Con l’uscita dell’album, l’artista incontrerà i fan negli instore e tornerà sul palco in due appuntamenti live prodotti e distribuiti da Vivo Concerti: il 9 novembre a Roma e il 23 Milano. L’INTERVISTA
Ciò che abbiamo dentro segna una nuova fase artistica per Alex che dopo avere pubblicato l’EP Non siamo soli torna con undici brani che attraverso le parole dipingono un universo di sentimenti ed emozioni che tutti nella vita possiamo vivere.
Alex partiamo dalla storia dell’album e dalla sensazione di cambiamento, umano e artistico che trasmette.
Nasce subito dopo l’Ep Non siamo Soli, ed è la cosa più bella per me perché sono undici canzoni nate col mio piccolo pianoforte. Quando hai dei brani è bello che escano il prima possibile. Mi ha affascinato il concetto di album perché posso trasmettere tante emozioni diverse. L’Ep era fatto di pezzi già sentiti ad Amici, queste sono nuove e ammetto che ho un po’ d’ansia. Parlo di quello che ho vissuto in estate sia artisticamente che a livello personale.
Hai trovato il posto dove le sensazioni nude possono volare e toccare altre persone?
Quello è il live. È un luogo dove esistono solo le emozioni che ci toccano e il rimbombo di quello che abbiamo dentro.
In Stelle in Antartide parli di trovare l’equilibrio nel disordine: è così che nasce la tua musica, in un disordine artistico che libera emozioni? L’equilibrio è precario anche in Titolo di un Libro.
Tendo a scrivere parlando da solo e cercando quell’equilibrio tra il mio pensiero, le parole e le emozioni. Poi si incontranno e hanno un senso compiuto. Però riconosco che è difficile a volte far trovare un senso alle emozioni.
Ho la mano ferma solo se la tieni tu è una bellissima dichiarazione d’amore, nel senso ampio del termine. Ma trasmette anche una sensazione di debolezza emotiva: quanto è difficile nella stagione dei social stringere una mano?
I social ci hanno avvicinati ma non nel senso vero perché possiamo parlare senza vederci. A guardarsi c’è empatia. Mano Ferma è il mio concetto di amore libero, la frase finale sottolinea il sapere che un amore può tornare con un’altra forma; il concetto di amore libero è che se anche lo perdi poi lo ritrovi perché è la libertà che mi fa sapere che ci voglio stare in una relazione.
Quale è l’ultima cosa di cui hai smesso di avere paura?
Di avere filtri quando parlo.
Al di là delle canzone e delle luci che si spengono in galleria, ti capita di pensarti tra 40 anni?
Raramente, non mi piace pensare a quello che sarò. Pensa a un amore che provi per poco ma comunque ti immagini la vita con quella persona. Le cose seguiranno il loro corso, spero di essere felice e avere fatto centomila canzoni.
Anche in Dire Fare Curare c’è la luce spenta mentre in Ciò che abbiamo dentro dici “dietro queste luci no non ci serve più niente”: hai paura del buio? A insistere c’è anche la notte che scende sulla città…
È il concetto di luce che mi affascina, come mi affascinano le parole cielo e angeli. Sono molto grandi nella mia testa e c’è tanto da dire. E in ogni luogo hanno un valore diverso.
Quanto sono belli i silenzi a un concerto tra la gente. Bob Dylan non ammette più i cellulari ai suoi concerti. Tu lo faresti? Di certo riscopriremmo la bellezza dei silenzi.
Il silenzio è spesso visto come solitudine, nel mio concetto c’è la passione per avere un respiro e poi tornare al rumore. Senza quell’attimo di sospensione sarebbe diverso, è come lo iato tra due parole, le enfatizza.
Come si può rendere divertente ogni giornata normale?
Semplicemente vivendola per quello che è senza farsi mangiare da troppi pensieri.
In Torna a casa finalmente le luci sono accese per il concerto nel mare: cosa è casa per te?
È scritta per una persona che non c’è più. Casa è dove stai bene e ti senti libero, dove sei te stesso, sei libero di essere nudo e senza filtri. Dove trovi gli amici e i famigliari.
Possiamo concludere dicendo che siamo solo forza pronta a stare in piedi?
La ho scritta per chi mi segue e la forza arriva grazie a tutti quelli che mi stanno vicino. Io posso creare l’essenza ma senza chi crea l’unione tutto volerebbe via.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Avro due concerti a Roma e a Milano e poi ci saranno degli instore, sarà bellissimo potere vedere i fan con gli occhi e non contando i like. Per altro la parola like non è bella, è un po’ staccare la parte umana di sè.