Il racconto della vita di uno dei massimi esponenti del Futurismo, protagonista della scena artistica d’avanguardia a Roma, prima, durante e dopo il Fascismo. Lo propone il documentario “Balla, il signore della luce”, onda giovedì 4 gennaio alle 19.25 su Rai 5. Nel 2018 sono tornati alla luce i dipinti murali che Giacomo Balla aveva realizzato per il Bal Tik-tak, il cabaret che animava le notti romane all’inizio degli anni ’20 e la scoperta si aggiunge al disvelamento dell’archivio privato dell’artista, rinvenuto nella sua abitazione di via Oslavia a Roma. Su di lui, genio futurista e faro della più potente avanguardia del primo Novecento, gravano ancora zone d’ombra, che oscurano la sua vicenda umana e artistica: Giacomo Balla il fascista, il traditore, il provinciale. Figura complessa, a tratti segreta, dalla creatività poliedrica, l’artista è stato per lungo tempo vittima di un marchio di infamia. Oggi, nuovi studi restituiscono a Balla un ruolo di primo piano nel panorama internazionale dell’arte, tanto da riconoscere in lui il “Leonardo da Vinci del XX secolo”, come amava definirsi. Caduto in disgrazia dopo gli anni del sodalizio con il Regime e il Duce, Giacomo Balla è magicamente risorto nel dopoguerra. Merito delle grandi famiglie ebree americane di collezionisti interessati ad acquistare le tele del Futurismo. E grazie anche ai giovani artisti delle neoavanguardie italiane che negli anni Cinquanta riconobbero in Balla il padre spirituale dell’astrattismo italiano.