Gay & diritti, la tv è d’autore. Parla l’Oscar per la sceneggiatura di “Milk” nel 2009
Sguardo chiaro ironico, Dustin Lance Black, molto più giovane dei suoi 42 anni, un Oscar per la sceneggiatura di Milk, firma la serie dell’anno: When we rise (con Guy Pearce, Marie Louise Parker, Michael K. Williams e Whoopy Goldberg) sulla battaglia della comunità LGBT che Abc, il canale delle famiglie, trasmetterà in America il 16 febbraio. Le immagini di repertorio s’intrecciano con la fiction e contestualizzano il periodo storico in cui i suoi personaggi si muovono.
Com’è nata l’idea?
“Preparo questo progetto da quattro anni. Solo il lavoro di ricerca è durato un anno. Ho cercato storie vere, provenienti da vari movimenti, persone diverse che insieme formavano una famiglia”.
L’America di Trump le fa paura?
“Trump non è solo l’uomo dei muri, non è solo nemico del popolo LGBT, ma è contro le minoranze razziali, i diritti delle donne. Puoi pensare di parlare di politica con chi non la pensa come te, ma le persone non cambiano. L’unico modo per combattere l’odio è raccontare le proprie storie personali. Tutti possiamo diventare minoranza”.
La serie andrà sulla Abc, ci sono state difficoltà con Disney?
“Per me è fondamentale, perché è il canale delle famiglie e noi di cosa parliamo? Di famiglie, di figli, di madri, di sorelle e fratelli. L’omosessualità non ha a che fare col sesso, ma con l’amore. E l’amore ci riguarda. Tutti”.
Sente una responsabilità nel suo lavoro?
“Certo. Sento la responsabilità di far sentire le persone meno sole, devono sapere che c’è chi combatte per loro, per la loro libertà. È vero, sono stati fatti progressi ma ogni volta che si fa un passo avanti c’è il rischio di tornare indietro. Ancora oggi in America, in molti stati, è possibile essere licenziati solo perché si è gay. Bisogna lavorare per proteggere i diritti. Con Trump al potere una serie come questa diventa necessaria”.
Negli ultimi anni la tv, nella battaglia dei diritti civili, ha avuto un ruolo importante.
“La tv ha modificato lo scenario stereotipato del gay maschio e bianco e, nelle serie hanno trovato spazio anche protagonisti transessuali. È molto importante”.
Silvia Fumarola, La Repubblica