A meno di un mese dalle nozze, il regista e la dirigente sportiva raccontano tutti i dettagli della loro love story. E guardano avanti: lui vorrebbe tre bebè e lei… lo tiene a bada così
Fausto Brizzi e Silvia Salis si raccontano a meno di un mese dal loro matrimonio in Campidoglio. Dal primo incontro al sì in tempo di Covid, dalla voglia di paternità di lui al… prossimo via libera di lei: con la dirigente sportiva, ex lanciatrice del martello, il regista comincia una nuova vita.
FELICI, INNAMORATI E “SCHERMATI” – Li abbiamo visti con mascherine trasparenti nel giorno del sì, lo scorso ottobre, felici e innamorati. Fausto Brizzi a 52 anni si è buttato alle spalle gli anni bui delle accuse di molestie sessuali, ormai archiviate, e il matrimonio con Claudia Zanella. E riparte con la 35enne Silvia.
“L’HO VISTA E… L’HO VOLUTA SPOSARE!” – La scintilla è scoccata non appena lui l’ha vista a una festa della Federazione atletica. “Un amico comune ci ha presentati”, racconta il regista 52enne a Vanity Fair, “e io ho pensato: la sposerò. In un periodo della vita in cui mi ero ripromesso di non farlo mai più”. Lei non pensò però la stessa cosa: “Avevo un ruolo di rappresentanza e cercavo di scambiare qualche parola, per ospitalità. Ma lui stava lì, a fissarmi, ammutolito. Finché a un certo punto gli ho detto ‘ciao eh’, e l’ho mollato come un palo”. Ma un mese dopo si rivedono: “L’ho invitata a cena e ho parlato per sette ore filate”. Una serata che li ha portati ai primi baci e al matrimonio. Nozze particolari, con pochissimi invitati, tutti con mascherine. E senza pranzo: gli sposi hanno festeggiato da soli
“FIGLI? L’ANNO PROSSIMO… APRO IL CANTIERE” – Dopo il sì, il pranzo da “Checco Er Carettiere, a Trastevere, solo io e lei. E praticamente non abbiamo pagato. I clienti non ci potevano credere di vederci in trattoria, vestiti da cerimonia: pensavano stessimo girando un film. Ci mandavano il vino, gli assaggini. È stato bello”, racconta lui nell’intervista. E lei aggiunge: “I testimoni li abbiamo mandati a casa col cestino delle vivande, con dentro il pranzo che per ragioni di sicurezza non abbiamo potuto fare. Ma io sono una tipa pratica, genovese, e ai matrimoni costruiti, con gli sposi stravolti che si trascinano tra i tavoli, mi sono sempre sentita alienata. Senza il Covid, lo rifarei uguale”. Dal sì al desiderio di paternità multipla: “… con Silvia vorrei farne almeno tre”, confessa il regista, già padre di Penelope Nina, avuta con Claudia Zanella nel 2016. “A Fausto ho chiesto di fare gli sposini ancora un po’”, frena lei, “poi, l’anno prossimo, prometto, apro il cantiere”.
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