello che stava meglio. All’inizio avevo l’ossigeno con la mascherina. Ho avuto il casco ed è stata l’esperienza più straniante». È una «specie di tortura per chi soffre di claustrofobia, ma è una delle strade più sicure per uscire dalla malattia. Hanno preferito trasferirmi nell’anticamera della terapia intensiva perché dovevo essere monitorato tutta la notte».

La guarigione dal virus
«Prima di riprendere le forze, è lunga, anche da guariti. Mi scrivevo con Carlo Conti e Iva Zanicchi, che erano ricoverati. Se sei credente, è un buon momento per pregare». Quando capisci che le tue condizioni «non sono così critiche, ti viene più di pregare per gli altri. Sono passato da chiuso nella stanza d’ospedale, a chiuso nella mia stanza. Ma ero ancora positivo. Oggi, mi sento bene».

L’effetto “sliding doors”
Scotti ha paragonato quel momento a una sorta di sliding door della vita reale. «Ero in una stanzina. Di là c’era la sliding door della vita di tantissime persone. Con due altri pazienti ci strizzavamo l’occhio, dai che ce la fai. Ho appurato che quella era l’ultima porta. Se decidevano di aprire quel varco…Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza. Pregavo per loro invece che pregare per me».

Per fortuna, quei momenti terribili oggi sono solo un ricordo. Gerry è tornato in tv alla sua vita normale, circondato dai suoi affetti e da quella splendida nipotina che gli ha dato la forza per superare quel momento da incubo.

Chiara dalla Tomasina, iodonna.it

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