Il Garante mette a dieta le tv: 12 reti di ripetitori invece di 20. Via alle frequenze “condominiali”

Il Garante mette a dieta le tv: 12 reti di ripetitori invece di 20. Via alle frequenze “condominiali”

Il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom) mette a dieta le televisioni nazionali. Se oggi queste tv si dividono 20 reti, cioè 20 ragnatele di frequenze tv, a breve dovranno accontentarsi di 12 reti. Il taglio delle reti – dalle attuali 20 a 12 – è previsto dal nuovo “piano regolatore” delle frequenze che il Garante approverà il 7 febbraio, al più tardi il 14 (in applicazione dell’ultima legge di Bilancio).

Il Garante ritiene che le nostre televisioni abbiano bisogno oggi di un numero molto minore di frequenze, che sono poi i “binari” dell’etere indispensabili a trasportare i programmi tv verso le nostre case. Il merito è di una nuova tecnologia di compressione del segnale che si chiama DVB-T2.

Questa tecnologia (DVB-T2) “strizza” il segnale e permette dunque di ridurre il numero di frequenze necessarie alla messa in onda dei canali e dei programmi del digitale terrestre.

Alla luce di questa innovazione tecnologica, il Garante porterà da 5 a 2,5 le reti a disposizione dei giganti dell’emittenza nazionale: che sono poi la Rai, Mediaset e Persidera (controllata da Telecom Italia). Gli altri 5 editori che oggi hanno una rete – tra cui CairoCommunication, cioè La7 – avranno soltanto mezza rete.

Rai, Mediaset e Persidera – che dunque avranno 2,5 reti a testa – sperimenteranno una condizione particolare. Con 2,5 reti non saranno del tutto autonome ed efficienti nella loro attività di trasmissione televisiva. La Rai, peraltro, ha necessità di realizzare anche una rete “federale”, in grado di trasmettere i programmi della TgR che variano da una regione all’altra del Paese.

Se vorranno tornare ad una piena efficienza, questi editori dovranno appoggiarsi l’uno alle frequenze dell’altro, in modo da arrivare a 3 reti nazionali (invece di 2,5). Avremo dunque delle “frequenze condominiali”. Su alcune frequenze, due editori si accorderanno per coabitare.

Se vorranno sfuggire a queste forme di coabitazione, i grandi editori (Rai, Mediaset, Persidera) avranno a disposizione un’altra strada.

Potranno partecipare all’asta delle frequenze che il ministero dello Sviluppo Economico bandirà entro il 30 novembre, sulla base delle regole che il Garante (l’AgCom) scriverà entro settembre. L’asta offrirà frequenze divise in quattro blocchi. Ogni blocco conterrà quella “metà rete” di cui i big dell’emittenza necessitano per arrivare da 2,5 reti fino a 3 reti.

Lo stesso Cairo – si prevede – parteciperà all’asta per aggiudicarsi la “mezza rete” che gli consentirà di disporre poi di una rete nazionale completa.

Il Piano stabilisce infine che le emittenti locali si dividano due frequenze nazionali, una di “primo livello” e una di “secondo livello”. La frequenza di primo livello permetterà di irradiare il segnale verso un’intera regione. La frequenza di secondo livello, meno pregiata, verso porzioni di una regione.

Aldo Fontanarosa, Repubblica.it

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