Al Corriere la popstar tira le fila di 25 anni di musica da solista parlando non solo di successo ma anche di problemi personali
Robbie Williams festeggia quest’anno i 25 anni di carriera solista. A settembre è uscito l’album celebrativo “XXV” e il 20 gennaio 2023 l’ex Take That tornerà in Italia (a Bologna) per la prima tappa del suo tour europeo. In un’intervista al Corriere ha parlato di musica e successi, ma anche di problemi e difficoltà che ha affrontato, come la malattia metale: “Mi sono sentito perso per la maggior parte del tempo e i miei pensieri sono stati perlopiù ‘tutto questo è troppo opprimente. Perché mi sento così? Come faccio a smettere? Dove mi trovo? Madre aiutami’. Direi che mi sono sentito così per 20 di questi 25 anni”.
Nell’intervista Robbie Williams ammette di essere soddisfatto della sua carriera: “È bello essere in un momento della mia vita in cui posso prendermi del tempo per respirare e dirmi ‘beh, che cavolo. Ben fatto'”. Ma la star non dimentica quanto il successo lo abbia provato psicologicamente, mostrandosi consapevole: “Non c’è un modo, quindi ho imparato a conviverci. Il problema principale è stato ritrovarsi ad avere una malattia mentale all’interno di un’industria come quella musicale che a sua volta ti provoca problemi mentali”.
Robbie non ha mai nascosto di aver avuto problemi (e già nel 2018 ne parò al Sun) e ha poi ha raccontato anche di aver imparato a conviverci: “Se avessi fatto il falegname, avrei comunque avuto problemi mentali, ma probabilmente quel settore non è così intenso come passare la vita sotto i riflettori”.
Robbie Williams non dimentica comunque i momenti positivi, legati al suo pubblico e ai fan: “Non so dove ero o quando è stato che mi sono sentito alle stelle, ma so che è successo, so che molte persone hanno scelto di dirmi che ho fatto un buon lavoro e ancora scelgono di dirmelo, amandomi quando sono sul palco, e ciò fa sentire molto potenti, è bellissimo”. Ma non ci sono solo persone che lo amano, ovviamente, ma anche chi lo critica, e questo aspetto lo ha messo in difficoltà: “Molte persone hanno scelto invece di dirmi che mi odiano e disprezzano tutto ciò che rappresento, il che non fa sentire particolarmente bene. Ma mi piace pensare che il primo aspetto possa prevalere sull’altro, se io lo voglio”.
Dopo l’enorme successo con i Take That, Robbie ha dato avvio alla sua carriera da solista nel 1997, con l’uscita dell’album di debutto “Life Thru A Lens” che raggiunse la vetta della classifica nel Regno Unito e dal quale sono stati estratti i singoli di successo “Let Me Entertain You” e il leggendario brano “Angels” che rimane a oggi il suo singolo più venduto e che lo ha reso famoso a livello internazionale.
A settembre è uscito l’album “XXV” che contiene le più grandi hit di tutti i tempi e i brani preferiti dai fan dell’artista, in una nuova versione orchestrata da Jules Buckley, Guy Chambers e Steve Sidwell e ri-registrata con la Metropole Orkest nei Paesi Bassi. Quattro gli inediti inseriti, li nuovo singolo “Lost”, oltre a “Disco Symphony”, “More Than This” e “The World and Her Mother”. E proprio nel brano “Lost” l’ex Take That parla proprio dei suoi momenti più bui e dei conseguenti disturbi: “E’ un testo autobiografico, ma parla di un tempo e di un luogo in cui mi trovavo anni fa”.