In genere siamo noi italiani ad importare i format di programmi televisivi esteri. Ciò non significa che non possa accadere l’esatto contrario.Se poi il programma è affidato alla sapiente conduzione di un asso vincente come Amadeus, be’, allora, c’è poco di che stupirsi. È questo il caso di “Ora o mai più” (trasmissione nata da un’idea di un cavallo di razza di casa Rai, Carlo Conti, in collaborazione con dei veterani nel campo delle produzioni televisive, la Ballandi Entertainment del compianto Bibi Ballandi), un mix che ripropone sul piccolo schermo meteore (o “semi meteore”, perché qualcuno in realtà qualche recente apparizione televisiva l’ha avuta) del panorama musicale made in Italy, che si sfidano, a distanza di anni e sottoforma di talent, a colpi di sette note, guidati nel ripasso del pentagramma da mostri sacri della musica italiana, nella loro duplice veste di coach e giurati.
Un format, “Ora o mai più”, lanciato quasi in forma sperimentale, per quattro puntate, lo scorso giugno. Un test che, per essere l’inizio dell’estate (un periodo in cui per definizione la gente guarda meno la tv), ha dato ottimi risultati: oltre tre milioni e 700mila spettatori con una media di share superiore al 21,50 per cento. E siccome squadra che vince non si cambia, ecco il bis, con una sfida più grande, quella del sabato sera. Che Amadeus e tutto lo staff sta affrontando egregiamente. Con la consapevolezza, certo, che sfidare a singolar tenzone mediatica Maria De Filippi sia un’impresa titanica. Ma comunque con risultati sempre in crescita di sabato in sabato: 3.267.000 spettatori e il 16,5 per cento di share i dati relativi alla terza puntata di ieri.
Soddisfazioni in viale Mazzini. A cui se ne aggiunge un’altra: la pioggia di richieste, che stanno provenendo da ogni parte del globo, di esportazione del format. Non solo in Europa: nei corridoi di viale Mazzini, infatti, si vocifera anche di importanti network statunitensi che avrebbero già contattato la Ballandi per acquistare i diritti di “Ora o mai più”.
Si dice che non accada mai nulla per caso. E, forse, neanche che emittenti televisive di mezzo mondo siano interessate ad affidare ad un Amadeus loro connazionale un programma che riproponga cantanti visti, magari, l’ultima volta quando ancora c’era il tubo catodico. Di sicuro un bel regalo che giunge fino in cielo al caro Bibi. A quasi un anno dalla sua scomparsa.
Valerio Barghini, Ilgiornale.it